Le chiamarono “Suffragette” le donne che tra il XVIII e XIX secolo si riunirono in movimenti per il suffragio femminile col chiaro intento di richiedere e ottenere il diritto di voto.
Il termine corretto sarebbe stato “Suffragiste”, ma già da allora la tendenza a minimizzare e ridicolizzare le rivendicazioni femminili era all’ordine del giorno.
Di questa consuetudine, le manifestanti inglesi decisero di farne un punto di forza rivendicando il termine “Suffragette”. Altre, come quelle statunitensi, preferirono invece discostarsene definendosi “Suffragiste”.
Spesso ci viene detto quanto dobbiamo a queste donne e, altrettanto spesso, restano parole vuote.
Cerchiamo dunque di capire perché è doveroso ricordare e celebrare il percorso per il suffragio femminile e il sacrificio che esso ha richiesto.
- L’INIZIO – Francia
Siamo nel 1789 in piena Rivoluzione Francese e si grida a gran voce “Liberté, Égalité, Fraternité”. Sì, ma solo per gli uomini: solo ad essi viene garantito il suffragio universale.
Nascono, in risposta, i clubs femminili. Madame de Keralis presenta all’Assemblea Rivoluzionaria il “Cahier de Doléances des femmes” e Olympe de Gouges redige la “Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina”.
Robespierre farà chiudere i clubs, la richiesta di M.me de Keralis verrà snobbata e Olympe de Gouges ghigliottinata.
Per arrivare al suffragio universale in Francia si dovrà attendere il 1945.
- IL POTERE DELLA LETTERATURA – Regno Unito
Le monarchie europee e gli stati imperiali vengono profondamente scossi dagli avvenimenti francesi. Iniziano a serpeggiare tra il popolo ideali di libertà che prima sembravano solo utopia.
Nel 1792, in Inghilterra, Mary Wollstonecraft pubblica il libro “A Vindication of the Right of Woman” : inizia ufficialmente la battaglia inglese per il diritto al voto delle donne che vede la prima vittoria nel 1869 col suo riconoscimento alle donne capofamiglia per le elezioni locali.
- LE SUFFRAGETTE – Regno Unito
Trent’anni dopo Millicent Fawcett fonda il “National Union of Women’s Suffrage”, seguita da Emmeline Pankhurst con il “Women’s Social and Political Union” (WSPU) avente l’obiettivo di estendere il suffragio femminile a livello nazionale e per tutte le classi sociali.
In seguito, le Suffragette furono arrestate, picchiate, torturate e in alcuni casi, come quello di Emily Davison, rimasero uccise durante le proteste per il suffragio femminile.
Per il suffragio universale in Inghilterra bisogna attendere il 1928.
- LA SITUAZIONE OLTREOCEANO – U.S.A.
Nel 1776 gli Stati Uniti redigono la Dichiarazione di Indipendenza dopo secoli di lotte con la madrepatria inglese. Il testo riconosce il diritto di voto esclusivamente agli uomini bianchi.
Un secolo dopo si diffonderanno i movimenti per il suffragio universale femminile: quello delle “Sentinelle Silenziose”, con a capo Alice Paul, nel 1917 picchetta pacificamente la Casa Bianca. Le manifestanti vengono arrestate e condotte a “Occoquan Workhouse” in Virginia, una delle prigioni con le peggiori condizioni igienico-sanitarie degli USA.
- LA NOTTE DEL TERRORE – U.S.A.
In quella occasione, ricordata come “The Night of Terror”, fu ordinato agli ufficiali di polizia di picchiare e brutalizzare le Suffragiste arrestate.
«Hanno picchiato Lucy Burns, le hanno incatenato le mani alle sbarre della cella sopra la sua testa, poi l’hanno lasciata lì per la notte. […] Hanno gettato Dora Lewis in una cella buia e le hanno sbattuto la testa contro un letto di ferro, cosa che l’ha messa fuori combattimento. La sua compagna di cella, Alice Cosu, che credeva che Lewis fosse morta, ha subito un attacco di cuore. […] Dorothy Day è stata sbattuta ripetutamente sullo schienale di una panca di ferro»
Mary Nolan.
