Il 5 novembre 2024 si sono tenute le 60ᵉ elezioni presidenziali della storia degli USA e l’ala conservatrice ha avuto la meglio nonostante le statistiche dell’ultimo momento favorissero Kamala Harris come prima potenziale Presidente donna degli Stati Uniti d’America. L’Europa rischia di trovarsi più isolata, in un contesto che la vede già in difficoltà in più fronti.
Impatto economico di Trump sull’Europa
Gli Stati Uniti sono il secondo partner commerciale dell’Ue e in particolare della Germania, la quale è il primo partner dell’Italia: nel 2023 dal punto di vista commerciale, gli USA e l’Ue hanno scambiato 1.600 mld di euro di cui 126 mld riguardano l’Italia.
Il 20% dell’export europeo riguarda settori industriali chiave e l’imposizione di dazi doganali tra il 10 e il 20 per cento su tutti i prodotti fabbricati all’estero, annunciata da Trump, per tutelare l’industria americana è destinata ad avere effetti duri sulla produzione europea, già con scarsa crescita e bassa innovazione a causa del rallentamento tedesco.
Relazioni USA-Russia: L’Europa più isolata dopo la vittoria di Trump?
I rapporti con la Russia potrebbero complicarsi ulteriormente, con un’Europa sempre più isolata di fronte all’aggressività di Mosca, e la fine del sostegno a Kyiv, ipotizzata da Trump, potrebbe avere conseguenze devastanti per la stabilità del continente.
In Medio Oriente, durante il primo mandato di Trump è saltato l’accordo sul nucleare iraniano e in base alle ultime dichiarazioni sembra prospettarsi che quell’area, proprio alle porte dell’Europa, rischia di diventare ancora più calda.
NATO e sicurezza europea: Il ritorno di Trump cambia gli equilibri geopolitici
Dopo il suo ritorno alla Casa Bianca, Trump ha dichiarata che, in caso di invasione, gli Stati Uniti non interverranno a favore dei Paesi membri della NATO che non destinano almeno il 2% del Pil, come previsto dagli accordi. Resta un’incognita importante l’attuazione della promessa di porre fine “in 24 ore” alla guerra russo-ucraina che, in potenza, rischia di dividere gli europei intaccando la compattezza dell’Occidente, a prescindere che avvenga con la sospensione degli aiuti a Kyiv, o la negoziazione diretta con Putin, o l’eliminazione delle sanzioni americane alla Russia.
Con due guerre devastanti in corso in Ucraina e Medio Oriente e la rivalità tra Cina e Stati Uniti ha continuato a intensificarsi, sicuramente le decisioni statunitensi influenzeranno direttamente o indirettamente la competitività europea e il suo equilibrio geopolitico, per questo bisogna ripensare all’autonomia strategica dell’UE.
Politica climatica Trump e il cambiamento climatico: Che ne sarà degli impegni globali?
Per quanto riguarda il clima, durante il suo primo mandato, con Trump gli Stati Uniti sono usciti dall’accordo di Parigi e ha chiaramente affermato che non condividerà gli sforzi europei per contenere le emissioni sotto la soglia critica.
America First: Nuove distanze tra USA e UE
L’America First non è solamente l’attribuzione di un ruolo centrale all’interesse nazionale dell’agenda politica statunitense ma la dichiarazione di un isolazionismo politico e culturale. Le questioni europee vengono percepite come troppo distanti dagli interessi statunitensi e questo rischia di creare una maggiore distanza politica tra Washington e Bruxelles, con un’Europa più marginale in senso politico, industriale ed economico.
Tutto ciò accade proprio quando assistiamo all’acuirsi dell’aggressività russa ed è necessaria un’azione coordinata che favorisca la diplomazia nell’attuazione degli impegni climatici. Infatti, si tratta del rinnegamento del ruolo statunitense degli ultimi decenni di Storia, se pensiamo al Piano Marshall o lo sbarco in Normandia, e del rapporto con l’Europa come strumento per l’avanzamento dei valori democratici e liberali.
