Il 30 agosto 2020 in Montenegro si tengono le elezioni amministrative dei tre comuni costieri del Montenegro: Budva, Tivat e Kotor.
Il risultato ha mandato il Partito democratico dei socialisti (DPS) all’opposizione. Mentre i partiti che erano all’opposizione nel Parlamento nazionale hanno vinto a Budva. Tuttavia, in poch* si aspettavano che l’opposizione vincesse anche a Kotor e Tivat
Cos’è successo a Budva, in Montenegro?
Lo scorso giugno, è avvenuto un vero e proprio golpe da parte di consiglier* comunali eletti nelle fila del DPS, del Partito Montenegrino (CP) e dei Socialdemocratici (SD). Con l’appoggio di un consigliere indipendente, Stevan Džaković.
Anche a Kotor si sono verificati rovesciamenti violenti di potere e questi avranno conseguenze a lungo termine. Fungendo da monito per tutti i partiti, che devono capire che la compravendita di seggi e i passaggi da un partito all’altro sono totalmente inaccettabili, in un Paese dove la corruzione è all’ordine del giorno.
Tre giorni dopo le elezioni
la comunità islamica è stata oggetto di violenze e forti provocazioni, così come denunciato dall’imam di Pljevlja, città centro nel nord del paese dove la maggioranza de* cittadin* è di etnia bosgnacca, di fede musulmana.
L’ 8 ottobre 2020 il presidente del Montenegro, Milo Djukanovic, seguendo le indicazioni della nuova alleanza di governo, ha proposto come primo ministro designato Zdravko Krivokapic. L’uomo, leader della coalizione filo-serba “Per il futuro del Montenegro”, è stato incaricato di formare il nuovo esecutivo che, come annunciato dal presidente, porrà fine a tre decenni di governo socialista.
Krivokapic ha dichiarato che i colloqui con Djukanovic “sono stati un segno di miglioramento della cultura politica”. E che lui e gli altri leader della sua alleanza invieranno al Parlamento una proposta per la composizione del nuovo gabinetto entro l’8 novembre. “La cosa più importante per noi è un futuro diverso per il Montenegro”, ha detto il premier designato ai giornalist*.
Le coalizioni che si sono unite nel fronte anti-Djukanovic e diverse organizzazioni a sostegno della democrazia e dei diritti umani hanno a lungo accusato il capo di Stato e il suo Partito Democratico dei Socialisti (DPS) di gestire il Montenegro come un proprio feudo, fatto di profonda corruzione e collegato alla criminalità organizzata. Il DPS e Djukanovic, tuttavia, negano le accuse nei loro confronti e affermano di aver portato avanti varie iniziative rilevanti per il bene del Paese.
FONTI
N.B. L’autrice del presente articolo (Eleonora Santonocito) non collabora più con Eduxo e per questo, non avendo più un account, questo articolo risulta nel profilo della Presidente dell’associazione.