Il tema per la Giornata Mondiale dell’Acqua di quest’anno, “Acqua per la Pace”, richiama l’attenzione sul collegamento tra uno dei beni fondamentali per la nostra sopravvivenza e i conflitti. Secondo le Nazioni Unite, l’acqua ha il potere di “portare pace o generare conflitto”. Quest’affermazione può sembrare astratta, ma riflette una realtà che caratterizza molte regioni del mondo.
Le Nazioni Unite definiscono la “sicurezza dell’acqua” come “la capacità di una popolazione di salvaguardare l’accesso sostenibile a quantità adeguate di acqua di qualità accettabile, per sostenere mezzi di sussistenza, il benessere umano, e lo sviluppo socio-economico, per assicurare la protezione da inquinamento e disastri ambientali, e per preservare gli ecosistemi in un clima di pace e stabilità politica.”
Tuttavia, questo concetto non è familiare in diverse parti del mondo. La siccità – che abbiamo avuto modo di sperimentare in minima parte anche in Italia – innescata da cambiamenti climatici, combinata con la crescente domanda di acqua e una gestione non sostenibile delle risorse idriche, ha portato a situazioni di conflitto e disperazione in molte regioni.
La privazione d’acqua come arma di guerra
Parlando di “acqua per la pace”, non si può fare a meno di ricordare che, nonostante il diritto internazionale protegga i beni fondamentali per la sopravvivenza durante i conflitti, molto spesso non viene rispettato.
Questo sta avvenendo anche attualmente, in particolare in Palestina. Come sottolineato nel video del The Guardian, la situazione nei territori occupati della Cisgiordania è critica, in quanto la popolazione ha accesso a soli 80 litri di acqua al giorno per persona (mentre la quantità minima raccomandata dall’OMS è di 100 litri). Le condizioni sono ancora più proibitive a Gaza, dove sono accessibili solo 2-3 litri per persona al giorno, e di questi il 97% è contaminato e, di conseguenza, non potabile.
Lз israelianз, di contro, hanno accesso a 300 litri di acqua pulita al giorno.
Sempre secondo il video del The Guardian, infatti, le autorità israeliane controllano tutte le acque della regione, costituite da due grandi falde acquifere. Solitamente, la popolazione palestinese si basa sui sistemi di gestione dell’acqua e di desalinizzazione, ma questi sono stati quasi tutti demoliti da Israele con il pretesto che fossero illegali. Secondo gli accordi di Oslo, la gestione della falda avrebbe dovuto comunque garantire una divisione equa delle risorse idriche. Tuttavia, allo stato attuale l’80% dell’acqua utilizzata in Palestina viene comprata da Israele.
L’acqua come causa di conflitti
Al di là dell’utilizzo della privazione di acqua come arma di guerra, un esempio lampante di come la stessa possa essere causa di conflitti è rappresentato dalla situazione in Medio Oriente, dove la scarsità di risorse idriche ha contribuito a tensioni e conflitti duraturi. In molte zone del Medio Oriente, l’acqua è diventata una risorsa preziosa, oggetto di contese territoriali e politiche. Inoltre, la mancanza di acqua ha un impatto diretto sui mezzi di sussistenza e sul benessere umano, alimentando la povertà e l’instabilità sociale.
Ma non è solo in Medio Oriente che la siccità e la scarsità d’acqua generano conflitto. Anche in altre parti del mondo, come l’Africa sub-sahariana e alcune regioni dell’Asia, la lotta per l’acqua è diventata una realtà quotidiana. Le comunità sono costrette a competere per risorse sempre più scarse, aumentando il rischio di tensioni e scontri.
Cosa si può fare?
Appare evidente quanto sia cruciale adottare misure volte a garantire un utilizzo sostenibile delle risorse idriche e a promuovere la pace attraverso la gestione condivisa delle risorse. L’adozione di politiche efficaci per la conservazione dell’acqua, insieme a investimenti in infrastrutture idriche e a iniziative di sensibilizzazione, può contribuire a mitigare i conflitti legati all’acqua e a promuovere la stabilità nelle regioni più vulnerabili.
Mentre certe popolazioni sono impegnate a combattere per la loro sopravvivenza e libertà, è importante che le nazioni che hanno il lusso di potersi concentrare sulla gestione degli effetti del cambiamento climatico lo facciano, in modo da porre le fondamenta di un impegno globale e coordinato per garantire un accesso equo e sostenibile all’acqua per tutti, contribuendo così a costruire un futuro pacifico e prospero per le generazioni a venire.
Come sempre vi invitiamo ad associarvi e a farci sapere cosa ne pensate!
Sitografia:
https://www.un.org/en/observances/water-day
https://www.unwater.org/publications/what-water-security-infographic
https://www.internazionale.it/video/2024/01/09/israele-palestina-acqua
https://bdsitalia.org/index.php/ultime-notizie-no-mekorot/1276-miracolo-acqua
https://www.unwater.org/publications/un-world-water-development-report