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💥Escalation nel Medio Oriente: il ruolo di Iran e Israele

Alla luce degli eventi recenti nel conflitto in Medio Oriente, può risultare utile ripercorrere la storia dei rapporti tra Israele e Iran, due grandi potenze della regione.

Nella giornata del primo aprile 2024, l’equilibrio consolidato ormai da decenni in Medio Oriente è stato interrotto da un attacco all’ambasciata iraniana a Damasco, Siria. Il raid, non ancora rivendicato da Israele, ha colpito un edificio in cui si trovavano esponenti dei Pasdaran (o Guardiani della Rivoluzione iraniana) e vertici della Jihad Islamica. Tra le tredici vittime confermate è stato riconosciuto anche Mohammad Reza Zahedi, comandante delle Forze Quds, ovvero un ramo delle Guardie della Rivoluzione iraniana incaricato di gestire operazioni di guerriglia e intelligence all’estero. 

In quella giornata, infatti, era stata organizzata una riunione dei vertici per discutere della guerra nella Striscia di Gaza e del coinvolgimento di queste forze nel conflitto contro Israele. 

La risposta iraniana non si è fatta attendere. L’ayatollah Ali Khamenei, Guida Suprema dell’Iran, durante la festa di Eid al-Fitr che segna la fine del Ramadan, ha definito Israele uno “stato malvagio” che verrà “punito” per le sue aggressioni. Secondo il diritto internazionale, le ambasciate sono considerate delle estensioni di un paese in territorio straniero. Quindi, un attacco a una sede diplomatica, come quello messo in atto da Israele, potrebbe effettivamente essere considerato un attacco allo stato stesso. 

Nella notte tra il 13 e il 14 aprile, infatti, dall’Iran sono partiti più di trecento missili diretti verso Israele: è la prima aggressione diretta. Secondo quanto dichiarato dalle autorità israeliane, il 99% dei missili è stato intercettato dalle forze israeliane, grazie anche all’aiuto statunitense. 

Nonostante il supporto nelle operazioni per intercettare i missili iraniani e l’appoggio a Israele in questi mesi di guerra, gli Stati Uniti hanno detto di non sostenere eventuali risposte israeliane. Al contrario, sia Biden che i ministri degli affari esteri della Germania e del Regno Unito hanno invitato Netanyahu a riconsiderare qualsiasi piano di attacco per evitare un’escalation del conflitto. Contrattacco che è partito venerdì 19 aprile, contro la base militare iraniana di Isfahan. Fortunatamente, non sono state documentate morti o vittime. 

Ma Israele non si è fermato qua; è già partita da qualche giorno la missione per invadere la città di Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, per portare a termine l’obiettivo che si sono posti: eliminare Hamas, senza fermarsi davanti a morti civili.

Anche l’Unione Europea si è pronunciata riguardo l’escalation di aprile. Moltз capз di stato hanno richiesto un inasprimento delle già esistenti sanzioni verso l’Iran. Nel 2022, infatti, l’UE aveva imposto delle sanzioni al paese sciita per due motivi: la violazione di diritti umani, come reazione all’uccisione di Mahsa Amini nel settembre 2022 per mano della polizia morale iraniana, e per la fabbricazione e vendita di droni Uav a Mosca, da usare contro l’esercito ucraino. Con l’applicazione di sanzioni, l’UE intende colpire tuttз coloro che sono coinvolti nel traffico di armi, in particolare di missili e di droni, che vengono utilizzati per minacciare la pace in Medio Oriente e in Europa. 

https://it.euronews.com/my-europe/2024/04/17/lunione-europea-vuole-ampliare-le-sanzioni-alliran-dopo-lattacco-a-israele

Israele e Iran nella storia: 

Considerati gli eventi recenti si potrebbe pensare all’Iran e Israele come due nemici di vecchia data, ma non è così. Dalla nascita dello Stato di Israele nel 1948 fino alla Rivoluzione Islamica del 1979, i due paesi mantenevano relazioni diplomatiche basate su interessi geopolitici comuni.

Israele, nato da poco e alla ricerca di riconoscimento dalla comunità internazionale, adottò la cosiddetta “dottrina delle alleanze periferiche” che si basava sul ragionamento “i nemici dei miei nemici sono miei amici”. La logica che guidava Israele era, quindi, quella di stringere alleanze con Stati non-arabi della regione per controbilanciare la popolarità di Nasser e del Pan-arabismo nel territorio. Un’altra minaccia che avvicinò sempre di più i due paesi fu l’influenza sovietica in Iraq e in altri paesi vicini. 

A quei tempi, in Iran regnava lo Scià Reza Pahlavi, filo-occidentale e filo-statunitense. Per l’Iran, quindi, un’alleanza strategica con Israele poteva aiutare a far avvicinare anche gli Stati Uniti. 

L’instaurazione di rapporti amichevoli tra i due paesi portò a collaborazioni in vari campi, incluso quello militare ed energetico. Israele investì nel settore petrolifero iraniano, che ambiva a diventare uno dei più importanti al mondo.

Il rovesciamento dello Scià e la salita al potere di Khomeini rappresentarono la fine dei rapporti diplomatici con Israele, considerato dal popolo iraniano come il “piccolo Satana” (un’estensione in Medio Oriente degli interessi del “Grande Satana”, ovvero gli Stati Uniti). Tuttavia, una collaborazione segreta continuò a esistere tra Iran e Israele. Quest’ultimo, per tutta la durata del conflitto contro l’Iraq (1979-1989), aiutò l’Iran inviando armi. La strategia israeliana era la seguente: mantenere vivo il conflitto il più possibile per non dare la possibilità all’Iraq, alla Siria e alla Giordania di organizzare nuovamente un blocco contro lo stato sionista. 

La rivalità tra Israele e Iran, così come la conosciamo oggi, iniziò ufficialmente negli anni Novanta con la fine della guerra tra Iraq e Iran e la sconfitta dei Talebani nel vicino Afghanistan. Entrambi gli eventi contribuirono a rafforzare l’idea e la figura dell’Iran nella regione e nel resto del mondo. Da quel momento in poi, Israele vide l’Iran come una minaccia per la sua stessa esistenza, e viceversa. Gli equilibri all’interno della regione si modificarono: mentre Israele si alleò con la casa saudita, nemico numero uno dell’Iran, quest’ultimo iniziò a finanziare gruppi armati insediati in territori vicini a Israele, come Hezbollah in Libano, Hamas in Palestina e gli Houthi in Yemen.

Sebbene Hamas sia un gruppo sunnita (ovvero coloro che accettano la sunnah – la tradizione musulmana – e la successione storica dei califfi) e l’Iran un paese sciita (minoranza musulmana che vede in Ali, cugino e genero di Maometto, e i suoi discendenti i legittimi Imam/leader religiosi), l’alleanza tra i due si basa sul comune odio nei confronti di Israele. Tramite il finanziamento e l’addestramento dei militanti di questi gruppi, Iran è sempre stato coinvolto, seppure in maniera indiretta, nello scontro con Israele. 

Articolo di: Alice Lauricina

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