Giornata internazionale della pace
Quando alla fine di febbraio il Presidente russo Vladimir Putin ha annunciato l’inizio delle operazioni militari sul territorio ucraino, ricordo che la faccia di tutti i miei conoscenti divenne di pietra: gli occhi sbarrati, la mascella aperta, le mani che si tenevano al tavolo della cucina.
La guerra? E cos’era la guerra? Nel giro di poche ore, tutti i programmi d’informazione fecero piombare nelle nostre case immagini di case distrutte, bambinɜ in fuga, cadaveri per le strade. Chiunque, nessuno escluso, si sentì mortificatə a guardare quelle immagini. Perché qualcosa di così crudele stava succedendo?
È una reazione normale, che condividiamo appieno.
Meno condivisibile è stata la reazione di alcune personalità, giornalistiche e non, che hanno dimostrato in questi mesi il loro razzismo intrinseco, affermando oscenità come «non stiamo parlando di siriani in fuga dai bombardamenti del regime siriano sostenuto da Putin, stiamo parlando di europei che se ne vanno con auto che assomigliano alle nostre per salvarsi la vita» (Philippe Corbe, 26 febbraio).
Seppure le parole di Philippe Corbe siano da disprezzare, è anche vero che, prima dello scoppio del conflitto russo-ucraino, un po’ tuttз avevano una visione della guerra come un qualcosa di lontano e passato. Ma è veramente così?
In Europa, fatta eccezione dei conflitti balcanici tra la fine degli anni Novanta e l’inizio del nuovo millennio, si è vissuto un periodo in cui la guerra sembrava sul serio un qualcosa relegato ad altri continenti. Questa lontananza geografica ha fatto sì che si installasse nella mente delle persone l’idea che la guerra esistesse solo nei videogiochi.
Prendiamo in esame due database: l’ACLED e il Global Conflict Tracker.
Il primo è Armed Conflict Location & Event Data Project (ACLED), un’organizzazione no profit finanziata da vari ministeri (tra cui quello degli Esteri tedesco e il Dipartimento di Stato statunitense) che ha come compito quello di fornire dati sulla violenza nel mondo, che vengono aggiornati settimanalmente. Noi di Eduxo abbiamo fatto una rapida ricerca: solamente in un anno, dal 9 settembre 2021 al 9 settembre 2022, vengono contati dall’ACLED ben 116,916 eventi in tutto il mondo tra battaglie, violenze contro lɜ civili e rivolte; il database fa inoltre riferimento a ben 27 guerre.
Il Global Conflict Tracker, invece, è una guida interattiva ai conflitti in corso nel mondo che preoccupano gli Stati Uniti. La mappa mostra quasi trenta conflitti con informazioni di base e risorse su ogni conflitto. Anche qui, la guerra in Ucraina è solo l’ultima di una lunga serie di conflitti che interessano il mondo intero.
Dunque noi di Eduxo affermiamo che no, la guerra non è un qualcosa che vediamo solo in televisione, in qualche film hollywoodiano o come racconto semi leggendario dei paesi del Medio Oriente: la guerra esiste, è reale e non si ferma in Ucraina.
Revisione: Stefano Letizia
Fonti:
https://www.iodonna.it/attualita/costume-e-societa/2022/04/04/ucraina-2/;
https://www.lifegate.it/longform/quante-e-quali-guerre-si-combattono-oggi-nel-mondo
https://acleddata.com/dashboard/#/dashboard
https://www.un.org/en/un75/new-era-conflict-and-violence
https://www.cfr.org/global-conflict-tracker
https://www.localpage.eu/2022/04/07/noi-e-loro-il-razzismo-dei-media-occidentali/