TW: violenza, tortura, stupro
Villa Grimaldi è considerato il più importante del DINA ‘s (Dirección de Inteligencia Nacional, la polizia segreta cilena) che è stato utilizzato per l’interrogatorio e le torture di prigionieri politici durante il governo di Augusto Pinochet.
Si trova in Avenida José Arrieta 8200 (ora 8401) in Peñalolén, alla periferia di Santiago, ed era in funzione da metà 1974 a metà 1978. Circa 4.500 detenuti sono stati portati a Villa Grimaldi durante questo tempo, almeno 240 dei quali ” scomparsi ” o sono stati uccisi da DINA.
E’ stato anche l’ubicazione della sede del Metropolitan Intelligenza Brigata (BIM). Marcelo Moren Brito, a capo di Villa Grimaldi, fu in seguito condannato per crimini contro l’umanità e condannato a più di 300 anni di carcere.
La villa fu espropriata a Emilio Vassallo alla fine del 1973. Emilio Vassallo era proprietario della villa dagli anni ‘50 e aveva trasformato la casa in un ristorante, in un ritrovo per politici, intellettuali e artisti. La villa assomigliava molto a una villa italiana, per questo la chiamarono Villa Grimaldi, con molte piante, statue in marmo, fontane e mosaici sui muri.
Ogni volta che aumentavano i detenuti venivano costruite nuove strutture per la tortura.
Il suo isolamento privilegiò la scomparsa dei prigionieri.
Da Tobalaba, aeroporto vicino, partivano gli elicotteri pieni di corpi dei desaparecidos che successivamente venivano buttati in mare.
A Villa Grimaldi i detenuti vennero sottoposti alla corrente elettrica, al waterboarding (semiannegamento), costretti a stare con la testa infilata in secchi di urina o di escrementi o soffocati con buste di plastica, appesi per le mani o i piedi e bastonati.
Molte donne vennero stuprate e per molti detenuti la punizione fu la morte.
La tortura sessuale è stata usata come un meccanismo di terrore, in cui “torturatori maschi minacciati donne detenute con lo stupro e umiliati sulla base delle loro funzioni corporee”.
La tortura è stato utilizzata come strumento sia per la castrazione dei soggetti di sesso maschile e per umiliare i rivoluzionari di sesso femminile. Un esempio documentato nelle narrazioni di Rojas descrive un’interazione tra lei e torturatori maschi. Questi la costringono a spogliarsi, per poi ridere quando è sulla sedia elettrica mentre il sangue mestruale gocciolava giù per le gambe.
Per i detenuti le celle buie e umide in cui erano reclusi erano l’unico mondo esistente.
A volte ne scaturiva anche un senso di comunità. Si stima che a Villa Grimaldi finirono 4500 prigionieri. Molti non ne uscirono, centinaia risultano ancora scomparsi. Il voyeurismo forzato esercitato a Villa Grimaldi è stato paragonato a posti come Abu Ghraib .
Con “scandalo di Abu Ghraib” si intende una serie di violazioni dei diritti umani commesse contro detenuti nella prigione di Abu Ghraib in Iraq da parte di personale dell’Esercito degli Stati Uniti e della Central Intelligence Agency (CIA), durante gli eventi della guerra in Iraq iniziata nel marzo 2003.
Queste violazioni inclusero abusi fisici e sessuali, torture, stupri, sodomizzazioni e omicidi).
Nel 1987 la villa venne venduta alla Società Costruttrice EGPT e successivamente divenne Parco per la Pace. Caratteristiche del parco della pace sono orientate a forma di “+”, che divide il parco in quattro angoli. Al centro c’è una fontana di acqua. Un sentiero collega la torre per le celle, creando un percorso tra i siti di tortura.
Le altre parti del layout divisa collegano l’ingresso del parco a muro di nomi zona memoriale. Gli studiosi suggeriscono che l’uso della forma “+” si dirama dal centro è impiegato per simbolizzare la libertà e la purificazione.
Un altro collegamento potenziale è con lo slogan “nunca + ” (mai più, non di più), comunemente usato dal movimento per i diritti umani durante la dittatura militare .
Altri elementi del parco includono El Muro de los Nombres (Wall of Names) e la camera di memoria. La parete di nomi si trova in fondo al parco ed esprime un sentimento di privacy e di rispetto per coloro che sono scomparsi.
Il pezzo include i nomi, oltre alle date di nascita e di morte, dei prigionieri detenuti a Villa Grimaldi tra il 1974-1977 e poi fatti scomparire dai militari.
Ci sono posti a sedere di fronte al muro del sito, situato intenzionalmente per provocare una comprensione dello “spazio affettivo diverso questo memoriale produce come un luogo di contemplazione senza barriere, in privato, a conforto”.
Un’altra caratteristica del parco è la Sala della memoria, che contiene ricordi, le foto in bianco e nero, i giocattoli d’infanzia, le scritture contabili e altri oggetti personali delle singole vite il cui ultimo posizioni note venivano arrestati a Villa Grimaldi.