Il caso Wikileaks

Wikileaks è un’organizzazione internazionale senza scopo di lucro che si propone di smascherare e rivelare i comportamenti non etici di governi e aziende.

Il sito grazie ad un complesso sistema di cifratura garantisce l’anonimato assoluto sia a* fondator* che a chi carica documenti coperti da segreti di Stato sul sito. 

Wikileaks fa la sua prima apparizione nel 2006, quando pubblica un documento che prova il complotto per assassinare i membri del governo somalo.

La sua popolarità raggiunge l’apice nel 2007, quando anche hacker cinesi iniziano a pubblicare sul sito documenti protetti dei governi occidentali.

Julian Assange, il membro più noto e influente, affermò di avere in preparazione la pubblicazione di oltre 1.200.000 documenti riservati. Tra questi documenti, alcuni hanno causato scandali enormi con impatto mediatico impressionante.

Grazie a questi documenti ad esempio si è venuti a conoscenza delle atrocità che avevano luogo nella prigione statunitense di Guantanamo. 

Il 25 luglio 2010, Wikileaks svela ai quotidiani New York Times, The Guardian  e Der Spiegel il contenuto di alcuni documenti riservati statunitensi dai quali emergono aspetti nascosti della guerra in Afghanistan.

Tra le altre cose, le informazioni riguardano: uccisione di civili e occultamento dei loro cadaveri; l’esistenza di un’unità segreta americana dedita a “fermare o uccidere” talebani, anche senza un regolare processo.

Più tardi sono usciti anche dossier protetti sui diplomatici stranieri visti da quelli degli USA. Ci sono dichiarazioni su Berlusconi, Putin, Sarkozy, Merkel, Gheddafi per citarne alcuni. 

Come potete ben immaginare lo stesso anno il tribunale di Stoccolma ha accusato Julian Assange di stupro e di aver avuto rapporti sessuali non protetti, seppur consenzienti, con due donne. Con queste accuse sarebbe stato possibile poi estradarlo in una prigione negli Stati Uniti dove su di lui pende anche un’accusa di spionaggio. Molt* hanno infine sollevato dubbi sulla natura del provvedimento, mettendo in rilievo la coincidenza temporale con la pubblicazione da parte di Wikileaks dei documenti diplomatici statunitensi. Il dubbio sorge spontaneo, la libertà di parola esiste davvero?

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