La Giornata Mondiale dell’Orgasmo rappresenta un’occasione importante per parlare di questo processo complesso e del fatto che l’orgasmo, ancora oggi, sia ancora un argomento tabù e criptico. Infatti, nonostante gli importanti progressi nel campo, è ancora difficile al giorno d’oggi definire che cosa origini un orgasmo. Indubbiamente, è una componente fondamentale della sessualità umana, la cui assenza o compromissione può portare a un calo della qualità della vita.
L’orgasmo, a livello biochimico, è un complesso processo neurobiologico risultante dalla stimolazione e dall’attività sessuale. Anatomicamente parlando, risulta più semplice descrivere l’orgasmo quando occorre nelle persone di sesso maschile: durante l’eiaculazione il cervello processa le sensazioni di piacere costruite nell’area posteriore dell’uretra, portando alla fuoriuscita del liquido seminale e alla contrazione della muscolatura periuretrale. Per quanto riguarda i soggetti di sesso femminile, è più difficile ottenere una descrizione dettagliata di questo processo, sia a causa della carenza di studi, che dei pregiudizi legati alla sessualità.
La principale differenza è che l’orgasmo genera, in questo caso, contrazioni muscolari ritmiche e involontarie nelle aree circumvaginale striata pelvica, uterina e anale. In generale però i pregiudizi su questo argomento sono ancora oggi numerosi, e questo rende più difficoltoso l’intervento in casi di disturbi di natura sessuale, tra cui uno dei più diffusi è l’anorgasmia.
L’anorgasmia è un disturbo sessuale caratterizzato dall’impossibilità di raggiungere l’orgasmo che si può manifestare anche in presenza di eccitazione sessuale o di stimolazione degli organi sessuali. Fa parte di quell’insieme di disturbi legati alla sfera della sessualità che spesso viene ignorato, nonostante la sua incidenza nella popolazione sia piuttosto alta, toccando una percentuale inclusa tra il 10 e il 42%. Questo disturbo si pone a un estremo del continuum delle problematiche legate all’orgasmo, a cui si oppone quello dell’eiaculazione precoce.
È un disturbo che colpisce indipendentemente dal genere, le cui cause possono essere numerose e di varia natura. Principalmente, esse si dividono in due macro famiglie: organica/fisica e psicologica. Ad esempio l’utilizzo di farmaci (in particolar modo antidepressivi), il consumo di droghe, la presenza di problematiche ginecologiche, androloghe o di malattie organiche hanno un forte impatto sull’incidenza del disturbo. Esse però non rappresentano le uniche possibili cause. Spesso, infatti, la componente psicologica gioca un ruolo chiave nell’insorgenza dell’anorgasmia. Ad esempio vi è la componente traumatica: se la persona ha vissuto o è stata esposta a una violenza di natura sessuale, essa avrà maggiori possibilità di essere spaventata dai rapporti sessuali e non riuscirà ad associali al piacere.
Non solo, anche l’ambiente e la cultura in cui un soggetto cresce e vive possono aumentare le possibilità di sviluppare l’anorgasmia. Uno studio interessante che ha confermato questa ipotesi è stato svolto a Karaj, in Iran, e ha preso in esame un campione di circa 1200 donne tra i 15 e i 45 anni, le quali dovevano rispondere a un questionario suddiviso in tre parti (caratteristiche socioeconomiche, soddisfazione sessuale e valutazione dell’attività sessuale). Grazie a esso si è riusciti a ottenere la percentuale di coloro che soffrono di anorgasmia (26%) e il loro identikit: sono donne musulmane, più anziane, con un’educazione inferiore (sia accademica che sessuale), insoddisfatte sessualmente e che vivono una serie di condizioni psicologiche sfavorevoli (es. stress, ansia, fatica, dolore…). Questo studio è interessante perché è uno dei pochi che prende in analisi un paese dominato da una cultura maschilista, in cui spesso le donne non riescono a esprimere liberamente i loro sentimenti e la loro sessualità. Le conseguenze possono riguardare sia il singolo individuo che la coppia, le più comunemente riscontrate sono: ansia, depressione, frustrazione, insicurezza, percezione negativa del proprio corpo, difficoltà sociali e relazionali, interruzione della relazione, calo della libido ed evitamento delle relazioni sessuali.
