La violenza ostetrica impedisce alla donna del percorso nascita di autodeterminarsi. La espropria di una forte e importante esperienza che aveva deciso di vivere, privandola spesso di un processo che poteva essere naturale, meno doloroso e più soddisfacente.
Questo tipo di violenza si esprime in un trattamento disumano, nell’abuso di medicalizzazione e nella patologizzazione dei processi naturali. L’OMS la declina come: abuso fisico, umiliazioni, abusi verbali, procedure mediche coercitive e non acconsentite (come l’utilizzo ingiustificato di: episiotomia, kristeller, rottura delle membrane, induzione del parto,ecc..), mancanza di privacy e di un consenso informato.
La violenza ostetrica è una violazione dei diritti umani delle partorienti e una violazione del diritto costituzionale alla salute di donne e bambinз.
Non tutte le donne che hanno vissuto delle procedure mediche sono vittime di violenza ostetrica. Queste procedure possono essere salvavita e percepite anche dalla partoriente stessa come salvifiche.
Si può vivere la medesima situazione, ma le percezioni in merito all’esperienza saranno infinite. Credo che in questo ambito, una differenza importante la facciano:
- Un consenso realmente informato, scritto o verbale;
- Il coinvolgimento attivo nel processo decisione della donna, protagonista dell’evento nascita;
- L’appropriatezza nell’utilizzo delle manovre ostetriche.
Secondo un’indagine dell’Osservatorio sulla Violenza Ostetrica in Italia tra le donne intervistate:
- Il 54% ha ricevuto un episiotomia, di queste il 61% dichiara di non aver dato il consenso informato;
- Il 21% dichiara di aver subito violenza ostetrica;
- Il 54% dichiara di aver subito pratiche lesive della propria dignità o integrità psicofisica.
Viene subita maggiormente dalle adolescenti, dalle donne non sposate, da quelle in condizioni socio-economiche sfavorevoli, appartenenti a minoranze etniche, migranti o donne affette da HIV.
In Italia giace in parlamento dal 2016 la proposta di legge Zaccagnini “Norme per la tutela dei diritti della partoriente e del neonato e per la promozione del parto fisiologico”. La sala parto e il percorso nascita dovrebbero essere un ambiente protetto per la donna, per lз bambinз e lз genitorз tuttз.
La violenza ostetrica va denunciata, le informazioni corrette vanno veicolate, non lasciamo nessunə da solə.
Alzate la voce, sempre.
Fonti
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