Autore: Paolo Vespa
Revisione: Isabella Sofia De Gregorio
Grafica: Stefania Barbuto
Quali sono i suoi compiti, chi è oggi e perché è recentemente intervenuto su un disegno di legge italiano
L’organo del Commissario per i Diritti Umani
Il Commissario per i Diritti Umani è un’istituzione indipendente e imparziale, istituita nel 1999, in seno al Consiglio d’Europa. Il suo mandato principale è promuovere la sensibilizzazione e il rispetto dei diritti umani nei 46 Stati membri del Consiglio d’Europa. Più in particolare, tra i compiti principali del Commissario vi sono:
- promuovere l’educazione e la sensibilizzazione ai diritti umani in tutte le generazioni;
- monitorare e valutare la situazione dei diritti umani: attraverso visite nei vari paesi membri, il Commissario valuta la situazione locale dei diritti umani e produce rapporti dettagliati con raccomandazioni specifiche;
- fornire pareri e raccomandazioni: il Commissario può fornire pareri su progetti di legge e politiche nazionali, offrendo consigli per migliorare la conformità agli standard internazionali dei diritti umani;
- facilitare il lavoro delle istituzioni nazionali per i diritti umani: il Commissario collabora con le autorità nazionali per rafforzare la protezione dei diritti umani a livello locale.
Chi è oggi il Commissario per i Diritti Umani?
L’attuale Commissario è Michael O’Flaherty. Irlandese di nascita, è un avvocato specializzato nel contenzioso dei diritti umani ed un accademico. Prima di questo mandato, inoltre, ha ricoperto il ruolo di direttore dell’agenzia dell’Unione Europea per i dei diritti fondamentali, con sede a Vienna.
In uno dei suoi primi interventi da Commissario, O’Flaherty ha identificato sei sfide critiche che minacciano i diritti umani: la perdita della memoria storica, il disconoscimento politico, l’indebolimento dei meccanismi di protezione, il populismo, lo scetticismo intellettuale e la crescente necessità di diritti di fronte alle crisi globali.
L’ultimo intervento del Commissario riguardante l’Italia
Lo scorso 16 dicembre 2024, il Commissario per i diritti umani ha inviato una lettera al Presidente del Senato italiano La Russa per esprimere dubbi sulla conformità del disegno di legge n. 1236 (c.d. ‘pacchetto sicurezza’) agli standard del Consiglio d’Europa in materia di diritti umani, come risultanti dalla CEDU.
Il ‘pacchetto sicurezza’, già approvato dalla Camera, è attualmente in discussione presso il Senato e si propone di introdurre più di venti tra nuovi reati e circostanze aggravanti. Per quanto qui di interesse, tra gli interventi più significativi si rammentano:
- nuove norme volte a contrastare, anche con un nuovo reato ad hoc, l’occupazione abusiva di immobili;
- l’introduzione di una nuova aggravante della pena per la commissione di reati vicino (o nelle) stazioni metro o ferroviarie, o nei mezzi pubblici;
- l’inasprimento delle pene danneggiamento in occasione di manifestazioni di protesta;
- l’introduzione dei reati di blocco stradale o ferroviario con il proprio corpo e di rivolta all’interno di un carcere;
- l’utilizzo delle c.d. bodycam per le forze di polizia.
A tal riguardo, il Commissario O’Flaherty ha espresso preoccupazione per il potenziale impatto del disegno di legge, che delinea i nuovi reati in termini vaghi e criminalizza atti che, nel rispetto di alcune condizioni, rappresentano forme di libertà d’espressione, quali ad esempio l’interruzione del traffico con il proprio corpo e le proteste che ricorrono alla resistenza passiva nelle carceri e nei centri di detenzione.
A conclusione della missiva, dunque, il Commissario ha richiesto un’astensione dall’approvazione delle misure del pacchetto, a meno di modifiche sostanziali per ricondurre l’intervento legislativo nei parametri del Consiglio d’Europa in materia di diritti umani.
La lettera è stata poi inoltrata dal Presidente La Russa anche ai Presidenti delle Commissioni del Senato presso cui era (ed è) in corso l’esame del disegno di legge.
Fonti: