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Il personale è politico! Sì, ma perché?

COSA SIGNIFICA “IL PERSONALE È POLITICO?

“Il personale è politico”: letteralmente, a partire da piccoli cambiamenti è possibile generare cambiamenti più grandi. Ed i cambiamenti più grandi, lo sappiamo, sono quelli che hanno – in un modo o nell’altro – un impatto sulla vita quotidiana di ognunə. Affinchè importanti mutamenti avvengano, è necessario che questi passino dalla politica: tutto ciò che regolamenta le nostre vite nasce da lì; nascono dalla politica le leggi che permettono alla nostra società di seguire un ordine preciso e di non diventare un enorme caos; dal processo legislativo di cui lз nostrз rappresentantз sono lз protagonistз.

Facendo un focus sul meccanismo che muove il tutto: ogni nostra azione – positiva o negativa, nel bene o nel male – non rimane fine a se stessa, bensì esce e influenza chi ci circonda. Singoli comportamenti danno vita a molteplici altri comportamenti che, col passar del tempo, modificano l’azione sociale nella sua immagine collettiva. Decisioni personali positive, dunque, innescano reazioni a catena che, a lungo andare, possono notevolmente migliorare il livello di sensibilità, empatia ed interazione all’interno della società.

QUANDO È NATO QUESTO SLOGAN?

« I problemi personali sono problemi politici. Non ci sono soluzioni personali in questo momento. C’è solo un’azione collettiva per una soluzione collettiva. », scriveva la femminista Carol Hanisch sulla rivista “Notes from the Second Year: Women’s Liberation”, nel 1970. Gli anni Sessanta e Settanta sono passati alla storia per l’importante contributo della lotta femminista. A partire dagli Stati Uniti fino ad arrivare ai Paesi occidentali, i movimenti per i diritti civili degli afroamericani – negli USA – ed i movimenti studenteschi – in Occidente – si ponevano l’obiettivo di contestare i diversi pregiudizi sociali e politici. Comune a entrambi i movimenti era l’idea che la sfera privata fosse in qualche modo collegata alla sfera pubblica.

Emblematico esempio di tale concetto fu quanto scritto dalla femminista Betty Friedan ne “La mistica della femminilità”, pubblicato nel 1963. Dopo aver intervistato numerose casalinghe, Friedan evinse che le donne soffrivano di una profonda insoddisfazione, di problemi di identità e di un senso di vuoto. Apparentemente considerato un problema personale, secondo la teorica femminista la soluzione di tale problema sarebbe stata trovare la giusta causa di questo malessere, che andava cercata nella posizione che le donne occupavano nella società. Se un problema è un problema di tuttз, non è un problema dз singolз, ma della società.

LA BELLEZZA DI UNO SLOGAN

È in questo slogan che si trova la speranza di poter cambiare la nostra società: a partire da una piccola azione se ne susseguono tante altre. Fa parte della responsabilità di ogni persona indirizzare un cambiamento verso la strada giusta, le proprie azioni verso l’aiuto, la difesa, la tutela dз prossimз.

Nell’ottica del femminismo intersezionale, ogni lotta è collegata all’altra e non esiste alcuna lotta che possa escludere le altre. Ogni persona è importante in quanto tale ed è per questo motivo che ogni volta che usiamo la nostra voce stiamo non solo utilizzando il nostro importantissimo privilegio di farci sentire urlando le nostre rivendicazioni, ma anche quello di portare le battaglie di chi non ha la fortuna di godere dello stesso privilegio, all’interno del proprio megafono. Proprio nel passaggio da una prospettiva privata ad una pubblica – tra l’altro – un problema diventa più evidente e si smette di sentirsi solз e ingombratз da tale problema. “Il personale è politico” significa che un singolo problema può e deve diventare un problema di tuttз. Ed in quanto tale, tuttз insieme combatterlo.

Fonti:

“Parità in pillole” (Irene Facheris, Rizzoli 2020)

““Il Personale è Politico“: storia e significato dello slogan femminista” di Bossy.

https://it.wikipedia.org/wiki/Betty_Friedan

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