EUduxo Week – 23 Novembre
Benvenutз alla nostra rubrica settimanale dedicata alle ultime notizie dalle istituzioni dell'Unione Europea! 🇪🇺 In un contesto in continua evoluzione, dove le decisioni prese a Bruxelles influenzano le vite di…
Benvenutз alla nostra rubrica settimanale dedicata alle ultime notizie dalle istituzioni dell'Unione Europea! 🇪🇺 In un contesto in continua evoluzione, dove le decisioni prese a Bruxelles influenzano le vite di…
La popolazione cilena ha votato il 4 settembre per il referendum indetto al fine di approvare o bocciare la proposta di #Costituzione. Il testo doveva sostituire il precedente che risaliva al 1980 ed era entrato in vigore sotto il regime di #Pinochet. Il risultato della proposta è un testo in 388 articoli che avrebbero potuto spostare l’agenda del paese su diritti sociali, uguaglianza di genere, autonomia deɜ indigenз e tutela dell’ambiente, ridimensionando lo spazio del libero mercato. Avrebbero, perchè non è stata approvata. Il NO (#rechazo) ha superato il 60% e lз cittadinз hanno quindi deciso di non cancellare la Costituzione di Pinochet, rifiutando quella nuova scritta da un’Assemblea formata da 154 cittadinɜ. Questa Costituzione era di fatto la più progressista del mondo, come si può leggere dagli articoli: tuttз ne hanno sempre sognata una che includesse interculturalità, ecologia, solidarietà, parità, diritti delle donne, diritti lgbtiq+ e molto altro ancora. Tuttavia, in un mondo che ha società sempre più anziane e pochз giovanз con diritto di voto, il progresso viene visto in modo negativo e si preferisce non cambiare le cose. La nuova Costituzione in Cile è stata infatti giudicata da moltɜ troppo ambiziosa. La prospettiva di genere è presente in quasi tutto il testo: avrebbe aperto la via per legalizzare l’aborto e avrebbe introdotto elementi molto all’avanguardia. Ad esempio, lo stato cileno nel testo della nuova Costituzione viene dichiarato ecologico: sarebbero state approvate solo politiche sostenibili a livello ambientale e per proteggere e tutelare la natura si sarebbe creato un organo politico detto “defensoria”.
In Europa, dopo il 1945, i conflitti armati sono spariti. Anche la guerra fredda non ha prodotto sostanzialmente uno scontro aperto all’interno dei confini del nostro continente. Questo periodo di pace ha fatto sì che noi, ancoratɜ a una malsana visione eurocentrica, ci siamo cullatɜ nel sogno di un mondo ormai quasi del tutto privo di guerre, e quelle di cui sentivamo parlare ai telegiornali ci apparivano così lontane da non sembrarci reali. Quando la Russia ha invaso i territori ucraini, ci siamo svegliati dal sogno. La guerra esiste ancora!
Sono ormai passati più di 5 mesi dallo scoppio della guerra in Ucraina, ma se ne parla sempre di meno, nonostante il conflitto non sia ancora finito. Seppur più lentamente, l’avanzata russa continua a procedere e l’esercito sta conquistando sempre più territori. L’Ucraina non si arrende, ma le perdite umane sono enormi e ormai dipende economicamente e militarmente dall’Occidente. Inoltre, nei prossimi mesi potrebbe venire a mancare l’appoggio deз leader occidentali che stanno andando verso un inverno di crisi e di razionamento energetico, che potrebbero portare a un cambiamento dell’appoggio popolare verso Kyiv.
La paura di invecchiare ha un nome e si chiama “gerascofobia”. Alcunɜ psicologɜ fanno riferimento anche alla “Sindrome di Dorian Gray”, alludendo al celebre personaggio del libro di Oscar Wilde. Viviamo in un’epoca in cui la cura dell’immagine è molto importante, ma tra le pieghe di tanto perfezionismo può annidarsi un’insicurezza crescente, dovuta all’inevitabile trascorrere del tempo e alle conseguenze che questo causa sul nostro corpo. L’invecchiamento può rappresentare una vera e propria sfida e non soltanto per la difficile accettazione del cambiamento fisico; ancora più difficili da affrontare e da accettare sono i cambiamenti legati alle attività quotidiane, che iniziano ad essere diverse, limitate. Per non parlare del sopraggiungere di sentimenti avversi quali il sentirsi inutili, inoperosɜ, inascoltatɜ, abbandonatɜ, solɜ. Ancora peggiore è la sorte di chi, non sentendosi appagatə del percorso svolto, sente di non avere più chances per migliorarlo
Le conseguenze devastanti della pandemia e delle guerre si calcolano non solo in numero di vittime, ma anche in termini di recessione rispetto a determinate battaglie, intraprese da anni e di difficile risoluzione, come per esempio quella contro il lavoro minorile. L’UNICEF e l’OIL stimano che ad oggi più di 150 milioni di bambinɜ sono costrettɜ a lavorare per la loro sopravvivenza e per quella delle loro famiglie. Nel 2002, l’OIL (Organizzazione Internazionale del Lavoro) ha lanciato la Giornata Mondiale contro il lavoro minorile per sensibilizzare l’opinione pubblica riguardo questo tema e la preminenza che esso deve mantenere a livello mondiale.
