In questi giorni del 2020 le cose assurde certo non mancano, ma ancora nel XXI secolo vedere un governo che fa passare in televisione uno spot anti-gay è sempre sconvolgente.
Ma perché sta andando in onda questo spot?
Il 1 luglio i/l* cittadin* russ* saranno chiamat* a votare ad un referendum confermativo sulla riforma costituzionale che, tra le altre cose, permetterebbe a Putin di rimanere presidente fino al 2036 (lo è dal 2000 con l’interruzione di 4 anni in cui era comunque primo ministro).
La riforma rafforzerebbe anche alcune prerogative presidenzial. Si introdurrebbe un salario minimo garantito, si rafforzerebbe la visione conservatrice della Russia con la menzione di “fede in Dio”. Soprattutto, si affermerebbe che l’unico matrimonio possibile sia quello fra un uomo e una donna.
Proprio in questo senso è stato fatto girare uno spot sulle TV russe che mira a screditare la comunità lgbt+.
Nello spot possiamo vedere un ragazzino di un orfanotrofio russo che scopre di essere stato adottato da una coppia di giovani gay. Uno di loro è inoltre pesantemente truccato da donna, gli porge un vestito da femmina come regalo).
A questo punto la voce narrante interviene e dice
«È questa la Russia che volete? Decidete il futuro del Paese, votate gli emendamenti alla Costituzione».
Lo spot mostra al* spettator* quale potrebbe essere una ipotetica situazione di adozione se la riforma Costituzionale, che definisce il matrimonio come un’unione “tra un uomo e una donna”, non venisse adottata.
Usare i media come arma politica non è certo una notizia eclatante. Non succede spesso però, che un governo attacchi in modo così diretto un’intera comunità.
La situazione della comunità Lgbt+ in Russia era già molto complessa e delicata. Con questa riforma, che rafforzerebbe il rapporto tra Stato e religione, probabilmente la vita delle persone di questa comunità in Russia sarebbe ancora più difficile.
Fonti: Open.online, la Repubblica.it