Secondo il report Istat del 2023, il 30% della gioventù in Italia in età compresa tra i 14 e i 34 anni non partecipa al dibattito politico. Questa percentuale sfiora il 50% nella fascia d’età compresa tra i 14 e i 18 anni. Dall’altra parte, i dati sull’informazione appaiono più rassicuranti: il 52,7% si aggiorna costantemente su temi politici, il 27,6% non si informa affatto e uno scarso 15% ascolta regolarmente dibattiti politici. Nel complesso, i dati sembrano riflettere una popolazione giovanile sfiduciosa nei confronti delle istituzioni pubbliche. Questo trend potrebbe riflettere la mancanza di incentivi politici a portare avanti proposte espressamente giovanili, una delle tante ineludibili conseguenze della nostra demografia che indirizza inevitabilmente le proposte politiche. Questo stesso sistema orienta, tra le altre cose, le decisioni di politica economica, ed in particolare la ripartizione della nostra spesa pubblica, dedicata per il 37-40% al sistema pensionistico e solamente per l’8% all’istruzione e ricerca.
La prospettiva europea, tuttavia, rimane particolarmente significativa. Uno studio condotto da Eurobarometer mostra che il 67% della popolazione italiana tra i 18 e i 30 anni ha dichiarato di voler votare, mentre solo l’11% ha dichiarato di non essere interessato a votare. In ottica comparativa, l’Italia si configura tra i Paesi europei in cui le giovani generazioni hanno manifestato più entusiasmo a votare, insieme a Romania, Portogallo, Belgio e Polonia, e si rivelano tra le più convinte sostenitrici dell’Europa. Quasi il 60% degli under 30 dichiara piena fiducia nell’Unione Europea, rispetto a una media nazionale inferiore al 38%. Anche l’Istat ha rilevato che il Parlamento europeo è una delle istituzioni verso cui la gioventù nutre maggiore fiducia, con il 45% delle persone fino ai 34 anni che attribuisce un punteggio positivo, contro il 41% degli adulti oltre i 55 anni.
Per quanto riguarda la partecipazione attiva degli italiani under 30, l’ indagine di Eurobarometer mostra che più della metà (52%) ha contribuito attivamente a influenzare la società in cui vive, attraverso azioni concrete e significative, come la firma di una petizione, la partecipazione a un raduno o la stesura di una lettera a un politico. I temi su cui le giovani generazioni risultano più attive sono temi progressisti come i diritti umani, l’ambiente, la salute e il benessere e la parità di diritti indipendentemente dal genere, dalla razza o dalla sessualità.
La campagna YouthPowerEU mira ad abbassare l’età minima dell’elettorato passivo nel Parlamento Europeo a 18 anni e fare in modo che l’inclusione e l’empowerment giovanile nel processo politico portino ad una società più equa, dinamica e resiliente, in grado di affrontare in modo più efficace le sfide dell’Italia e dell’Europa, del presente e del futuro.
Ciò porterebbe anche una maggiore incentivazione all’impegno politico giovanile, creando un ambiente più incoraggiante per i giovani a partecipare attivamente alla politica, contribuendo così a rafforzare la fiducia nelle istituzioni democratiche e nel sistema politico.
Fonti:
Istat, bes: il benessere equo e sostenibile in Italia, 2023, https://www.istat.it/wp-content/uploads/2024/04/Bes-2023-Ebook.pdf
Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile, POLICY BRIEF: LA PARTECIPAZIONE DEMOCRATICA GIOVANILE: PROBLEMI ATTUALI E POSSIBILI SOLUZIONI, 2024, https://asvis.it/public/asvis2/files/PolicyBrief/2024/PolicyBriefASviS_Partecipazione_giovanile_democratica_Febbraio_2024_FINAL.pdf
Dipartimento della funzione pubblica, giovani e partecipazione, 2023
Unione Europea, strategia UE per la gioventù, https://youth.europa.eu/strategy/empower_it
Youth power EU https://www.eduxo.it/youthpowereu/
Autrice: Rossella Boccia
Grafiche: Stefania Masone (@stefania_masone)
Reviosio: Marta Finazzi (@marrtafinazzi)