Il 21 Novembre di ogni anno si celebra la Giornata Nazionale degli Alberi, il cui scopo è sottolineare l’importanza della conservazione degli alberi come elemento fondamentale degli ecosistemi forestali e patrimonio culturale.
Gli alberi infatti non sono solo essenziali per rendere le foreste degli scrigni di biodiversità, ma svolgono anche un ruolo come fonte di risorse di vario tipo, tra cui frutti, materiale da costruzione e legna.
Inoltre è fondamentale ricordare il loro ruolo nella cattura della CO2, nella produzione di ossigeno e nel contenimento delle emissioni dovute alle attività umane.
Purtroppo però, globalmente, gli alberi non godono di una situazione ottimale.
Le castagne sono un tipico esempio di risorsa prodotta dagli ecosistemi forestali. Pexels
LA DEFORESTAZIONE
Le foreste coprono il 26% delle terre emerse, tra cui il 38% di tutte le zone abitabili, quindi escludendo le aree dove non è possibile edificare.
Nel corso della storia, gli ecosistemi forestali hanno subito una riduzione delle loro estensioni di circa il 30% a causa soprattutto dell’agricoltura e dell’allevamento.
Questo processo, chiamato “deforestazione”, attualmente avviene soprattutto nei tropici.
Ogni anno infatti, la terra perde più di 5 milioni di ettari di foreste, e il 95% di questi appartengono ad aree tropicali, soprattutto al Brasile.
Per il futuro però, ci si aspetta un cambiamento, con l’intensificarsi della deforestazione anche in Africa, dove si prevede un aumento nella richiesta di prodotti agricoli e quindi una possibile espansione dell’agricoltura a discapito delle foreste locali.
Deforestazione in atto. Pexels
LA SITUAZIONE IN ITALIA
Fortunatamente, la situazione da noi è molto più rosea.
Oggi, l’Europa è l’area geografica che ospita la maggior parte della copertura forestale globale, per un totale del 25%, e che negli ultimi anni ha registrato una leggerissima espansione delle sue foreste.
Tra i paesi europei, l’Italia è in una situazione abbastanza buona, con più del 32% del territorio costituito da foreste, e in attuale espansione.
Ciò nonostante, è probabile che anche noi soffriremo gli effetti della deforestazione condotta in altre parti del mondo.
Foglie e ghiande di una specie di quercia, alberi tipici dei boschi italiani. Pexels
RESTARE NELL’OMBRA
Il ruolo ecologico degli alberi non si limita solo alla cattura di CO2.
Le foreste sono infatti in grado di generare condizioni ambientali particolari che permettono la sopravvivenza di specie che non potrebbero vivere al di fuori di questi luoghi.
Grazie alla copertura della loro chioma, che lascia il terreno sottostante in penombra, e alla loro traspirazione, gli alberi riescono a generare un ambiente più fresco e umido, senza il quale diverse specie legate all’ambiente forestale scomparirebbero.
In città anche noi possiamo trarre giovamento da questa loro capacità, considerando che le aree urbane con copertura arborea tendono a essere più fresche di quelle che ne sono prive.
In visione di un futuro con temperature sempre più calde, questa può essere una risorsa preziosa da non trascurare, in particolare per i periodi estivi.
Inoltre, grazie alla loro traspirazione, gli alberi svolgono anche un ruolo nel mantenere l’aria pulita dall’inquinamento per quanto possibile nelle città.
All’interno delle foreste possono trovarsi tanti ambienti differenti, per esempio ambienti acquatici come fiumi, ruscelli, e stagni. Pexels
UN ALBERO COME CASA
C’è un ulteriore elemento da prendere in considerazione, e che spesso viene sottovalutato: un albero non solo è un essere vivente, ma per molte specie è un luogo in cui vivere, un ecosistema a sé stante, ricco di habitat.
Questo vale in particolare per gli alberi più vecchi, o addirittura morti.
Spesso questi tipi di alberi, per via degli agenti atmosferici che hanno agito su di loro nel corso degli anni, e per via dell’azione di diversi organismi, sviluppano una serie di cavità e forme al livello del tronco e dei rami, creando così un gran numero di microhabitat.
Il ruolo di questi alberi è estremamente importante perché agiscono come rifugio e come fonte di sostentamento per diverse specie che ne sono dipendenti, in particolare insetti, come per esempio i cervi volanti.
Per via di questa loro importanza, questi alberi ricchi di microhabitat vengono lasciati il più possibile in pace e la legna viene raccolta altrove, da alberi più giovani e possibilmente appartenenti alle specie più diffuse tra la popolazione arborea, in modo da garantire una certa diversità ed evitare di intaccare specie con popolazioni già rarefatte.
Un esempio di vecchi alberi che potrebbero ospitare microhabitat. Pexels
Nella nostra posizione privilegiata, potrebbe risultarci naturale giudicare quei paesi che portano avanti una massiccia deforestazione e definirli degli irresponsabili per via dell’impatto ambientale delle loro azioni, ma questo sarebbe un’azione ipocrita da parte nostra.
Infatti, una parte dei beni che vengono prodotti in quei paesi vengono consumati qui, dove invece le foreste stanno aumentando, seppur con una velocità contenuta.
Su quella deforestazione, in poche parole, c’è anche la nostra firma. Nel concreto, invece di deforestare qui da noi, lasciamo che siano altri a farlo in casa loro mentre noi ne traiamo giovamento, pagandoli per questo servizio.
In questa delicata situazione è importante non limitarsi a definire colpevoli o innocenti, ma cercare di gestire la situazione come meglio si può, incoraggiando quei paesi ad attuare nuove strategie di sviluppo economico.
Forse è solo questione di tempo e, come è successo in Europa, la produzione di risorse potrebbe divenire sempre più efficiente, e si farà sempre più uso di fonti energetiche diverse dal legname, come le rinnovabili e il nucleare.
È necessario comunque ricordare che agricoltura e allevamento sono le principali cause di questa deforestazione, quindi cambiare i metodi con cui produciamo il cibo, o modificare le nostre diete, per esempio evitando la carne di bovino, potrebbe accelerare un’inversione di rotta.
Esplora il sito di “Our World in Data” (https://ourworldindata.org/) per scoprire cosa ci raccontano i dati sul nostro mondo, e su cosa è necessario fare per proteggere le nostre foreste.
Autore: Davide Fundaro’
Revisione: Marta Finazzi
Grafica: Federica Marino
FONTI:
1: Hannah Ritchie (2021) – “Forest area” Published online at OurWorldInData.org. Retrieved from: ‘https://ourworldindata.org/forest-area’ [Online Resource]
2: https://www.wwf.it/pandanews/ambiente/quando-un-albero-e-ecologia-storia-e-cultura/
3: Hannah Ritchie (2021) – “Cutting down forests: what are the drivers of deforestation?” Published online at OurWorldInData.org. Retrieved from: ‘https://ourworldindata.org/what-are-drivers-deforestation’ [Online Resource]
4: Hannah Ritchie (2021) – “Deforestation and Forest Loss” Published online at OurWorldInData.org. Retrieved from: ‘https://ourworldindata.org/deforestation’ [Online Resource]
5: https://www.waldwissen.net/it/ecosistema-bosco/protezione-della-natura/conoscere-proteggere-e-promuovere-gli-alberi-habitat
6: https://www.geopop.it/le-foreste-in-italia-sono-in-crescita-ecco-i-dati-dellinventario-nazionale/
7: https://www.focus.it/ambiente/natura/perche-bisogna-piantare-alberi-citta