Nella società di oggi sempre più frenetica e veloce, capita spesso che le persone vivano talmente assorbite dai loro impegni e da ciò che devono fare che risulta loro difficile avere dei momenti per rallentare il loro ritmo. La società contemporanea ci porta a vivere le giornate in maniera automatizzata e le giornate sono suddivise tra lavoro e pochi momenti di relax, spesso monopolizzati dai social network.
Questa sensazione di totale assorbimento è stata descritta per la prima volta da Jean-Paul Galibert nel suo libro “I cronofagi. I 7 principi dell’ipercapitalismo“. Nella sua opera, Galibert evidenzia come a causa del capitalismo le nostre giornate abbiano e stiano assumendo un ritmo più serrato e di come il nostro valore individuale sia strettamente correlato alla nostra produttività. Di conseguenza, la persona può vivere dentro un circolo vizioso nel quale sente che il suo valore in quanto individuo dipende unicamente dal suo successo, dal suo capitale, e dalla sua carriera.
Questa tendenza si è accentuata ulteriormente durante la pandemia con l’introduzione del lavoro da remoto, che ha portato a numerosi vantaggi ma anche a un maggior rischio di vivere l’attività lavorativa come totalizzante. Alcuni individui, infatti, hanno visto nella situazione pandemica la possibilità di enfatizzare ulteriormente la loro professionalità e dedizione al lavoro, con il rischio di incorrere in burnout (sovraccarico mentale e fisico da lavoro dovuto dall’incapacità di “staccare la spina”) o in una crisi di identità dovuta al tentativo di mantenere un equilibrio precario tra vita personale e professionale. Per queste persone, è fondamentale non tradire questa concezione performativa che mira all’eccellenza e che vede nella passione per il lavoro un credo.
Esistono poi anche coloro che adottano la filosofia opposta.ovvero concepiscono le vacanze come un premio in cui staccarsi e allontanarsi totalmente dal lavoro oppressivo e stancante, eliminando ogni compito o richiesta a esso collegato. Il loro sogno sarebbe quello di vivere una “vita in vacanza”, ma anche questa filosofia ha dei risvolti negativi: una separazione netta tra vita privata e lavoro rischia di far associare il secondo con l’idea di morte, e intrinsecamente ciò può portare a una condizione esistenziale spiacevole e non sostenibile sul lungo periodo. La pandemia, per queste persone, ha rappresentato la possibilità di poter staccarsi fisicamente dal luogo di lavoro, riflettere e capire che un lavoro è necessario e che non può essere concepito solo come uno spiacevole dovere.
Sorge spontanea una domanda: che senso dare allora al lavoro e alle vacanze? La soluzione risiede nell’adottare un rapporto più flessibile e continuo tra vita privata e lavoro, concependo essi come due correnti in uno stesso flusso. Inoltre, riscoprire la noia e coltivarla in modo sano può diventare fonte di creatività e lucidità, aumentando le nostre occasioni per riflettere. Riscoprire non è un’azione immediata, soprattutto quando si è in balia dei social network, che sono sìun ottimo metodo per mantenere le amicizie a distanza, visionare materiale informativo o piacevole, ma sono anche una grande fonte di dati a livello economico e di marketing che ci inghiottiscono all’interno di una dinamica disfunzionale come quella descritta precedentemente. Un uso costante ed eccessivo dei social (per avere un dato di riferimento: nello studio di Picotti del 2019, egli ha osservato che nel 2017 la media del tempo trascorso sui social network era di 137 minuti) può essere una fonte di stress psicofisico se abbinati anche a uno stile di vita frenetico. Nasce quindi l’esigenza di ripristinare una maggiore connessione con il momento presente e reale.
Questa concezione più riflessiva del vivere, inserita all’interno di un contesto che vede i confini tra lavoro e vita privata più labili, è una dote che non si apprende immediatamente ma che va coltivata con costanza. La tecnica più utilizzata negli ultimi anni è la Mindfulness: una pratica meditativa che si focalizza sulla consapevolezza dell’esperienza personale nel presente attraverso un atteggiamento non giudicante e di accettazione. Essa può essere una risorsa preziosa e i suoi benefici sono oggi oggetto di numerosi studi.
La Mindfulness è un costrutto entrato solo di recente nell’ambito della ricerca, perciò sono ancora pochi i benefici provati scientificamente. Tra questi, vi è la riduzione della percezione dello stress e delle ricadute depressive. Le potenzialità sono vaste:
- Miglioramento della salute psicologica e nel trattamento di patologie psicologiche e psicosomatiche.
- Utilizzo nel trattamento di una serie di problematiche, tra cui: disturbo di attenzione e iperattività, disturbo bipolare, disturbo d’ansia generalizzato, disordini del comportamento alimentare, attacchi di panico, psicosi, abuso di alcol e sostanze stupefacenti.
- Inoltre, è versatile il suo utilizzo anche con diversi gruppi della popolazione (bambinз, anzianз, genitori e caregivers, insegnanti, detenutз e coloro che vivono all’interno di situazioni economiche svantaggiate).
Dati i suoi numerosi benefici e possibili potenzialità, come riuscire a coltivare questa disciplina anche nel privato? Ci sono una serie di passaggi che è cruciale seguire e che possono essere svolti in qualsiasi momento, persino in vacanza!
Come accennato precedentemente, le vacanze sono spesso concepite come un premio per il lavoro svolto durante l’anno, ma può succedere che esse siano una fonte di stress perché alcune persone finiscono per focalizzarsi sui programmi stabiliti per quei giorni piuttosto che sul momento presente. Alcuni degli atteggiamenti che si possono adottare in quel contesto sono: ritagliarsi del tempo per riflettere durante l’arco della giornata, conoscere le persone del luogo, cercare di non subire la pressione delle aspettative sociali (questo in particolar modo sui social network), utilizzare il meno possibile i dispositivi elettronici e includere (se è possibile) anche i compagni di viaggio.
Per concludere, in un mondo che corre sempre più veloce, trovare un equilibrio tra lavoro e vita personale è diventato una sfida per molti. La pandemia ha ulteriormente accentuato questa necessità, spingendoci a riconsiderare il nostro rapporto con il tempo e con noi stessi. La mindfulness si presenta come una possibile soluzione, offrendo strumenti pratici per ridurre lo stress, migliorare la concentrazione e coltivare una maggiore consapevolezza del presente. Coltivando la consapevolezza, possiamo riscoprire la gioia delle piccole cose e vivere una vita più appagante e autentica.
FONTI
Galibert, Jean Paul (2015) I cronografi. I 7 principi dell’ipercapitalismo. Stampa Alternativa, Viterbo.
Keng, S. L., Smoski, M. J., & Robins, C. J. (2011). Effects of mindfulness on psychological health: A review of empirical studies. Clinical psychology review, 31(6), 1041-1056.
Piotrowski, M. C., Lunsford, J., & Gaynes, B. N. (2021). Lifestyle psychiatry for depression and anxiety: Beyond diet and exercise. Lifestyle Medicine, 2(1), e21.
Autrice: Marta Finazzi (@marrtafinazzi)
Grafiche: Alessandro Santoriello (TAG)
Revisione: Giorgia Pelagatti