I capezzoli sono una delle parti del corpo più sensibili, nonché un’importante zona erogena. La loro funzione primaria sembra essere l’allattamento, ma le loro terminazioni nervose li rendono un punto nevralgico per il piacere. I capezzoli possono essere stimolati autonomamente o, sempre con il consenso, d* partner sia durante la masturbazione che in altri momenti, per aumentare l’eccitazione e arrivare all’orgasmo. Essi sono ancora oggi un vero e proprio tabù. Sia perché sono legati al piacere, sia perché si legano all’allattamento e al potere generativo femminile, che nella Storia e nelle diverse culture è sempre stato associato ad un potere “oscuro”, che nel corso dei secoli è stato normato e controllato dagli uomini.
CAPEZZOLI? NON SOLO SESSO
Con l’allattamento, le donne usano autonomamente e consapevolmente il proprio corpo; sono soggetti (e non oggetti) che usano il seno per una funzione biologica e non per soddisfare lo sguardo maschile. Molte donne, purtroppo, non sono abituate a toccare il proprio seno con scopi diversi da quelli erotici e percepiscono poco comune toccarsi per altre finalità, come nel caso dell’autopalpazione per la prevenzione del tumore mammario. I capezzoli femminili sono estremamente soggetti a censura; di contro, molte attiviste hanno coniato l’espressione “freethenipple” per rivendicare la possibilità, per chiunque, di mostrare i capezzoli (al mare, sui social etc) esattamente come fanno gli uomini. Proprio rispetto ai social, da qualche tempo, è nata la pagina @genderless_nipples che cerca di sensibilizzare sul tema dell’esposizione online.
Il feed della pagina mostra diversi capezzoli a una distanza così ravvicinata da non permettere di capire se questi appartengono a un uomo o a una donna. Tanto che Instagram è arrivato a segnalare alcune loro immagini, tra cui si trovava anche un capezzolo maschile. Questo perché il problema non sembra essere il capezzolo in sé, ma il “contorno”, ovvero il corpo (femminile).
PERCHÉ ANCHE I MASCHI HANNO I CAPEZZOLI?
I capezzoli sono delle sporgenze dalla forma simile a quella cilindrica o conica. Si trovano al centro dell’area mammaria e le loro dimensioni variano in base a età, sesso e momento fisiologico.
Questo perché il testosterone (ormone che conduce ad una differenziazione sessuale XY, cioè biologicamente maschio), inizia ad agire sul feto solo dopo il 6° mese, e in questo arco temporale essi si sono già formati.
CAPEZZOLI? PIACERE!
I capezzoli sono soprattutto associati al piacere (e al tabù). La loro stimolazione comporta il rilascio di ossitocina (l’ormone dell’amore), che è presente anche durante il parto e l’allattamento. Sono una zona erogena molto importante, piena di terminazioni nervose che proiettano dritti verso il piacere. Se stuzzicati possono aumentare l’eccitazione e condurre all’orgasmo.
La stimolazione dei capezzoli provoca un intenso piacere in molte donne. Si possono leccare, stuzzicare, mordicchiare, pizzicare con le dita ma anche con sex toys (sempre con il consenso d* partner).
Alcune donne possono anche arrivare al “nipple orgasm”, un orgasmo tutto derivante da loro. In pratica, il cervello elabora la stimolazione genitale e del capezzolo allo stesso modo!
FREE THE NIPPLE!
I capezzoli femminili sono associati ad un fortissimo tabù. Sui social sono spesso censurati o segnalati e nella società non devono essere mostrati, pena l’essere osservate, molestate o giudicate.
L’idea che possano accendere la libido maschile è una costruzione culturale ed è pericolosa. Niente giustifica una molestia, un commento o un’osservazione. Niente.
I capezzoli non sono uno strumento di seduzione. Sono una parte del corpo e, casomai, un luogo di piacere.
VIA IL REGGISENO
I capezzoli femminili sono associati al sesso e alla riproduzione e quindi a un tabù. Ci dicono che non devono essere visti. Copritevi (ma non troppo). Siate sexy (ma non provocate). Mettete il reggiseno (ma se si intravedono dalla maglietta quasi, quasi è meglio. Anzi no, sono volgari, sei un’esibizionista).
Tutti questi messaggi sono incoerenti e intrisi di male gaze, uno sguardo maschile (che appartiene a tutt* noi).
CAPEZZOLI E IL DOPPIO STANDARD DEI SOCIAL NETWORK
Vi siete mai accortә che la censura dei capezzoli non esiste quando a mostrarli sono gli uomini?
Si parla di “doppio standard”: una stessa azione, compiuta da uomini o donne, assume significati diversi. Addirittura, per evitare censure nelle campagne di prevenzione del cancro al seno (che, ricordiamo, coinvolge anche gli uomini!), si è dovuto ricorrere all’uso di capezzoli maschili per il tutorial dell’autopalpazione del seno.
Il problema è che il corpo delle donne è sempre oggetto di discussione, che sia un complimento, un commento, una molestia, un suggerimento, un’osservazione. Il corpo femminile è sempre al centro dell’attenzione e i capezzoli stanno proprio sotto i riflettori.
Decidere se mettere o meno il reggiseno spetta a chi quel reggiseno deve indossarlo. Decidere se coprirli o meno deve essere una scelta personale e non oggetto di discussione. Così come decidere di mostrarli. Così come avere necessità di tenerli fuori per allattare.
RIAPPROPRIARSI DEL PROPRIO CORPO
Il problema dei capezzoli è la loro riconoscibilità in quanto parte del corpo femminile. Non sono ammesse neanche forme d’arte. I nudi femminili artistici, storicamente, sono stati raffigurati spesso da uomini, e qui sta la differenza.
Usare il proprio corpo (femminile) come forma di espressione, diventa una questione politica.
Se una donna mostra il proprio corpo senza voler soddisfare uno sguardo maschile, se ne riappropria e ne diventa l’unica proprietaria. E questo spaventa.
FONTI:
https://www.treccani.it/enciclopedia/capezzolo_%28Dizionario-di-Medicina%29/
https://www.internazionale.it/video/2016/04/20/liberra-capezzolo-free-the-nipple