Domani si va a votare! Il 12 giugno dalle 7 alle 23 lɜ italianɜ andranno alle urne per un referendum sulla giustizia… ma di preciso, cosa stiamo votando? Si tratta di un referendum abrogativo proposto da Lega e Partito Radicale, che quindi si propone di eliminare o modificare una legge in parte o nella sua interezza.
Dal 2011 ogni anno, nella giornata del 12 aprile, si festeggia il primo viaggio spaziale, in memoria della prima missione dell’astronauta Yuri Gagarin, in quello stesso giorno del 1961. La scienza e la tecnologia hanno fatto passi da gigante da allora, e anche chi non fa l’astronauta di mestiere oggi può avere accesso a immagini strabilianti, tour virtuali e riprese video sbalorditive. Ma l’importanza di questi studi e dei successi raggiunti in questo ambito vengono percepiti con sufficiente interesse dalla comunità non scientifica? Quali sarebbero i vantaggi di una consapevolezza maggiormente diffusa sullo studio dello spazio e dell’universo? Come non subire il fascino della Terra vista dallo spazio, sapientemente descritta dalle parole di eminenti astronautɜ e astrofisicɜ? E se lassù ci fosse molto di più di un semplice panorama mozzafiato?
“In sociologia il termine generazione identifica un insieme di persone che è vissuto nello stesso periodo ed è stato esposto a eventi che l'hanno caratterizzato. Una generazione raggruppa, cioè, tutti quegli individui segnati dagli stessi eventi, ed è distinta dal concetto statistico di coorte dal fatto di condividere un comune sistema valoriale e una comune prospettiva sul futuro. Definibile solo a posteriori, cioè quando la sua influenza sulla storia e nella società è terminata, una generazione è spesso in almeno una forma di conflitto con la precedente, qualità che contribuisce a caratterizzarla. Gli eventi influiscono sulla generazione che li ha vissuti, determinandone dunque un mantenimento di caratteristiche proprie di quel momento storico, culturale e sociale” (Ariès, 1979). La sociologia da Hume a Comte (e anche dopo) si è interrogata su questo concetto da un punto di vista quantitativo, al fine di determinare la durata di una generazione ed utilizzarla come unità di misura per la storia della società. Per Hume bastava un battito di ciglia a determinare il passaggio da una generazione alla successiva. I limiti dell'approccio quantitativo sono però evidenti e sono stati ben presto messi in dubbio da Dilthey, Heidegger e Pinder, che hanno contribuito con diversi elementi alla definizione delle caratteristiche principali del concetto di generazione: l'appartenenza ad una stessa fase della vita (la contemporaneità), eventi, cause, punti in comune caratterizzanti, orizzonte comune di esperienze In questo contesto la presenza di incastri temporali tra le varie generazioni non si configura più come un problema ed esse possono avere durate diverse ed essere compresenti allo stesso tempo. A partire dalla fine del XIX secolo, alle generazioni è stato attribuito un nome, sulla base delle comuni esperienze culturali, e in questo articolo le andremo ad approfondire. Scorri le slide e leggi l’articolo completo cliccando sul linkinbio! In conclusione, le generazioni descrivono la storia e ci permettono di capire comportamenti, atteggiamenti e preferenze culturali. Conoscerle è decisamente interessante, non trovi? Quale sarà la prossima generazione e cosa la contraddistinguerà?
“Bimbi e bimbe di ogni età, ecco qualcosa che vi stupirà, su venite è proprio qui, è il paese di Halloween!” così recita la colonna sonora in apertura del celebre film Nightmare Before Christmas, diretto da Tim Burton, pietra miliare da rivedere ogni 31 ottobre. Ma siete a conoscenza della vera storia di questa festa, da moltз oggi considerata macabra? Volete scoprire le sue origini? Da dove nasce l’usanza di suonare ad ogni porta recitando la filastrocca “dolcetto o scherzetto”? Ma soprattutto perché ci si traveste nella notte più spaventosa dell’anno?