“ODI ET AMO: LA COMPLESSA RELAZIONE TRA PSICOLOGIA E FEMMINISMO”

Il rapporto intricato tra psicologia e femminismo emerge sin dalle origini del movimento, evidenziando una scarsa considerazione da parte della corrente psicoanalitica, guidata da Sigmund Freud. La tensione crescente tra la psicoanalisi e il femminismo di prima ondata si sviluppa su concetti come l'invidia del pene e il complesso edipico, riflettendo limiti nella comprensione delle donne secondo Freud. Nella sua visione, egli considerava lo studio delle donne come una "materia oscura", basando teorie sull'inferiorità femminile. Le critiche di Juliet Mitchell hanno poi contribuito a una prospettiva femminista psicoanalitica contemporanea, dividendo il femminismo tra la percezione della psicoanalisi come espressione patriarcale e il riconoscimento della sua capacità di sfidare stereotipi, portando dagli anni ‘60 un aumento della ricerca sui generi e ad un’analisi dei limiti nella psicologia di genere. Tradizioni, determinismo biologico, rappresentazioni mediatiche e dinamiche di potere influenzano le prospettive e le opportunità delle donne. Nonostante i progressi svolti negli ultimi decenni, lз femministз però continuano a sostenere che la psicologia abbia trascurato le donne per molto tempo, generando una conoscenza sociale sessista, ignorandone il loro contesto sociale e portando al gap che ancora oggi persiste nella nostra società.

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#WAD2023: Giornata Mondiale contro l’AIDS

Il 1° dicembre di ogni anno ricorre la Giornata Internazionale contro l’AIDS, istituita nel 1988 dalla World AIDS Campaign, una data fondamentale per fare sensibilizzazione su una patologia che, secondo alcuni dati, già nel 2019 aveva causato 690.000 vittime in tutto il mondo. Il fiocco rosso incrociato, nel 1991, viene universalmente riconosciuto come simbolo ufficiale di questa giornata. L’obiettivo del World AIDS Day è sempre stato quello di informare, sensibilizzare, fare prevenzione: non è possibile distogliere lo sguardo dalla lotta all’HIV e dalla consapevolezza che l’accesso alle cure, in molti Paesi, sia ancora riservato a pochissim3 cittadin3. Nonostante i progressi raggiunti nell’ambito della ricerca e le nuove terapie farmacologiche somministrabili da protocollo, la diffusione del virus non può essere considerata sconfitta, né si può affermare che la popolazione maggiormente coinvolta sia ancora quella dei più giovani. È necessario tenere alto il livello di attenzione a riguardo, perché si tratta di un virus con un alto tasso di mortalità seppur a lenta diffusione rispetto al passato e rappresenta una sfida per la sanità globale.

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SUI PASSI DI RITA HESTER – perchè è importante ricordare il Transgender Day Of Remembrance

Il 28 novembre del 1998 moriva Rita Hester, donna afroamericana transgender uccisa nel suo appartamento di Boston. Sebbene si trattasse di un evidente caso di transfobia, i media che si occuparono della notizia si riferirono a Rita utilizzando il suo dead name, indicandola con pronomi maschili e applicando una violenza di cancellazione della sua identità. Questa mancanza di rispetto spinse l’avvocatessa Gwendolyn Ann Smith ad organizzare una veglia in onore di Rita Hester e di tutte le persone trans* che hanno perso la vita. Da allora, ogni anno si celebra il Transgender Day of Remembrance (TDOR), una marcia silenziosa per ricordare le vittime di odio transfobico.

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Benessere Insieme: Affrontare la Disforia di Genere Oggi

La disforia di genere è una condizione generata dall’incongruenza tra sesso biologico e identità di genere, che produce un forte impatto sulla vita delle personeaffette. In particolar modo, questo colpisce ancora più intensamente le persone più giovani, che spesso non hanno i mezzi e il sostegno necessari per affrontare questa condizione da solз. Risulta quindi importante, non solo aumentare la consapevolezza sociale rispetto alla disforia di genere, ma cercare di creare unità e collaborazione anche dal punto di vista del trattamento medico, sociale e psicologico. Nel lavoro di equipe entrano in gioco varie figure con diversi background e questa eterogeneità può essere una risorsa preziosa. Non sempre però è facile trovare un punto di convoglio, capita di avere divergenze che impattano non solo sulla qualità del loro lavoro ma anche della vita deз pazienti disforici. Negli ultimi anni però sono stati compiuti enormi progressi che hanno portato a una sempre maggiore de-stigmatizzazione della disforia di genere in vari contesti. La necessità è quindi quella di confermare e consolidare tali progressi tramite la stesura di linee guida universali, che siano in grado di donare stabilità al movimentato mondo della disforia di genere.

