Le microplastiche consistono in piccole particelle di materiale plastico generalmente più piccole di un millimetro provenienti da diverse fonti tra cui: rifiuti, cosmetica, abbigliamento e processi industriali.
Ormai ci è noto quanto le acque del pianeta siano inquinate da questi piccoli frammenti di plastica derivanti da rifiuti molto più grossi anch’essi abbandonati nei nostri mari e oceani.
È noto che 1/3 dei rifiuti in plastica finisca in natura.
Quanto, questi rifiuti apparentemente lontani da noi, possono poi impattare sulla nostra salute?
Recentemente il WWF ha pubblicato la campagna di sensibilizzazione “Your plastic diet” (la tua dieta di plastica), mostrandoci che in media un essere umano ingerisce una carta di credito a settimana, ovvero circa 5 grammi di plastica, per arrivare a circa 250 grammi all’anno.
Questi frammenti di plastica entrano a far parte dell’alimentazione degli animali. Di conseguenza, entrano a far parte della nostra. C’è da sapere che non assumiamo microplastiche soltanto tramite il cibo, ma soprattutto tramite l’acqua (sia in bottiglia che del rubinetto), le bibite e anche attraverso l’aria che respiriamo,
Anche tu potresti star ingerendo plastica proprio in questo momento!
Non ci sono ancora certezze riguardo all’impatto che tutto questo potrebbe avere sulla nostra salute.
L* scienziat* temono che potrebbe essere molto più grave di quello che si ipotizza ora.
La situazione è chiaramente molto critica, ma cosa possiamo fare? Prima di tutto, il mondo dell’industria e i governi dovrebbero adottare misure ancora più drastiche per ridurre tutto questo ammontare di rifiuti dispersi in natura, ma soprattutto, dobbiamo cambiare il modo in cui viviamo, il modo in cui produciamo, consumiamo e ci occupiamo di tutto ciò che è scarto e rifiuto, riducendone drasticamente la quantità e recuperando tutto ciò che può essere trasformato e avere molteplici vite.
E’ importante agire anche nel nostro piccolo, cercando di fare la differenza tutti i giorni tramite scelte consapevoli. Pensiamo bene a quello che scegliamo di comprare e consumare!
Sara Fantappiè
(Fonti: WWF yourplasticdiet.org)