L’estrema destra in Europa: Effetto Trump sui partiti sovranisti UE
Il secondo mandato di Trump ha suscitato reazioni agli antipodi tra i vari gruppi politici in Parlamento Europeo e i Capi di stato e di governo dell’Ue: mentre l’estrema destra lo accoglie favorevolmente per l’effetto a catena che ha scatenato sulla loro retorica in Europa, il fronte progressista-europeista si mostra sempre più preoccupato per il futuro dell’Occidente e la tenuta dell’Ue.
Patrioti per l’Europa, Fratelli Europei, di Nicola Procaccini ed Ecr Joachim Brzezinski che ribadisce l’impegno del partito per “collaborare a un’agenda condivisa che promuova la stabilità, la sicurezza e la prosperità su entrambe le sponde dell’Atlantico. Invece il capogruppo del Partito popolare europeo, Manfred Weber sottolinea che, oltre a mantenere una stretta cooperazione, l‘Europa deve difendere i propri interessi con forza.
Reazioni opposte hanno manifestato García Pérez e Reintke dei Verdi e dei social-democratici in merito alla politica di autoritarismo, xenofobia mandata avanti nel mandato precedente da Trump auspicando invece per un futuro giusto, sostenibile ed inclusivo che tuteli lo Stato di diritto, le politiche climatiche, i diritti fondamentali, sociali e delle donne, ribadendo la solidarietà con l’Ucraina. Infine, per Nicola Zingaretti del Partito democratico, l’UE si deve impegnare a lottare per un’Europa vicina alle persone che costruisca giustizia e nuova speranza.
Viktor Orban, il primo ministro ungherese, accoglie la vittoria di un altro uomo forte oltreoceano; in Italia, la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha ricordato i valori comuni e la storica amicizia fra le due Nazioni nell’ottica di un legame strategico da rafforzare sempre più; così come il Presidente francese Emmanuel Macron auspica un rafforzamento delle relazioni reciproche nella tutela dei valori comuni.
Dopo le elezioni di giugno, l’estrema destra del Parlamento europeo si è ritrovata divisa in tre gruppi:
- Patrioti per l’Europa, che comprende Rassemblement National in Francia, Fidesz in Ungheria, Vox in Spagna e Lega in Italia.
- Conservatori e Riformisti Europei con Fratelli d’Italia e il Partito Legge e Giustizia in Polonia.
- Europa delle Nazioni Sovrane, che comprende il partito di estrema destra AfD in Germania.
Quali prospettive con Trump alla Casa Bianca?
Il ritorno di Donald Trump, oltre ad alimentare la retorica della disinformazione nel contesto politico, per gli europei significa anche un ritorno al G7 del Quebec, nel 2018: Donald Trump seduto con le braccia incrociate e l’aria di sfida davanti alla cancelliera tedesca Angela Merkel, in piedi con le mani appoggiate al tavolo e circondata da altri leader occidentali.
Sul piano democratico, nonostante l’UE abbia un sistema elettorale meno polarizzato degli USA e con strutture democratiche diverse, rischia di rafforzare certe posizioni che mostrano un cambiamento di rotta rispetto al liberalismo e le posizioni democratiche e di risultare la grande perdente delle elezioni americane.
L’Alto Rappresentante Borrell ha esortato a concentrarsi sulla sicurezza europea con azioni volte all’aumento delle spese militare, ricordando che l’UE non è solo unione economica ma anche politica, in cui rientra la politica di sicurezza e difesa e ribadisce che “questa situazione non è la fine del mondo, ma è sicuramente l’inizio di un mondo diverso”.
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Fonti
https://it.euronews.com/2024/11/06/elezioni-usa-cinque-punti-chiave-dopo-la-vittoria-di-donald-trump
Autrice: Cristina Denaro
Grafiche: Silvana Lagrotta