Cosa ci dicono i dati:
I figli di famiglie LGBTQIA+ crescono confusi circa la propria identità di genere?
No.
Uno studio condotto in America su figli di famiglie LGBTQIA+ tra i 5 e i 24 anni, ha rilevato che lo sviluppo dell’identità di genere di questi ultimi non diverge da quello di coetanei figli di coppie eterosessuali. Tutti i ragazzi dello studio hanno affermato di essere in sintonia col proprio genere biologico e non desiderano appartenere a quello opposto.
I figli di famiglie LGBT+ mancano nell’ acquisire un modello di ruolo di genere?
No.
Non ci sono risultati che indichino una correlazione tra l’essere allevati da due padri e l’acquisizione di un modello comportamentale “mascolino” o viceversa nel caso di due madri.
Tutte le famiglie ramificano la propria rete di affetti ben oltre quelli della “famiglia intima” ed in questo modo i bambini hanno accesso ad una molteplicità di modelli di ruolo di genere.
Non solo, le ricerche dimostrano come bambini con genitori dello stesso sesso crescono con un’attitudine più flessibile rispetto ai ruoli di genere, scegliendo carriere scolastiche meno legate ai relativi stereotipi.
I figli di famiglie LGBTQIA+ saranno a loro volta inevitabilmente omosessuali?
No.
Già uno dei primi studi in merito, nell’intervistare un totale di 36 adolescenti figli di coppie LGBTQIA+, rilevò che solo uno tra tutti i partecipanti identificava sé stesso come omosessuale.
Ricerche più recenti confermano l’assenza di correlazione tra l’orientamento sessuale genitoriale e quello filiale.
I figli di famiglie LGBTQIA+ riscontrano problemi nel costruire relazioni intime durature e/o nell’integrarsi nel gruppo dei pari?
No.
Non è dimostrato alcun legame tra l’essere cresciuti in famiglie LGBTQIA+ e la minore/maggiore stabilità della propria relazione intima.
Anche per quanto riguarda l’inserimento e le relazioni con il gruppo dei pari, ricerche hanno rilevato l’assenza di differenze degne di nota tra i gruppi di confronto. Al contempo i dati evidenziano che figli di famiglie LGBTQIA+ dimostrano maggior resilienza, empatia e rispetto per le diversità.
In Italia, stando ai dati, è dominante l’idea che un bambino cresciuto da una famiglia LGBTQIA+ sia destinato in futuro a manifestare una qualche alterazione della sua identità sessuale.
Si tratta di timori, tuttavia, che non hanno alcuna evidenza scientifica.
Tali convinzioni risultano essere strettamente connesse al concetto di famiglia “tradizionale”, intesa come famiglia “biblica”, considerata fondamento di una società stabile.
Un modo di pensare che, secondo gli studi, è veicolato sia dalla considerevole influenza religiosa dello Stato Vaticano, sia dalla politica di stampo conservatore.
Entrambe le istanze, infatti, sono motivate a preservare la tradizionale struttura familiare composta da un uomo e una donna, dotati di capacità mutualmente esclusive, e aventi compiti divisi in base al genere biologico.
È quindi facilmente intuibile perchè le famiglie LGBTQIA+ ancora oggi siano percepite come innaturali, amorali e potenzialmente generatrici di comportamenti “devianti”.
La realtà è che non esiste alcuna “famiglia tradizionale”
La famiglia è l’istituzione sociale che più di tutte nel corso dei secoli ha subito trasformazioni e condizionamenti. Come può definirsi in assoluto “tradizionale” un modello che appartiene solo ad un preciso tempo storico e ad una precisa latitudine?
Pur volendo concentrarsi solo sul concetto occidentale ed europeo di famiglia, stante la comune adesione al modello monogamico di matrimonio, potremo trovare numerose differenze a partire dall’età in cui si può contrarre matrimonio, alle strutture di convivenza familiare, ai legami tra i membri della famiglia e quelli con i parenti più lontani, ai rapporti di potere all’interno del nucleo, e via dicendo.
È più opportuno parlare di famiglia concependola, non come monolito, ma come una infinità di modi diversi in cui l’umanità dall’alba dei tempi ha deciso di organizzare la propria sopravvivenza e riproduzione.
FONTI
“A Meta-Analysis of Developmental Outcomes for Children of Same-Sex and Heterosexual Parents” – A. Crowl, S. Ahn, J. Baker
“Resilience in Same-Sex-Parented Families: The Lived Esperience of Adults with Gay, Lesbian or Bisexual Parents” – A. Titlestat, J.A. Pooley
“Attitudes towards same-sex parenting in Italy: the influence of traditional gender ideology” – S. Ioverno, R. Baiocco, V. Lingiardi, V. Verrastro, S. D’Amore, R. Green
“Lesbian & Gay Parenting” – American Phychological Association
“Sociologia del diritto” – G. Campesi, L. Pannarale, I. Pupolizio
“Parole per includere – Un glossario europeo sulla genitorialità LGBT+” – Doing Right(s) Team