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La lieve differenza tra un diritto umano e un diritto costituzionale

I diritti umani possono essere definiti come quegli standard di base che sono necessari per una vita dignitosa. La loro universalità deriva dal fatto che tutti gli esseri umani sono uguali.

Il diritto costituzionale, come dice la parola stessa, gira attorno all’esigenza di elaborare una norma che regoli un certo comportamento in un determinato Stato, che è garantito dalla sua costituzione.

Perché, quindi, comparare i due diritti?

Partiamo dal fatto che uno Stato che si rispetti debba garantire aз cittadinз la libertà nelle sue più svariate sfaccettature. Quando questo diritto viene messo per iscritto nella Costituzione diventa legge, e il suo mancato rispetto è penalmente perseguibile.

Di recente, la Francia ha fatto entrare il diritto di aborto nella sua Costituzione. Di fatto, è diventata il primo Paese al mondo a inserirlo nella sua carta fondamentale. La modifica costituzionale invia un forte messaggio alla società francese e internazionale, evidenziando sia che il diritto all’aborto è irremovibile, sia il desiderio della Francia di consolidarsi come pioniera dei diritti delle donne. Tuttavia, questa svolta apre il dibattito politico in altre Nazioni: in Polonia e a Malta l’interruzione di gravidanza è vietata quasi del tutto. La questione è talmente delicata che sono avvenute proteste e manifestazioni a favore del diritto all’aborto. Negli Stati Uniti d’America la Corte suprema ha annullato lo storico caso Roe v. Wade, che nel 1973 portò alla legalizzazione dell’aborto a livello federale. In Italia, l’aborto è diventato legale nel 1978, ma ancora oggi tale norma non viene rispettata completamente e l’interruzione di gravidanza dipende dalla volontà deǝ medicǝ operante. 

Comparando diverse Costituzioni, Berro, Pizzarossa e Perehudoff hanno constatato che 27, su 195 casi studio, includono parti sulla “salute sessuale/riproduttiva”, ma nello specifico 7 di queste vengono applicate in modo restrittivo. Infatti, tipicamente con “salute sessuale/riproduttiva” si fa riferimento al diritto di avere una famiglia. Detto ciò, queste Costituzioni non prevedono il diritto all’aborto come rispetto della decisione di una donna, qualsiasi essa sia. 

Cambiando tema, ancora più complicato diventa il riconoscimento dei diritti a livello europeo e internazionale. Ad esempio, il 17 maggio è stata la Giornata contro l’Omofobia, celebrata da diversi governi e promossa con diverse iniziative nelle scuole. Nonostante la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni abbia fatto presente che “la tutela e la difesa della dignità di ogni persona è sancita dalla nostra Costituzione”, l’Italia si fa indietro proprio nella giornata dedicata alla questione e non sottoscrive la Dichiarazione UE sui diritti LGBTQ+. Secondo questa proposta, i firmatari si sarebbero dovuti impegnare a garantire e proteggere i diritti delle persone LGBTQ+, attuando apposite strategie nazionali e sostenendo la nomina di un nuovo commissario UE per l’Uguaglianza. Comunque, sul fronte diritti umani e LGBTQ+ stiamo facendo un retromarcia internazionale. Nel 2023, l’Uganda ha fatto passare un Atto Anti-Omossessualità, che drasticamente punisce l’omosessualità ‘aggravata’ con la pena di morte. Similmente, in Ghana, il Parlamento ha avanzato una proposta di legge anti-gay, imputando 3 anni di carcere per chiunque si identifichi LGBTQ+ e 10 anni per chi promuove l’omosessualità.

Spostandosi in Afghanistan, altre leggi governano sulla libertà e i diritti umani. A seguito di una serie di editti emessi dai talebani, il 14 Novembre 2022 è stata reintrodotta la Sharia. Ricordiamo che la Legge Coranica, che prende spunto dal libro sacro dei musulmani, non si basa su norme codificate e uguali in tutto il mondo musulmano. La Sharia in Afghanistan ha perciò causato un grave arretramento dei diritti delle donne e delle ragazze, coinvolgendo l’autonomia personale, l’istruzione, il lavoro e l’accesso agli spazi pubblici.

Quindi, mentre ci sono Stati, come la Francia e il Regno Unito, che promuovono  ad esempio delle leggi per vietare le discriminazioni in base all’acconciatura dei capelli (approfondisci qui: Francia: vietato discriminare una persona in base ai capelli, il parlamento approva la legge | Euronews), altri preferiscono togliere diritti, o modificarli a proprio piacimento, facendoli passare come leggi inalienabili dello Stato.

Come proteggere allora le persone? Soprattutto quando lo Stato in cui vivono non garantisce libertà che internazionalmente, o per la maggior parte degli Nazioni, costituiscono diritti fondamentali. Di certo non si può intervenire con un ponte aereo, espatriando tutte le persone richiedenti ‘asilo’. Lз Altз Rappresentanti dei vari governi dovrebbero però continuare a fare pressione sul rispetto di quei diritti che facilmente possono essere riconosciuti come inalienabili, ovvero quei diritti che stabiliscono una vita dignitosa. Il problema è che non tuttз sono d’accordo su cosa sia inalienabile o no. 

Non dimentichiamoci dei movimenti, delle manifestazioni e della forza che molte voci insieme possono provocare. In Colombia, ad esempio, la tenacia dell’attivismo per i diritti delle donne e le azioni legali hanno contribuito alla decisione della Corte costituzionale di decriminalizzare l’aborto durante le prime 24 settimane di gravidanza. Continuiamo a lottare.

Fonti:
https://www.coe.int/it/web/compass/what-are-human-rights-
https://www.giappichelli.it/media/catalog/product/excerpt/9791221102994.pdf
https://www.diritto.it/francia-diritto-aborto-donne-costituzione/
https://www.forensicnews.it/diritto-allaborto-in-francia-entra-nella-costituzione/#:~:text=Il%20diritto%20di%20aborto%20entra,voti%20favorevoli%20e%2072%20contrari.
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5739376/
https://www.repubblica.it/cronaca/2024/05/17/news/lgbt_dichiarazione_ue_italia_non_firma-423005520/
https://europa.today.it/unione-europea/italia-contro-dichiarazione-ue-lgbt.html
https://www.eiir.eu/international-relations/lgbtq-rights-in-africa/
https://www.lifegate.it/la-francia-vuole-vietare-la-discriminazione-razziale-data-dai-capelli-afro
https://www.amnesty.it/il-rapporto-2022-2023-sulla-situazione-dei-diritti-umani-nel-mondo/

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