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Le conseguenze che il menarca porta con sè: la Tampon Tax ed altre storie di discriminazione

Le mestruazioni: disgustoso, vero? Il colore del sangue, l’impurità che attribuisce ad ognunə delle sue vittime. Talmente mistiche e demonizzate che da tempo immemore è etichetta sottintesa quella di non parlarne, di nascondere l’assorbente prima di andare in bagno o di chiamarle con nomi che non gli appartengono (marchese, barone rosso, le mie cose). Trattasi tutt’oggi di un argomento estremamente stigmatizzato in Italia, le mestruazioni rappresentano, oltre ad un grande tabù che la società patriarcale ha paura di scardinare, un lusso a causa dei prezzi vertiginosi dei prodotti per l’igiene mestruale. La cosiddetta “Tampon tax” infatti, è l’applicazione dell’Iva - attualmente al 10% - sul prezzo degli assorbenti, nonché parte integrante di una discriminazione sistemica nei confronti dei corpi afflitti da questa “maledizione” che è il ciclo mestruale. Di che tipo di cambiamento avrebbero davvero bisogno le persone con mestruazioni e l’intera nostra società fallocentrica?

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Tutti i corpi sono corpi da spiaggia: no al bodyshaming

Estate, tempo di vacanza e caldo…di conseguenza è la stagione in cui esponiamo di più il nostro corpo! Spesso si vive con serenità e felicità la stagione estiva, con il bikini, il costume da bagno, le gite e i viaggi, e il corpo diventa protagonista più che mai. Tuttavia alcune persone vivono un senso di inadeguatezza nei confronti del proprio corpo. Si chiama body shame, cioè vergogna del proprio corpo. E spesso è anche collegata a un disturbo chiamato dismorfofobia, cioè l’alterata percezione del proprio corpo e la non accettazione di esso. Una ricerca pubblicata di recente sul Journal of Epidemiology and Community Health afferma che il 61% delle persone prova avversione per il proprio aspetto fisico. Spesso una delle motivazioni profonde è che il corpo viene investito del dovere di rappresentare esteriormente l'identità della persona, ma non è così.

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Il senato boccia la proposta di declinare le cariche al femminile

Il 27 luglio si è discusso in Senato di alcuni emendamenti al testo della Riforma del Regolamento del Senato a seguito della revisione costituzionale concernente la riduzione del numero deз parlamentari (Doc. II, n. 12), in particolare della proposta numero 5.0.200 [già 5.7 (testo 2)] della senatrice Maiorino di aggiungere come articolo 5 bis il seguente testo, con la rubrica Disposizioni per l’utilizzo di un linguaggio inclusivo. La proposta, votata a scrutinio segreto, ha ottenuto 152 voti favorevoli, 60 contrari e 16 astenuti, non sufficienti a raggiungere la maggioranza assoluta necessaria per approvare l’emendamento. Quello che è accaduto in Senato è a dir poco scandaloso. Così la marcia dei diritti delle donne più che in avanti resta una marcia sul posto. Questo accade perchè si tratta del Parlamento: della Camera dei Deputati e del Senato, un organo di potere. Infatti, come abbiamo scritto un paio di anni fa su questi canali, «non abbiamo problemi a declinare al femminile parole come operaio, infermiere o cuoco. Nessun problema a parlare di maestra, commessa o segretaria. Questo perché le professioni citate sono lavori umili, subordinati e/o di cura. Se saliamo in alto nelle cariche, troviamo avvocato, ministro, giudice, magistrato e assessore ad esempio, il cui femminile sembra essere più ostico”. «Diamo spesso per scontato che il genere maschile sia neutro. Pensiamo che dire “tutti”, possa rappresentare anche chi non si identifica nel genere maschile, e che si possa dire “avvocato donna”, come se lз avvocatз fossero tutti uomini, e l’eccezione fosse da rimarcare, aggiungendo quel “donna” finale. La lingua italiana non è neutra. Il maschile predefinito porta con sé uno stereotipo di linguaggio che lo vede essere la norma. Il femminile è quindi qualcosa di altro, che si discosta dalla norma».

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Misgendering e deadnaming:
cosa sono e come evitarli

Diversi studi hanno dimostrato che quando vengono utilizzati i pronomi e il nome corretto di una persona, vengono drasticamente ridotti i pensieri suicidi, gli episodi di depressione e ansia che potrebbero essere causati a quella persona. Questo è stato per lo più notato tra lз giovani trans*. Per capire al meglio ciò di cui parleremo oggi ti chiedo di pensare a come ti sentiresti se qualcuno ti chiamasse costantemente con il nome sbagliato e si rifiutasse di cambiare.

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cosa sono e come evitarli

Sai che è possibile amare più persone?

Nel “Simposio” di Platone, Aristofane, spregiudicato commediografo greco, narra il mito dell’androgino. Secondo la leggenda, nell’antichità gli uomini erano esseri sferici dotati di due teste, quattro braccia, quattro gambe e due organi sessuali, composti quindi da una metà maschile e una femminile. Questi esseri molto potenti e superbi volevano conquistare il monte degli Dei, l’Olimpo. Zeus, come punizione, decise di tagliarli in due per indebolirli, costringendoli a vagare nel mondo alla ricerca della loro metà. Da qui nasce il famoso mito “della mela” su cui la nostra educazione affettiva e sessuale ha trovato fondamento per secoli. E se Platone si fosse sbagliato? E se fossimo già una mela completa alla ricerca di più mele da amare e da cui farci amare?

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