A lungo moltз studiosз hanno dibattuto su quanto i media possano comunicare alle persone cosa è importante e cosa deve essere preso in considerazione. Già nel 1922 Walter Lippmann, in Public Opinion, sottolineava come il pubblico dei media di fatto si trovi dinanzi a pseudo-eventi, in pratica “alle immagini che ci facciamo nella nostra mente”. Sin dalla selezione e rappresentazione quotidiana delle notizie, i media modellano la realtà sociale. Essi sono in grado di strutturare i nostri pensieri e di portarci a un mutamento cognitivo. Ordinano e organizzano il mondo per noi, inducendoci a prestare attenzione a certi eventi piuttosto che ad altri. Possono anche non riuscire a dirci cosa o come pensare, ma riescono sicuramente a dirci intorno a quali temi pensare qualcosa. Questa è la funzione di agenda setting svolta dai media, in particolare da quelli informativi.
La formazione dell’agenda è l’insieme delle attività attraverso le quali vengono selezionate le questioni che sono ritenute meritevoli di essere trattate come problemi pubblici.
Dunque, è un tema particolarmente attuale ed importante. Si capisce che c’è un “evento problema” quando si individua una discrepanza tra ciò che quell’evento è e ciò che si vorrebbe che fosse. Dopo aver individuato il problema si mobilitano le risorse necessarie all’inclusione dello stesso nell’agenda, attraverso la mobilitazione degli interessi, l’attenzione dei mass media e la pressione suз decisorз politicз.
L’agenda setting implica la percezione del problema e la sua definizione come problema politico, e poi, successivamente, la mobilitazione delle risorse necessarie alla sua inclusione nell’agenda politica ed in quella istituzionale.
L’agenda è un insieme di cose da fare oppure di questioni ritenute rilevanti sulle quali si intende discutere.
Possiamo fare distinzione fra tre diversi tipi di “agenda”. Concentrandosi su certe questioni o eventi, i media indicano al pubblico ciò che vale la pena di prendere in considerazione. Questa è la cosiddetta agenda dei media. Ci sono poi le questioni e gli eventi che interessano il pubblico, e questa è l’agenda del pubblico. Infine, anche lз dirigenti politicз, interessatз tanto ai media quanto al pubblico, hanno una loro agenda in base alla quale elaborano e discutono le leggi che riguardano il Paese (agenda politica). L’agenda politica è quella in cui sono collocate tutte le questioni che in un dato momento sono ritenute di rilevanza collettiva. L’agenda istituzionale è quella in cui sono collocate le questioni su cui si intende procedere fattivamente.
Esistono diversi tipi di agenda setting.
- L’OUTSIDE INITIATIVE MODEL avviene quando un attore collettivo esterno alle istituzioni solleva una questione. Successivamente si espande il consenso tra i diversi gruppi, si allarga l’interesse verso il problema (agenda pubblica) e si crea pressione suз decision-makers (agenda istituzionale).
- Il MOBILIZATION MODEL avviene quando gli attori politico-amministrativi iniziano il percorso per mobilitare l’interesse popolare e così si passa dall’agenda istituzionale a quella pubblica, tramite campagne pubbliche di informazione.
- L’INSIDE ACCESS MODEL è quando attori interni al sistema agiscono per evitare che una questione venga inserita nell’agenda politica (ma che venga inserita solo in quella istituzionale). Pertanto vengono definiti problemi e soluzioni ma il pubblico non viene coinvolto.
Questi modelli sono fondamentali per capire il flusso dei problemi e il flusso delle soluzioni oggi. Più problemi, spesso in competizione tra di loro, si affacciano sulla scena.
Circolano poi soluzioni e proposte nelle comunità epistemiche e in altri contesti, ma visto che muta la politica e mutano i rapporti di potere fra i vari attori, unǝ imprenditorǝ di policy making attende il momento perfetto e sfrutta la finestra di opportunità offerta dalla convergenza dei 3 flussi. Così facendo, il problema pubblico entra ufficialmente nell’agenda delle istituzioni pubbliche.
FONTI
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