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Terapie di conversione: a che punto siamo?

Il 17 maggio 1990 l’omosessualità venne ufficialmente eliminata dall’International Statistical Classification of Diseases and Related Health Problems (ICD-10, Classificazione internazionale delle malattie e dei problemi correlati) dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), ma nonostante ciò ancora oggi sono diffuse quelle che vengono comunemente definite terapie di conversione

Tali terapie si basano sul preconcetto che l’unico orientamento sessuale possibile ed esistente sia l’eterosessualità, così come l’essere cisgender sia l’unica opzione concepibile. Secondo lз fautorз di questa ipotesi, questo mutamento sarebbe causato da specifici accadimenti occorsi nel corso della vita di una persona quali traumi e abusi di vario genere. 

Di fatto, però, è un’idea desueta ormai sfatata dalle maggiori associazioni di psicologɜ e psichiatrɜ in quanto non solo priva di fondamento medico-scientifico, ma anche portatrice dell’obsoleta ed errata dicotomia omosessualità=patologia.

Cosa sono le terapie di conversione

Con “terapie di conversione” ci si riferisce a molteplici pratiche diverse tra loro che spaziano tra esorcismi, incontri di gruppo, terapie dell’avversione, isolamento, elettroshock, lobotomia, somministrazione di psicofarmaci che mirano alla modificazione del comportamento sessuale e romantico dell’individuo. In alcuni casi si parla addirittura di vere e proprie violenze fisiche e stupri di gruppo, riservati in particolare a donne lesbiche. Tali pratiche barbare sono ritenute valide non solo da alcune comunità religiose sparse per il mondo, ma anche da alcunɜ “psicologɜ” e “psichiatrɜ”, anche se, come già accennato, considerate dannose e inutili dalla comunità scientifica.

Secondo un sondaggio svolto da Trevor Project (2020), circa 6 giovani su 10 facenti parte della comunità LGBTQIA+ hanno riportato di essere statз incitatз a cambiare il proprio orientamento sessuale e/o la propria identità di genere; il 10% deз intervistatз ha affermato di essere statə sottopostə a terapie di conversione, il 78% di loro era minorenne e il 28% ha tentato il suicidio dopo essere statə costrettə a ciò.

La nuova legge in Francia

Tali terapie sono apertamente condannate e respinte dall’ONU e dal Parlamento Europeo, nonché illegali in alcuni paesi tra cui Canada, Australia, Brasile e Taiwan. Inoltre, sono dannose e hanno gravi conseguenze quali ansia, depressione, disfunzioni sessuali, disturbi dell’umore e pensieri suicidi. Per questo motivo, il Parlamento Europeo chiede ai paesi membri dal 2018 di adattarsi, ma solo Malta (2016), Germania (2019) e ora la Francia le hanno rese illegali. Legislazioni simili sono in fase di studio in Belgio e nei Paesi Bassi.

In questo contesto, la Francia si è mossa recentemente.

Il 25 gennaio 2022, il presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron annuncia via Twitter l’approvazione all’unanimità e in via definitiva, da parte del Parlamento, della legge che vieta le terapie di conversione a danno delle persone LGBTQIA+. Ecco le sue parole: «Queste pratiche indegne non hanno posto nella Repubblica. Perché essere se stessi non è un crimine, perché non c’è niente da curare».

Tale legislazione prevede, per le persone condannate, sanzioni penali per aver tentato di praticare terapie di conversione e apre la possibilità alle associazioni di attivistз di intentare causa civile per conto delle vittime. Le sanzioni fanno sì che gli atti “che mirano a modificare o rimproverare l’orientamento sessuale o l’identità di genere” e che, di conseguenza, impattano sulla salute fisica o mentale delle vittime, siano punibili con una multa fino a 30.000 euro e con un massimo di due anni di carcere. Se questi tentativi coinvolgono direttamente minori o persone definite vulnerabili, la pena può salire fino a tre anni di reclusione con multe di 45.000 euro.

E in Italia? 

Per quanto riguarda il nostro paese, nel 2016 è stato presentato al Senato un disegno di legge che chiedeva il divieto delle terapie di conversione a danno di minorenni, con relative sanzioni pecuniarie in caso di violazione di tale norma e sospensione da uno a cinque anni dall’esercizio della professione per chi le pratica. 

Questa legge, però, non è mai stata discussa.

In Italia i centri per “guarire” le persone LGBTQIA+ sono ancora legali e, secondo una stima della Società Italiana di Andrologia (SIA), una persona su 10 è vittima delle terapie di conversione, in particolare giovani e adolescenti.

Questa, purtroppo, è una conferma del fatto che ad oggi, nel nostro paese, nessuna violenza venga reputata abbastanza grave da meritare una legge specifica, nemmeno se se ne parla ormai in quasi tutta Europa.

Non ci resta che continuare a lottare, unitз più che mai.

FONTI

France passes law banning ‘conversion therapy’ for LGBTQ people. (2022, 26 Gennaio). France24.

Ghitti, V. (2022, 22 Febbraio). LGBT: 1 su 10 ancora vittime di pratiche correttive. Sanihelp.

The Trevor Project. (2020). National Survey on LGBTQ Youth Mental Health.

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