Nella “moderna” società in cui viviamo e sviluppiamo la nostra personalità assistiamo a veri e propri rituali pre-nascita. Sin dal concepimento, infatti, la famiglia si prepara ad accogliere “al meglio” la nuova vita.
La scelta della colorazione dell’arredo della stanza del bambino, il colore delle pareti, la tinta del passeggino, la tonalità imposta a parenti ed amic* del* nascitur* per bodini, corredo scolastico e/o sportivo, sono solo alcuni dei punti della lunga lista.
E così vien spontaneo chiedersi ma è possibile influenzare, anche inconsapevolmente, la formazione dell’identità di genere di un* bambin*?
Una preferenza di colore (il classico rosa per le femmine o l’azzurro per il maschietto) può contribuire alla formazione dell’identità di genere del* fanciull*?
Secondo un’indagine condotta presso l’università di Hong Kong e pubblicata sulla rivista specializzata “Sex Roles”, far usare ai propri figli dei prodotti differenziati per colore a seconda del sesso, pur non incidendo in via diretta sulla formazione dell’identità di genere del* bambin*, a lungo andare, rafforza gli stereotipi sui ruoli di genere e conduce a dei pregiudizi sociali duri da eliminare.
Vi è una crescente preoccupazione che le preferenze di colore tipizzate per genere incidano sulle preferenze di gioco de* bambin*. Tuttavia, non è chiaro come siano emerse e in che modo la codificazione a colori di genere influenzi le prestazioni.
A tal fine sono stati testati alcun* bambin* in età prescolare cinesi (n. 126) di età compresa tra 59 e 94 mesi.
I risultati hanno mostrato che l’applicazione delle etichette di genere ha amplificato una differenza di genere nelle preferenze di colore. In tal modo ha fornito prove dirette e forti per il percorso socio-cognitivo alla base delle preferenze di genere. Si è rilevato inoltre che la codificazione a colori come appropriata per genere o non appropriata non ha avuto alcun impatto sulle prestazioni di gioco.
Le etichette di genere hanno però migliorato le prestazioni dei ragazzi.
Sui Ping Yeung, ricercatore dell’ateneo di Hong Kong ha dichiarato che i risultati dimostrano come il contrasto rosa-blu costituisce una differenza di genere piuttosto significativa.
Il lavoro rivela che le differenze di genere possono essere partorite semplicemente applicando etichette riferite al genere.
La risposta al quesito di cui sopra è, quindi, chiara
NON È POSSIBILE IN ALCUN MODO INFLUENZARE L’IDENTITÀ DI GENERE DEL MINORE.
Tuttavia, altrettanto chiaro, è che questi risultati si aggiungono alla conoscenza di come le informazioni relative al genere influenzano le risposte de* bambin* al mondo sociale, creando rigide aspettative, talvolta dure da rispettare e ci suggeriscono quindi che l’attuale divisione del colore di genere dovrebbe essere riconsiderata.
E quindi, perché non considerare tutta la gamma di colori così da evitare il rischio che la “moderna” società diventi un bel concetto solo in astratto?