“ODI ET AMO: LA COMPLESSA RELAZIONE TRA PSICOLOGIA E FEMMINISMO”
Il rapporto intricato tra psicologia e femminismo emerge sin dalle origini del movimento, evidenziando una scarsa considerazione da parte della corrente psicoanalitica, guidata da Sigmund Freud. La tensione crescente tra la psicoanalisi e il femminismo di prima ondata si sviluppa su concetti come l'invidia del pene e il complesso edipico, riflettendo limiti nella comprensione delle donne secondo Freud. Nella sua visione, egli considerava lo studio delle donne come una "materia oscura", basando teorie sull'inferiorità femminile. Le critiche di Juliet Mitchell hanno poi contribuito a una prospettiva femminista psicoanalitica contemporanea, dividendo il femminismo tra la percezione della psicoanalisi come espressione patriarcale e il riconoscimento della sua capacità di sfidare stereotipi, portando dagli anni ‘60 un aumento della ricerca sui generi e ad un’analisi dei limiti nella psicologia di genere. Tradizioni, determinismo biologico, rappresentazioni mediatiche e dinamiche di potere influenzano le prospettive e le opportunità delle donne. Nonostante i progressi svolti negli ultimi decenni, lз femministз però continuano a sostenere che la psicologia abbia trascurato le donne per molto tempo, generando una conoscenza sociale sessista, ignorandone il loro contesto sociale e portando al gap che ancora oggi persiste nella nostra società.