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Un film d’animazione che dovresti guardare…Encanto

In un piccola località tra le montagne della Colombia, vive la famiglia Madrigal dedita da sempre alla protezione e al mantenimento della pace tra lз abitanti del villaggio. 

La nonna Abuela è la capostipite della famiglia e protettrice della candela magica che aveva ricevuto anni prima, subito dopo la morte del marito. I conquistadores avevano messo a ferro e fuoco il loro vecchio villaggio e Pedro aveva sacrificato la sua vita per proteggere Abuela e lз loro tre bambinз.

Dal suo sacrificio era nata una candela magica e venne creato un nuovo villaggio tra le montagne con una casa per la famiglia e un dono magico per ciascunǝ dei componenti. 

Nel corso degli anni, la famiglia Madrigal si era allargata e tuttз avevano ricevuto il loro dono speciale, tranne Mirabel. 

C’è chi prevede il futuro, chi parla con gli animali, chi ha una forza speciale, chi cambia forma e chi con i suoi pasticcini cura qualunque male. 

Tutto sembra essere perfetto e chiunque sembra ricordare alla protagonista di essere l’unica crepa della famiglia e dell’intero villaggio.

Nel bel mezzo del racconto, però, la casa magica dei Madrigal inizia a sgretolarsi pian piano: sarà Mirabel ad innescare un cambiamento in sé stessa e in tuttз lз componenti della sua famiglia, ricostruendo una nuova casa con una nuova prospettiva e un nuovo equilibrio. 

Sulla scia del filone “Cinematerapia”, partiamo con ordine in questa riflessione che vuole essere una lente di ingrandimento sui tanti nodi emotivi affrontati in Encanto.

La prima dinamica che salta agli occhi è l’apparente perfezione della famiglia.

Inizialmente il tutto sembra esageratamente fantastico, funziona alla perfezione feste, musica e balli fanno da retroscena alla prima narrazione. 

Abuela sembra la reggente dell’intero gruppo e anche la figura a cui “dar conto”, perché, come sottolineato più volte, “è grazie a lei se tutto scorre senza intoppi.”

Peccato però che la vita senza intoppi non esiste e anzi, si rischia di costruire una pantomima in cui tuttз sono perfettз e infelici. Prendiamo l’esempio di Bruno il veggente: costretto a scappare perché considerato da tuttз seminatore di discordia e così pericoloso per Abuela da intimare alla sua famiglia di non pronunciare il suo nome. La sua colpa? Fare profezie non sempre positive come Abuela vorrebbe; Luisa che con forza sovrumana è costretta a portare il peso di tutto e tuttз senza mai lamentarsi; Isabela perfetta e con successo che fa spuntare fiori ovunque lei voglia e Pepa che con il dono di influenzare il meteo deve tenere a bada la sua eccessiva emotività perchè la pioggia e il vento non sono ammessi in casa Madrigal.

Il punto focale è che i personaggi in questione presentano uno schema comune e difficile da cambiare: i loro doni diventano delle gabbie dal momento in cui ne vengono usati solo gli aspetti apparentemente positivi, mentre gli aspetti turbolenti e non consoni alle regole di Abuela vengono messi sotto al tappeto.

La narrazione è il secondo importante aspetto di Encanto. 

Mirabel è alla ricerca di sé stessa e sulla strada verso la verità si cala nei panni di unǝ terapeuta. Con l’ascolto e la presenza aiuta lз componenti della sua famiglia a narrare i propri sentimenti contrastanti riguardo le difficoltà dei loro doni magici. Una della scene fondamentali è la narrazione che Luisa fa di sé stessa, il musical inscenato dà man forte al testo:

“Dietro il mio aspetto mi sento molto in ansia e nervosa, e questo non lo ammetto.

Dietro il suo aspetto, perfino il Titanic perfetto aveva un difetto.

Dietro il mio aspetto, salvare il mio potere è ciò che mi riprometto.

È un domino e so che non potrò fermare le sue tessere o vi soccomberò.

Ehi, ma si calmerà, se scenderà il peso delle aspettative su di me, io vorrei davvero sentirmi in pace, ma sento invece il peso enorme di pressione, tensione e preoccupazione.

C’è un prezzo che mi è imposto, il talento mi ha costretto…”

Fonte – https://imperoland.it/encanto-canzoni-audio-testi/

Dietro la forza apparente, la narrazione in chiave musicale ha permesso a Luisa di raccontare la bellezza del suo dono, ma anche la fatica nel possederlo. Dalle sue stesse parole si evince che è lei stessa a non darsi la possibilità di essere appesantita dalla sua stessa forza; l’accettazione e il cambiamento le consentiranno alla fine del film di permettersi riposo e spensieratezza. 

Come per Luisa, anche per il personaggio di Isabela vi è una svolta emotiva ancora più palese durante la narrazione. Per una serie di circostanze, Mirabel si trova a discutere con la sorella perfetta; lo scontro acceso tra le due e la rabbia di Isabela le permette di creare dal nulla una pianta grassa e piena di spine, differente da tutti gli altri fiori che aveva creato sino ad allora. Il suo stupore si trasforma in gioia quando si accorge che il suo dono può permetterle di pensarsi in una chiave di lettura diversa. 

“Che cambiamento questa pianta e può pungere un bel po’.

Non è simmetrica, è un po’ buffa ma che importa in fondo: è la mia…

Cos’altro farò? Con me sboccia ogni rosa, Flor de mayo, ne ho un vivaio, faccio prove di ogni posa, quel che hai dentro è un bel guaio.

E se seguissi il mio cuore non temendo alcun errore? 

Vorrei non fosse necessario fare tutto perfetto…

Avrei modo così di esprimermi”

Fonte – https://imperoland.it/encanto-canzoni-audio-testi/

Da personaggio monotono, perfetto e terribilmente noioso a personaggio colorato, simpatico e sbarazzino felice di creare rose tanto quanto di creare piante grasse e piene di spine. 

L’accettazione dell’interezza del proprio Io è un terzo importante punto da tenere in considerazione quando parliamo di Encanto. 

Ora che la finta e oppressiva idea di perfezione è stata spezzata da Mirabel, la narrazione può far spazio all’accettazione di un sé completo ed è lo scontro tra i due personaggi a mettere a rischio la sopravvivenza della famiglia Madrigal e della magica candela. Abuela protettrice di un’energia consolidata, ferma, immutabile e poco propositiva al cambiamento e Mirabel l’energia libera, la scoperta e il viaggio interiore alla ricerca di sé stessi. Sarà l’abbraccio tra le due a salvare la magia, metafora di un Io che si incontra, si accoglie e si sostiene nella sua interezza tra energia legata ed energia libera.

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