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Come si racconta un’emozione?

La parola “libro” deriva dal latino librare=mantenere in equilibrio i piatti della bilancia. 

Pensare alla nostra vita come un enorme romanzo fatto di tanti capitoli ci aiuta a visualizzarla come una realtà in continuo mutamento, cambiamento, trasformazione, una bilancia che si muove senza mai fermarsi. Ciò che ci permette di fare la scrittura è trasformare i nostri vissuti emotivi in storie da visualizzare, digerire, raccontare, palesare, mettere al mondo, distruggere, modificare. 

Quando parliamo di storie parliamo di metamorfosi. 

In primo luogo, se esercitata nel tempo, la scrittura diventa un rituale, qualcosa che facciamo per noi e in cui crediamo, qualcosa per la quale spendiamo il nostro tempo. Rientra sicuramente nella sfera del prendersi cura di sé in modo sano e costruttivo. 

Un rituale è importante, perché ci dà un tempo e uno spazio in cui essere presenti, coscienti e consapevoli dell’atto che stiamo compiendo. Scrivere può essere un rituale privato, svolto in camera o in una zona comfort in cui ci sentiamo accoltɜ e protettɜ. Potrebbe essere anche una pratica pubblica, ad esempio potremmo scrivere di noi sedutɜ comodamente sulla panchina di un parco. Scegliamo di scrivere alla luce del sole, davanti ad un tramonto o nel buio pesto della nostra camera.

È un rituale anche scegliere gli strumenti con cui scrivere, la tipologia di carta o se invece preferiamo una scrittura digitale. 

Ma che potere ha la scrittura?

La scrittura ci permette di dare forma ai nostri vissuti e blocchi emotivi, ci permette soprattutto di guardare la nostra storia in modo distaccato, in una dimensione del “come se” fossimo l’occhio che vede lə protagonista agire, soffrire, sperimentare, gioire. Attribuire le nostre emozioni ad un personaggio rende più facile l’espressione delle stesse, mantenendo una dimensione di gioco che abbassa le difese dell’Io. 

La scrittura creativa (una delle sottocategorie della scrittura in terapia) ci regala la possibilità di costruire un personaggio che vive di vita propria, scegliere un tempo e uno spazio in cui farlo agire, decidere di avere o meno dɜ co-protagonistɜ, scegliere un movente, decidere a chi far raccontare la storia e portala avanti senza arrivare subito ad una conclusione.

Scrivendo la storia possiamo notare cosa si permette di fare quel personaggio e cosa noi non ci permettiamo di fare nella vita reale. Notiamo come quel personaggio si permette di pensare o di vestirsi molto più liberamente di quanto non ci permettiamo noi. Notiamo le azioni che compie e che su di noi verrebbero auto-giudicate. Lavorare col personaggio ci permette di uscire dallo schema di giusto o sbagliato, di difesa e di giudizio.

Spesso ci rendiamo conto di essere bloccatɜ da qualcosa e ad un muro rispondiamo con altrettanti muri che potrebbero aver funzionato in passato, ma che nel presente ci ostacolano nel pensare a strategie molto più funzionali.

Se il nostro personaggio si apre ad altre possibili soluzioni per oltrepassare l’ostacolo, potremmo farlo anche noi?

Di seguito alcune interessanti attività per iniziare a narrare le proprie emozioni tramite la scrittura.

1) Pensate ad un episodio della vostra vita durante il quale avreste voluto reagire in modo diverso. Riscrivete la storia sotto forma di romanzo con un personaggio, un tempo e uno spazio e provate a inventare una nuova possibile azione. 

2) I riquadri sopra sono divisi nella quattro emozioni base: tristezza, felicità, rabbia e paura. Concentrati su un emozione alla volta, chiudi gli occhi se necessario e visualizza un ricordo in particolare che contiene quell’emozione. Dai dignità e spazio a quel ricordo e trasformalo da memoria in parola.

3) Focalizzatevi sulle difficoltà del periodo che state affrontando, scegliete un luogo che vi sembra simile alla vostra vita in questo momento. Partite dal luogo per iniziare a narrare la storia. Create un personaggio e scrivete in terza persona vi aiuterà nell’espressione delle emozioni.

4) Pensate a quattro relazioni diverse della vostra vita presente o passata. 

Disegnate la vostra figura accanto a ciascuna persona con cui decidete di entrare in relazione in questo momento. Per ogni relazione scrivete la vostra storia, quello che è successo, ciò che vi ha ferito e ciò che vi ha reso felici. Se la relazione in questione è finita, riscrivete la storia cambiando il finale. Inventatene uno che sia soddisfacente.

Fonti:

Sunderland, M., Disegnare le emozioni, espressione grafica e conoscenza di sé, Erickson, Trento, 1997.

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