I miti sono storie popolari con cui tuttз siamo cresciutз, che influenzano in modo più o meno diretto il nostro modo di essere perché parte integrante della cultura in cui siamo inseritз. Spesso però non ci fermiamo ad analizzare in modo approfondito il ruolcollege football jerseys custom ohio state jersey custom made football jerseys johnny manziel jersey Iowa State Football Uniforms custom made football jerseys aiyuk jersey florida state football jersey florida state football jersey Florida state seminars jerseys Ohio State Team Jersey college football jerseys OSU Jerseys justin jefferson lsu jersey ohio state jersey o che queste storie hanno su di noi. Con i loro personaggi, elementi e temi trattati, i miti crescono e mutano insieme alle persone che li conoscono e tramandano, ed è quindi importante saperne analizzare in maniera critica il loro impatto. Una storia di cui si tende ad avere ancora oggi una visione distorta è quella della Befana. Dalle sue origini fino alla rappresentazione attuale, la vecchia signora dispensatrice di dolci e carbone viene erroneamente chiamata “strega”, associandola di conseguenza al mondo esoterico. In realtà la sua figura ebbe ed ha ancora attualmente un impatto sulla vita non solo deз bambinз ma anche su quella delle donne.
Le sue origini
Un quesito che ancora oggi avvolge il mito della Befana è quello legato alle sue origini. Le sue vere origini infatti risalgono alle antiche Dee Madri generatrici del Tutto, provenienti dalla tradizione celtica e germanica. Però, la leggenda per come la conosciamo comunemente noi risale ai tempi dei romani, la cui celebrazione coincideva con la raccolta dei campi. La festività nacque come modo per celebrare i prodotti agricoli raccolti nell’anno appena trascorso. Durante l’inquisizione però la figura della Befana divenne controversa. Il rito pagano venne infatti condannato e interpretato come satanico, le sue rappresentazioni divennero sempre più simili a quelle delle streghe, portando così alla rimozione della festività dal calendario. Per questo motivo, alla festività pagana venne sovrapposta il 6 di Gennaio quella cristiana dell’avvento dei Re Magi.
I simboli
Numerose sono le caratteristiche che vengono associate oggi alla figura della Befana. Di seguito sono elencate e spiegate le principali:
- La scopa: è il simbolo antico di purificazione di anima e case;
- La vecchiaia: richiamo all’anno appena trascorso, ormai in declino e prossimo alla morte. Durante il periodo invernale dell’anno sono numerosi i rituali che prevedono il rogo di un fantoccio dalle sembianze di vecchia. Ciò avviene per due principali motivazioni: perché è presente ancora la memoria di inquisizione dell’inconscio collettivo e per soffiare il bisogno umano di lasciare andare il vecchio;
- La gonna: lunga e rattoppata, rappresenta il potere femminile, la sua ricchezza e forza d’animo che, nonostante le difficoltà, riesce sempre a ricompattarsi;
- La calza: elemento moderno che rappresenta i doni ricevuti nell’anno appena trascorso e quelli che arriveranno nel nuovo che sta iniziando;
- Il carbone: simboleggia ciò che è stato bruciato, ricollegandosi ai roghi dei fantocci citati in precedenza. Conservare un pezzetto di carbone significa onorare il passato e riconoscere il suo ruolo di tramite per il presente. Esso e’ un ottimo strumento simbolico perché il suo aspetto nero e aspro richiama agli errori commessi, ma la sua dolcezza rimanda alla possibilità di riscatto.
La visione archetipica
Al giorno d’oggi la Befana rappresenta uno dei dodici archetipi fondamentali categorizzati da Carl Gustav Jung. Per il teorico e psicoanalista, un archetipo è “un contenuto dell’inconscio collettivo, che determina la tendenza a reagire e a percepire la realtà secondo forme tipiche costanti nei vari gruppi culturali e periodi storici”. Secondo la sua visione, ella si collega all’archetipo della Grande Madre, composto dall’unificazione di elementi positivi (Madre Buona) e negativi (Madre Terribile).
Inoltre, la controversia sulla sua figura, originatasi durante l’inquisizione, promosse una modifica nella sua rappresentazione, da anziana signora a strega. La strega e’ l’archetipo della trasformazione, della morte e della rinascita. Questo aspetto, specialmente perché rappresentato da una donna, e’ stato spesso oggetto di scherno da parte del patriarcato e uno dei suoi bersagli preferiti da sopprimere. Infatti, dei tre aspetti del ciclo femminile (fanciulla, madre e anziana) solo i primi due furono incorporati e addomesticati prima dalle culture greco-romana e cattolica, La terza fase archetipa venne esclusa da questi processo di domesticazione: una vecchia non era appetibile sessualmente, non poteva più avere figliз (guerrieri se maschi o merce di scambio se femmine), e con la possbilita di poter gestire l’eredita del marito nel caso in cui lui fosse venuto a mancare. Da qui la costruzione della strega come mito comincia a delinearsi.
