Parlare di sexting e di sicurezza è necessario, in questo periodo più che mai, considerando che il lockdown ne ha aumentato la diffusione e considerando il dilagare del fenomeno del revenge porn.
Non esistendo una definizione univoca di sexting, qui intendiamo parlare dello scambio di contenuti a sfondo sessuale di e tra persone consenzienti (es. video, messaggi, foto, video chiamate).
Quando si parla di sexting in sicurezza, però, si pensa inevitabilmente non solo l’esperienza di sexting per sé, ma anche al pericolo di veder violata la propria intimità e riservatezza tramite la successiva e illecita diffusione del materiale.
Il secondo aspetto è estremamente delicato e non può in nessun modo abbracciare l’idea che una persona abbia colpe o responsabilità nel caso in cui le sue immagini vengano mandate a terz*.
L’unica persona che ha il diritto di decidere sull’uso delle immagini del nostro corpo siamo noi stess*.
Ogni atto contrario è violenza ed è necessario uscire dalla retorica della colpevolizzazione delle vittime.
Quando ci si approccia al sexting bisogna comunque partire dalla consapevolezza che non si è mai sicuri al 100%. Per quanto ogni persona possa decidere di prendere iniziative per incrementare la percezione di sicurezza, nessuna di esse ci blinda (tolta l’astinenza).
Possiamo così decidere di fare sexting solo con persone che conosciamo estremamente bene (per fiducia e per evitare identità fake), utilizzare una piattaforma che permetta di mandare contenuti visualizzabili una sola volta (es. Instagram e non WhatsApp), o mandare foto non immediatamente associabili alla persona (es. senza il volto o segni particolari).
Sono alcune delle pratiche che ognuno di noi può scegliere di adottare.
Non farlo non significa “andarsela a cercare”. Farlo non significa essere totalmente sicur*
SEXTING
L’intimità sessuale non si esaurisce con i rapporti fisici, ma può realizzarsi anche virtualmente attraverso il sexting. Lo scambio di messaggi o contenuti a sfondo sessuale è un’abitudine sempre più diffusa e apprezzata tra i/l* giovani (e non solo) e, causa lockdown e distanze, molti stanno sperimentando nuovi modi per non rinunciare alla propria vita sessuale.
Il sexting non è popolare solo nelle relazioni a distanza, bensì trova largo apprezzamento anche tra persone che si frequentano regolarmente.
È però assolutamente normale non essere interessat* al sexting e ogun* di noi dovrebbe farlo solo se lo desidera e lo reputa un’esperienza stimolante. Aggiungiamo comunque che è necessario liberarsi da stigmi e tabù legati alla sessualità e iniziare a normalizzare anche il sexting.
Il sexting in sicurezza si poggia su almeno quattro pilastri imprescindibili:
- consenso
- rispetto
- fiducia
- comunicazione
La mancanza di uno di questi elementi impedisce all’esperienza di sexting di essere completamente piacevole per entrambe le parti. Sentirsi sicur*, non percepire pressione e avere voglia di farlo sono delle priorità che dobbiamo sempre tenere a mente.
Queste riflessioni vanno fatte non solo su ciò che noi stiamo provando, ma anche ciò che l’altr* prova.
- Consenso
Ogni rapporto ha come prerequisito il consenso, in questo caso la chiara manifestazione di entramb* di voler fare sexting.
Il consenso deve sempre essere volontario, entusiasta, reversibile, dettagliato e informato.
Inviare foto non richieste o pretenderne l’invio, ad esempio, sono atti di violazione e potere in cui manca il consenso. Eduxo ha parlato approfonditamente di consenso in un precedente articolo.
- Rispetto
Sexting significa avere cura nel rispettare ciò che l’altr* vuole e significa essere sensibili rispetto alla sua partecipazione emotiva. Come in un rapporto dal vivo, non è detto che gli interessi, i tempi e le fantasie siano sempre allineate. Nel sexting, spesso, ci mettiamo a nudo anche a livello emotivo, pertanto giudizi e commenti impropri equivalgono a mancanze di rispetto in un momento di maggiore vulnerabilità.
- Fiducia
La fiducia è il pilastro corrispondente alla consapevolezza che non esiste totale sicurezza nel sexting. Tutto il dialogo e lo scambio di materiale a sfondo sessuale si basa sulla confidenza che abbiamo che l’altra persona non diffonderà nostre foto/video e pertanto il rapporto di fiducia tra le persone rappresenta l’innesto a partire dal quale nasce il sexting in sicurezza. In ogni caso, non esiste la colpa di essersi fidat* troppo, la responsabilità è sempre di chi viola la fiducia.
- Comunicazione
Parlare, comunicare, esprimersi e ascoltare sono i lubrificanti del sexting, che rischia altrimenti di riempirsi di passi falsi e punti interrogativi su cosa si può dire e fare. Dialogo significa informare ed essere informati su ciò che si desidera: non si tratta di un processo meccanico simil-questionario, bensì della costruzione di un rapporto empatico grazie al quale entrambe le persone si divertono.
- Dire di no
Come ogni tipo di rapporto, fare sexting può non piacere e molte persone non la trovano un’esperienza stimolante e soddisfacente. Il sexting non è di certo basato sull’essere accondiscendenti circa i desideri dell’altr* e non è un dovere né farlo né portarlo a termine. Nel momento stesso in cui percepiamo che l’esperienza di sexting ci crea disagio è nostro diritto interromperla, senza bisogno di giustificarci.
- Revenge porn
Ognun* di noi definisce la propria intimità sessuale, ovvero disegna il perimetro inviolabile di ciò che si decide di condividere. Questo confine viene abbattuto con il revenge porn e vi invitiamo a leggere i racconti delle vittime per comprendere meglio le conseguenze, in particolare emotive.
Esiste una tutela legale contro il revenge porn fornita dall’art. 612 ter del Codice penale, che punisce chi “diffonde immagini o video a contenuto sessualmente esplicito, destinati a rimanere privati, senza il consenso della persone rappresentate”.