Nel DSM IV e V (Diagnostic and Statistical Manual of mental disorders quarta e quinta edizione, 1994 e 2013) vengono definite le linee guida per la diagnosi dell’anorgasmia, è incluso il persistente ritardo/assenza di orgasmo durante la fase di eccitazione sessuale che comporti difficoltà interpersonali e sensazioni di angoscia per almeno 6 mesi. All’interno del manuale, inoltre, vengono definiti e spiegati i numerosi tipi di anorgasmia:
- Anorgasmia primaria: la persona non ha mai sperimentato un orgasmo, sia attraverso l’atto sessuale che masturbatorio. Questa tipologia di solito ha un’origine anatomica.
- Anorgasmia secondaria: la persona era in grado di raggiungere l’orgasmo, adesso no.
- Anorgasmia casuale o situazionale: la persona diventa anorgasmica in base all’ambiente, alla situazione o allə partner. La maggior parte delle volte è reversibile.
- Anorgasmia generalizzata: presente sempre, a prescindere dai fattori e situazioni.
- Anorgasmia coitale pura: la persona non è in grado di raggiungere l’orgasmo durante il coito, ma riesce durante la stimolazione orale o manuale.
- Anorgasmia acquisita da urge incontinence: la persona non raggiunge l’orgasmo a causa della paura di “perdere il controllo” e di urinare.
Nel trattamento si cerca, in primo luogo, di capire l’origine del disturbo anorgasmico per poi indirizzare verso lə specialista più adattə, ruolo di solito ricoperto da ginecologə, andrologə o psicoterapeuta. In particolar modo, nel caso di assenza di un’origine fisica, è l’approccio terapeutico quello più efficace dopo aver effettuato la classificazione della comorbilità (procedura in cui si analizza la presenza di due o più cause all’origine di un disturbo) e una valutazione di coppia. La valutazione della coppia è un passaggio non sempre attuabile, a causa di pregiudizi, mancato supporto o assenza di unə partner sessuale stabile, ma nel caso in cui ciò è possibile rappresenta uno strumento prezioso per il trattamento e per il confronto che può portare all’emergere o alla risoluzione delle problematiche. Nella fase di trattamento si possono utilizzare numerose tecniche, in maniera sia singola che combinata, tra cui: spostamento del focus sensoriale a parti diverse del corpo, CBT (Cognitive Behavioural Therapy), terapia ormonale e quella focalizzata sul dialogo. Ciò, combinato con dei cambiamenti nello stile di vita (es. diminuzione consumo di alcolici, riduzione della frequenza e dello stile masturbatorio e accorgimenti per migliorare l’intimità) può portare a un esito positivo della terapia. Un’altra risorsa preziosa è il counseling psicosessuale, che avendo uno stampo più specifico legato alla sessualità può portare a numerosi risultati positivi attraverso l’utilizzo dell’educazione sessuale, del role playing e della stimolazione genitale.
FONTI
Jenkins, L. C., & Mulhall, J. P. (2015). Delayed orgasm and anorgasmia. Fertility and sterility, 104(5), 1082-1088.
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Najafabady, M. T., Salmani, Z., & Abedi, P. (2011). Prevalence and related factors for anorgasmia among reproductive aged women in Hesarak, Iran. Clinics (Sao Paulo, Brazil), 66(1), 83–86.
Saffati, G., Naeem, T., Kaaki, B., & Khera, M. (2024). First-time orgasm in a young man with lifelong anorgasmia after flibanserin use: a case report. Sexual medicine, 11(6)
Articolo: Marta Finazzi (@marrtafinazzi)
Grafiche: Federica Marino (@fedemrn95)