La teoria di Melanie Klein
Il gioco è una delle attività umane in grado di generare soddisfazione e piacere. Tuttз noi abbiamo scelto il “nostro” gioco sulla base del nostro interesse e del nostro piacere. In modo particolare i bambini fanno del gioco la loro occupazione e attraverso il gioco esprimono se stessз, i propri interessi e anche le proprie emozioni e stati d’animo.
Storia della psicoanalisi infantile
Da un punto di vista storico, la psicoanalisi dз bambinз si considera ufficialmente iniziata con gli studi di Hermine Hug-Hellmuth, un’allieva di Freud che entra a far parte della Società Psicoanalitica di Vienna.
Successivamente si apre la discussione tra lз psicoanalistз su quale sia il metodo più adatto per il trattamento dз bambinз.
Melanie Klein è la prima a fondare una psicoanalisi per lз bambinз con un uso metodologico del gioco, restando ancora oggi un fulcro della psicoanalisi infantile. Attraverso un lavoro di ricerca strettamente collegato alla sua lunga pratica analitica, offre un contributo fondamentale alla conoscenza dello sviluppo psicologico dei primissimi anni di vita də bambinə.
Gioco come linguaggio e interpretazione
La ricerca di Melanie Klein evidenzia, in particolare, l’importanza del mondo interno dз bambinз. Sottolinea il parallelismo tra il gioco e l’attività onirica: nel gioco lз bambinз riproducono simbolicamente fantasie, desideri ed esperienze e nel farlo si servono dello stesso linguaggio dei sogni. In questo modo, l’analista può capire ciò che lз bambinз esprimono se analizzato con lo stesso metodo utilizzato per l’interpretazione dei sogni.
Gli oggetti da lei utilizzati durante le sue sedute erano giochi costituti da personaggi umani, animali, pasta per modellare, carta e matite. La stanza in cui avveniva il lavoro analitico era arredata in modo semplice, così che lə bambinə potesse muoversi liberamente nello spazio e manifestare le sue emozioni e stati d’animo. I giocattoli non dovevano rappresentare significati prestabiliti: ad esempio, lei utilizzava delle piccole statuine di maschi e femmine ma senza una rappresentazione specifica e lə bambinə poteva proiettare liberamente le sue fantasie inconsce.
Questa attività ludica non rappresenta soltanto un’esplorazione del mondo esterno, ma anche un modo per controllare le proprie angosce attraverso l’espressione e la fantasia.
Osservazione
Prestando attenzione ai singoli fattori che lo costituiscono (durata, materiali, difficoltà, simboli, caratteristiche e partecipazione), il gioco diventa un linguaggio da interpretare.
Melanie Klein sostiene che l’osservazione e l’interpretazione del gioco possano costituire un mezzo di analisi di quelle che lei definisce nevrosi infantili.
Nel suo libro “La psicoanalisi dei bambini”, teorizza che i giochi dз bambinз hanno, come i sogni, una facciata dietro cui possiamo scoprire, attraverso l’osservazione, un contenuto latente. Lei ritiene che nel gioco lə bambinə non si limita a superare una realtà dolorosa, ma trova anche il modo di dominare l’angoscia delle sue forze istintuali e delle minacce interne, proiettandole sul mondo esterno.
Nel gioco, soprattutto in quello libero lontano dalla struttura dell’adulto di riferimento, lз bambinз esteriorizzano i loro più intimi conflitti, allontanando così la tensione e l’ansia che ne derivano e accrescendo anche la loro comprensione del mondo.
Osservare come, con cosa e con chi lз bambinз giocano, può essere decisamente utile per lз genitori e per chiunque svolga un ruolo educativo nella loro vita, per costruire uno spazio dove lз bambinз possono sperimentare la loro fantasia, far emergere le loro emozioni e costruire il loro ponte con la realtà e con il mondo.
Nel suo libro “La psicoanalisi dei bambini”, riporta diversi esempi di casi di bambinз, suoз pazientз, che attraverso il gioco manifestavano i loro sensi di colpa e le loro frustrazioni derivanti principalmente da avvenimenti o cambiamenti avvenuti improvvisamente nelle loro vite. Solo per citare alcuni esempi, la nascita di un fratellino e/o sorellina, un rapporto burrascoso tra lз genitori, comportamenti educativi non corretti: queste dinamiche possono creare uno stato di disagio e frustrazione.
La psicoanalisi per un bambino è molto più complessa rispetto a quella effettuata da persone adulte. Unə adultə è consapevole del suo mondo, sa descrivere le sue emozioni e questo aiuta lə psicoterapeuta nella costruzione di un trasfert. Per lз bambinз è più complesso, in quanto sono ancora alla scoperta del loro io interiore, delle loro emozioni e anche del mondo e della realtà che li circonda. Unə bambinə è in grado di percepire una situazione di disagio, ma non sa comunicare il proprio disagio e le proprie emozioni come farebbe unə adultə.
Approcciarsi a loro attraverso l’osservazione di un’attività ludica è un metodo che consente aə bambinə di mostrare in modo semplice e naturale quelle che sono le sue emozioni. Ciò rappresenta un ponte di comunicazione con il mondo esterno e con lз adultз.
Hanno bisogno di essere ascoltatз, compresз e indirizzatз nella scoperta delle loro emozioni positive, ma soprattutto negative in un modo per loro naturale e quale modo migliore se non il gioco?
Fonti
Libro “La psicoanalisi dei bambini” di Melanie Klein