Il diritto di voto alle donne negli Stati Uniti sarà riconosciuto tre anni dopo, nel 1920.
SUFFRAGIO UNIVERSALE NEL MONDO
• 1906: Finlandia • 1913: Norvegia • 1915: Danimarca e Islanda • 1917: Unione Sovietica e Olanda • 1918: Austria, Cecoslovacchia, Polonia e Svezia • 1919: Germania e Lussemburgo • 1931: Spagna • 1944: Francia
E in Italia?
• 1946: Italia, Belgio, Romania e Jugoslavia
• 1952: Grecia • 1971: Svizzera • 1984: Liechtenstein;
Il voto alle donne in altri paesi: • 1916: Canada in parte, ultimo il Quebec nel 1940 • 1929: Ecuador • 1930: Sud Africa, ma alle donne nere solo nel 1994 • 1932: Brasile • 1934: Cuba • 1935: India (sotto UK); 1950 (dopo l’indipendenza) • 1937: Filippine • 1939: El Salvador • 1945: Guatemala, Giappone • 1946: Argentina • 1947: Messico • 1949: Cina • 1952: Libano • 2015: Arabia Saudita
La strada che condusse l’Italia al suffragio femminile fu contorta ed estremamente lunga, così come, si può dire, sia prassi nel nostro paese.
Dopo l’Unità d’Italia si susseguirono circa una ventina di proposte di legge, tutte conclusesi con un nulla di fatto nonostante l’instancabile attivismo che vide protagoniste Anna Maria Mozzoni, Maria Montessori e Anna Kuliscioff. Per tutta risposta il Governo di Giolitti del 1912 concesse il suffragio universale solo maschile.
«Non saprò mai persuadermi che si debba negare ad una donna colta quello che si concede ad un uomo ignorante»
On. Ciccarone
Ci si riprovò dopo la Prima Guerra Mondiale, con una proposta approvata dalla Camera ma che non arrivò mai al Senato perché chiusa anticipatamente la legislatura. Così altri due tentativi, poi subentró il Fascismo.
All’inizio della sua propaganda Mussolini promise e concesse alle donne il voto amministrativo. Senonché, poco dopo, entrarono in vigore le leggi di abolizione dell’intero sistema elettorale amministrativo e tante altre di negazione delle libertà fondamentali e dei diritti delle donne.
Si è, insomma, dovuta attendere la fine della Seconda Guerra Mondiale, che aveva visto combattere in prima fila le donne italiane, perché si avvertisse come improrogabile la concessione del suffragio universale.
Così, la prima agognata occasione per esercitare il voto politico fu quella del Referendum del 2 giugno del 1946.
Qui si registrò, contro ogni pronostico, un’affluenza femminile dell’89%.
«Una lunghissima attesa davanti ai seggi elettorali. Sembra di essere tornate alle code per l’acqua, per i generi razionati. Abbiamo tutte nel petto un vuoto da giorni d’esame, ripassiamo mentalmente la lezione: quel simbolo, quel segno, una crocetta accanto a quel nome. Stringiamo le schede come biglietti d’amore. Si vedono molti sgabelli pieghevoli infilati al braccio di donne timorose di stancarsi e molte tasche gonfie per il pacchetto della colazione. Le conversazioni che nascono tra uomini e donne hanno un tono diverso, da pari».
A.Garofalo
FONTI
“Un giorno bellissimo. La lunga storia del voto alle donne” – Alessia Lirosi
“Il suffragio universale e la rappresentanza politica femminile – Settantesimo anniversario del voto delle donne in Italia” – Consiglio Regionale del Veneto (2016)
“Suffragettes or Suffragists? The difference explained” – K. Christensen, Better Days 2020 Historical Intern
“Suffrage in 60 Seconds: The Night of Terror”
https://www.nps.gov/media/video/view.htm?id=4E4AF4ED-AEA5-546E-A5F69E85A4AEA436