La Befana è rappresentata nella tradizione come una signora anziana, che ha già vissuto le sue fasi precedenti della vita. Ciò collude con la visione patriarcale della donna, perché oggi molte di esse considerano una disgrazia invecchiare, portare i segni dell’età sul viso e sul corpo. Spesso infatti, a livello sociale, capita che una donna stimi il suo valore basandosi su aspetti legati alla giovinezza e alla fertilità, come quello di suscitare l’interesse deə partner o di procreare. La Befana in questo senso sfida a spada tratta la visione femminile scolpita nel collettivo di una società improntata al patriarcato, definendo aspetti importanti della Potenza femminile.
Questa Potenza sfida il canone tipico di bellezza in una società improntata sull’estetica e sulla superficialità, libera a cavallo della sua scopa e vestita in modo spoglio, portando doni ai più piccolз. In questo sta il suo potere: nella capacità di non adattarsi all’idea stereotipata di vecchiaia come periodo di morte e di desolazione, ma come periodo di saggezza che porta al rinnovamento e alla rinascita. Nelle società antiche l’età anziana era vista con grande rispetto e considerazione, oggi invece le persone anziane sono percepite spesso come un “peso”, perché non possono produrre più e quindi non contribuiscono all’interno della comunità. Con la Befana si ha un’inversione di tendenza.
La vecchiaia è vista con la Befana come culmine di una vita fatta da esperienze vissute e di saggezza, che le permette di avere la capacità di capire chi e meritevole di doni e chi no. Questo non può essere appreso prima perché il contesto delle donne nelle fasi antecedenti di vita è più strutturato (ad esempio la carriera e il matrimonio). Nell’ultima fase, quella della vecchiaia, questi “vincoli” vengono meno (il pensionamento, la morte del partner), lasciando la donna anziana in un stato di solitudine, che le permettere di fare i conti con se stessa, con ciò che ha compiuto nella sua lunga vita prima di giungere al termine. La Befana è quindi la maestra del ciclo morte-vita, portando la morte del vecchio, di ciò che è stato, e preparando noi ad un nuovo inizio, la vita.
La valenza educativa, da non sottovalutare
- Il 6 di gennaio rappresenta una giornata unica per la condivisione affettiva e stabilità durante il periodo natalizio. La Befana, che nel corso di quella notte scende dai caminetti per portare doni, è una tradizione; una fonte di stabilità di cui lз bambinз e ragazzз, soprattutto coloro che stanno vivendo i primi cambiamenti dovuti all’inizio dell’adolescenza, hanno bisogno per rassicurarsi dall’ansia legata ai mutamenti tipici dello sviluppo. Non solo: la Befana è anche una risorsa educativa preziosa, grazie all’associazione di doni e punizioni in base ai comportamenti adottati. E’ importante però sottolineare un concetto pedagogico-educativo fondamentale: non esistono bambinз buonз o cattivз, esistono comportamenti adeguati o non adeguati. Perciò lə adulto che svolge una funzione educativa deve ricordarsi di non giudicare in base a quello che sono, ma in base a quello che fanno. Durante il giorna della Befana l’adulto, adottando in maniera “fai-da-te” tecniche che richiamano la corrente comportamentista, avrà il potere di rafforzare i comportamenti ritenuti giusti lasciando doni e dolciumi, e di scoraggiare quelli errati usando il carbone (non esagerando, onde evitare di generare senso di colpa nel bambinә).
Le festività rappresentano un’occasione preziosa e unica dal punto di vista educativo. In quei giorni, le normali attività quotidiane vengono messe in “stand-by” e le regole familiari vengono trasformate, interrompendo la routine. Al giorno d’oggi, nella società consumistica in cui viviamo, non è raro che queste occasioni diventino una mera occasione in cui le famiglie si limitano all’acquisto di dolci e regali per lз più piccolз, dimenticandosi del loro vero significato. In particolare, la Befana può assumere una valenza educativa, svolgendo un ruolo di “giudizio” nei confronti dei comportamenti deз bambinз. non essendo così ricca come Babbo Natale infatti, ella può decidere di donare il carbone a coloro che non hanno adottato, secondo il suo giudizio da vecchia saggia, un comportamento adeguato nel corso dell’anno appena trascorso. Questo gesto porta ad una riflessione e a un lavoro introspettivo prezioso, che nel contesto familiare rappresenta un’importante opportunità di crescita.
La Befana ci insegna che tuttз commettiamo errori, e che spesso a questi sono associati a comportamenti, gesta o parole che normalmente non adotteremo. Lo scopo non è cercare la perfezione, ma riconoscere questi momenti e sfruttarli come risorse per crescere.
FONTI
https://www.channelhealing.it/blog/la-befana-archetipo-femminile.html