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LA POVERTA’, OGGI (in chiave socio-economica)

Vi portiamo un approfondimento socio-economico rispetto al tema della povertà nel mondo. L’identificazione di chi siano le persone povere e la misurazione dell’estensione della povertà sono indubbiamente due dei problemi più complessi che devono essere affrontati nel contesto della sicurezza sociale e delle politiche pubbliche. L’eliminazione della povertà è uno degli obiettivi fondamentali dello sviluppo e l’identificazione dз poveri, assieme alla ricerca di un’adeguata misura di povertà, non sono dotate soltanto di un’importanza intrinseca, ma, soprattutto, posseggono enormi implicazioni di ordine politico: lo studio della povertà ha, di conseguenza, principalmente un valore normativo, prima ancora che positivo.

La definizione di povertà e la dicotomia tra l’approccio utilitaristico e l’approccio dei bisogni primari:

Senza dubbio, la povertà è una situazione di mancanza. Il problema della definizione della povertà diventa, dunque, il problema dell’identificazione di quale sia l’oggetto di tale mancanza. 

La scuola Utilitarista individua tale oggetto nel benessere economico, inteso come utilità, ovvero una condizione psicologica di felicità, appagamento, piacere. I propugnatori dell’approccio dei Bisogni Primari, al contrario, credono che la povertà debba essere intesa come carenza di un paniere di beni di peculiare importanza per il benessere di ogni individuo. Le possibili critiche alle due teorie citate, vanno ben oltre il rifiuto dell’esistenza di un’utilità misurabile o il sollevamento del dubbio circa la possibilità d’accordo su cosa si debba inserire nell’elenco dei beni primari, ma, come si può immaginare, comportano la messa in discussione di un intera visione del mondo che, dunque, pretende la proposta di un intero sistema teorico alternativo.

L’approccio delle Capacità di Amartya Sen:

La sintesi di queste due diverse interpretazioni è, infatti, fornita dall’approccio delle Capacità di Amartya Sen: l’oggetto di analisi è la capacità di un individuo di essere e agire. Lo spazio delle capacità è contiguo a quello di beni primari e utilità, poiché le capacità sono concettualmente successive all’atto di possedere un bene, e antecedenti al raggiungimento di uno stato di appagamento derivante dal suo utilizzo.

Dicotomia tra povertà relativa e assoluta

Povertà relativa: la povertà è l’inadeguatezza del soddisfacimento di bisogni che variano in relazione allo spazio, al tempo, e alle caratteristiche personali di ciascun individuo; 

Povertà assoluta: esistono una serie di bisogni che devono essere soddisfatti a prescindere da qualsiasi obiezione

Sen scioglie tale dicotomia: la povertà è un concetto assoluto se si osserva lo spazio delle capacità, ma assume aspetti relativi nello spazio dei beni. 

La vera definizione di povertà:

Pensare al concetto di povertà significa essenzialmente identificare situazioni che sono considerate inaccettabili, ingiuste, inique, in una data società. 

Il benessere di una persona dipende dal tipo di vita che essa è in grado di condurre, ovvero da ciò che ella riesce a fare e ad essere. La povertà diventa la mancata realizzazione delle funzioni essenziali per la vita umana, quindi l’incapacità di realizzare le proprie funzioni. La realizzazione di questi traguardi o funzionamenti dipende di certo dall’ammontare di risorse economiche a disposizione, ma anche da altri fattori: conta chi siamo, quali caratteristiche abbiamo, in quale contesto viviamo sul piano familiare, economico, sociale e culturale. 

All’interno di questa cornice, i beni e le risorse a disposizione sono dunque un mezzo per la realizzazione del proprio benessere, ma non sono essi stessi il benessere. Per spiegare meglio questo assunto fondamentale possiamo appoggiarci all’esempio descritto da Sen: il fatto di possedere una bicicletta, non è garanzia del fatto di poterla utilizzare con vantaggio. Una persona potrebbe non disporre della capacità necessaria ad utilizzare tale bene, ad esempio a causa di un handicap di tipo fisico. Si vede chiaramente come il fatto di possedere un bene o di possedere le risorse necessarie per ottenerlo non è abbastanza per valutare lo stato di benessere di quella persona. Il benessere, e simmetricamente la povertà, non sono descrivibili in termini di “avere”, ma dipendono da ciò che ognunə riesce a “fare” e ad “essere”. Questa teoria, dunque, sostituisce il qualcosa della definizione generale di povertà citata prima, non con il concetto di utilità, né con un paniere di beni di base, ma con alcune capacità (laddove per capacità s’intende la libertà di scegliere tra funzionamenti diversi), considerate come minimamente accettabili. 

Sicuramente la definizione di Amartya Sen è più inclusiva e comprensiva di molti criteri che spesso mancano nelle altre definizioni. Sicuramente la sua visione è una visione più vicina alla povertà che vediamo oggi, che è una povertà oltre che di reddito/economica, soprattutto socio-culturale e di capacità.

APPROFONDIMENTO STATISTICO: ITALIA, PANDEMIA E POVERTA’

Dopo questa introduzione utile a comprendere il concetto di povertà, abbiamo pensato di proporvi un approfondimento rispetto alla povertà in Italia post Covid-19 (dati Istat).

Nel 2020, sono in condizione di povertà assoluta poco più di due milioni di famiglie (7,7% del totale da 6,4% del 2019) e oltre 5,6 milioni di individui (9,4% da 7,7%). Dopo il miglioramento del 2019, nell’anno della pandemia la povertà assoluta aumenta raggiungendo il livello più elevato dal 2005 (inizio delle serie storiche). Per quanto riguarda la povertà relativa, le famiglie sotto la soglia sono poco più di 2,6 milioni (10,1%, da 11,4% del 2019).

9,4% La percentuale di famiglie che si trovano in povertà assoluta nel Mezzogiorno 

7,6% al Nord

5,4% al Centro

1,3 mln Numero di minori in povertà assoluta (13,5%)

29,3% L’incidenza della povertà assoluta tra lз cittadinз stranierз residenti (26,9% nel 2019) 

È il 7,5% tra lз italianз (5,9% nel 2019).

La diffusione della povertà diminuisce al crescere del titolo di studio. Se la persona di riferimento ha conseguito almeno il diploma di scuola secondaria superiore l’incidenza è pari al 4,4% mentre si attesta al 10,9% se ha al massimo la licenza di scuola media (entrambe le modalità in crescita rispetto al 2019).

LO SAPEVI…? Anche l’ONU ha inserito nell’Agenda 2030 un obiettivo ad hoc sulla povertà! E’ l’obiettivo numero 1! Puoi approfondirlo qui: https://www.un.org/sustainabledevelopment/poverty/ 

FONTI:

La misurazione multidimensionale della povertà, Lidia Ceriani, Università Bocconi (2002)

CeSPI – Centro studi di politica internazionale: Un approccio non banale alla povertà per la valutazione strategica dei progetti di cooperazione allo sviluppo (2009)

Report Istat Povertà (2020)
ONU, Agenda 2030 https://www.un.org/sustainabledevelopment/poverty/

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