La cultura drag presenta insospettabilmente un’origine religiosa, prima di condurre alla definizione di Drag Queen e Drag King, appartenente ai nostri giorni. Infatti prima di Shakespeare, nel mondo occidentale il teatro non era concepito come laico, e sui palcoscenici adibiti alla sfera sacra si potevano esibire soltanto uomini. Di qui la prima matrice drag, puramente utilitaristica.
Gli attori dovevano interpretare anche le donne.
Il termine drag (trascinare) deriverebbe dal modo in cui i loro abiti strisciavano sul pavimento.
Se da un lato il fenomeno nasce per necessità, dall’altro nell’Ottocento con l’avvento del blackface (modo di truccarsi per stereotipare sul palco persone nere) e del vaudeville americano (spettacoli con musica, danza e burlesque), gli uomini trasformarono le loro esibizioni a teatro in performance individuali, che divennero presto un’arte a sé stante.
Il drag ebbe modo di svilupparsi nel XX secolo, specialmente durante il proibizionismo degli anni ’20-’30, quando la comunità LGBTQ+ e le drag queen potevano esibirsi al riparo dalla legge negli speakeasy, bar dove si vendeva illegalmente alcol.
Qui le persone ritrovavano serenità in un periodo storico buio, ed esprimevano se stesse. A partire dagli anni ’80 la cultura drag divenne popolare. Artist* come David Bowie diffusero l’idea dell’estetica come forma d’arte, mentre Madonna rese celebri le ball room dove la comunità LGBTQ+ amava esibirsi. Fu in questo periodo che nacque anche l’icona drag queen RuPaul.
Negli anni ’90 spopolò anche la figura del drag king (che insieme alla drag queen dimostrò lo scopo unanime di opporsi alla dicotomia di genere), anche se fu criticata inizialmente perché ritenuta misogina e meno adeguata. Forse anche per questo i drag king formano un gruppo più concentrato, che si limita a compagnie ristrette e spettacoli nei locali.
Con il termine drag queen e drag king si intendono persone (che possono essere di qualunque genere e orientamento) che esagerano rispettivamente i tratti femminili e maschili e il binarismo di genere, come intrattenimento e satira.
Utilizzare il termine travestit* (o crossdresser, sempre più usato per assenza di un’accezione negativa) per indicare una drag queen o un drag king è un errore.
Le persone travestite si vestono da donna/uomo o interpretano donne/uomini nei loro spettacoli.
La differenza tra una drag queen e un* travestit* sta nel fatto che un* travestit* si veste da donna nella vita intima di tutti i giorni, mentre la drag queen lo fa solitamente in pubblico, durante le sue performance lavorative.
Questo non vuol dire che lo facciano per lavoro e basta.
La celebre drag queen americana (RuPaul) ha infatti dichiarato:
“Io non faccio finta di essere una donna! Quante donne conoscete che riescono a camminare su un tacco 12, che indossano parrucche alte un metro e venti, e vestiti aderentissimi? Non mi vesto come una donna, mi vesto come una drag queen!”.
Una classica confusione la possiamo poi trovare sulla differenza tra l’essere drag e l’essere trans, come se le due cose potessero essere sovrapponibili.
Un vestito e una performance non possono in alcun modo definire l’orientamento sessuale o l’identità di genere di un essere umano.
È vero che attualmente quest’arte viene spesso praticata da artist* appartenenti alla comunità LGBT+ ma questo accade a causa della pressione sociale esterna e dei pregiudizi e stereotipi che colpiscono le persone cisgender e/o etero che vorrebbero performare i propri personaggi in drag.
Dopo gli anni Sessanta, le drag queen hanno intrecciato indissolubilmente la loro storia con quella del movimento LGBTQ+, anche se a oggi una parte del movimento fatica a riconoscerne il ruolo e l’importanza.
Icone, sì, ma spesso considerate scomode e destinate a dividere.
Anche all’interno del movimento -per qualcuno- le drag sono “troppo”. Questo perché spesso i personaggi in drag “stressano” il genere, giocando sugli stereotipi di genere ed estremizzando caratteristiche e comportamenti.
Fondamentali sono i riferimenti a cui spesso rendono palesemente omaggio, che sono icone e stelle dello spettacolo e delle arti.
È innegabile che oggi drag queen e drag king stanno diventando sempre più visibili e presenti nei media diventando ess* stess* nuove icone ed appassionando un pubblico sempre più ampio e non solo nella comunità LGBTQIA+.
Fonti:
https://en.wikipedia.org/wiki/Drag_queen#Terminology,_scope_and_etymology
https://www.encyclopedia.com/social-sciences/encyclopedias-almanacs-transcripts-and-maps/drag-kings