Il “born this way argument” è quell’assunto che viene utilizzato spesso nelle argomentazioni a sostegno dei diritti delle persone LGBTQIA+.
L’assunto si basa sul fatto che l’orientamento sessuale è dettato dalla genetica, per cui le persone nascono con un certo orientamento sessuale e non è giusto discriminarle per qualcosa che non scelgono, per il fatto di “essere nate così”.
Secondo alcuni studi, fortunatamente condotti sulla base della sempre maggiore incidenza di persone con relazioni omosessuali dichiarate nel mondo, ci sono un po’ di problemi con questa tesi, che si riversano sulla percezione sociale delle persone le cui scelte mostrano un’evidente fluidità.
Quando qualcun* cambia relazioni e ne vive di eterosessuali come di omosessuali oppure quando qualcun* modifica la propria espressione di genere e percepisce una differente identità di genere, capita che venga giudicat* come confus*, indecis*, e che venga spint* ad identificarsi una volta per tutte con un orientamento sessuale, un’identità, un’espressione di genere.
Questo mette in difficoltà le persone protagoniste di questo tipo di esperienze e ne lede il diritto all’autonomia sessuale individuale e all’autodeterminazione.
Molti studi dimostrano che le persone bisessuali sono molte più di quelle omosessuali e che la fluidità sessuale è estremamente diffusa.
Questo dà ai fattori ambientali, che determinano costantemente cambiamenti nelle nostre vite in tutte le forme, un’importanza molto maggiore che ai fattori genetici.
Non aver paura di lasciarsi andare a ciò che ci accade e mettere fortemente in discussione le aspettative che arrivano dall’esterno su ”chi siamo” e “con chi ci accompagniamo” è il modo migliore per vivere una vita piena, ricca, significativa.
Un approccio del genere alle esperienze ci pone di fronte alle scelte con leggerezza e maggiore serenità, perché scegliere non significa sempre non poter tornare indietro.
Ci sono scelte abbastanza irreversibili, ma se indaghiamo con onestà noi stess* sapremo sempre intraprendere le strade che ci fanno stare bene.
L’argomento del “sono nat* così” ha aiutato moltissimo le persone LGBTQIA+ a combattere la discriminazione nei loro confronti, ma è davvero così necessario?
Tale argomento viene messo in discussione da alcuni studi che sottolineano quanto esso sia:
- non scientificamente provato
- non legalmente necessario
Perchè non è scientifico
Se l’orientamento sessuale fosse determinato dalla genetica le persone con gemellarità dovrebbero risultare entrambe omosessuali nel 100% dei casi.
Invece lo sono nel 30/40% dei casi (meno della metà).
Questo dimostra ancora una volta che il patrimonio genetico di una persona influisce su molti aspetti della sua vita, ma non li determina in maniera definitiva.
Perchè il “Born this way argument” non è necessario legalmente?
Nei paesi che hanno leggi contro le discriminazioni per identità di genere e/o orientamento sessuale (l’Italia non è tra questi) chi giudica non si è mai soffermat* sull’immutabilità del tratto per cui si viene discriminat*.
La legge sancisce l’ingiustizia della discriminazione in sé, senza indagare da quanto tempo/per quanto tempo la persona ha avuto un certo orientamento o una certa identità.
IL “BORN THIS WAY ARGUMENT” È INGIUSTO
Non rivendica la libertà delle scelte delle persone, ma suona come una giustificazione del tipo “non posso farci niente, sono nat* così, non puoi incolparmi per qualcosa che non ho scelto”.
La scelta di fronte alla quale ci si trova in questi casi è quella di autodeterminarsi oppure no, ascoltarsi oppure no.
Non si sceglie quello che sentiamo, certo, ma il “born this way argument” suona come una giustificazione rispetto ad un difetto per il quale non si può fare niente.
La rivendicazione di dignità, autodeterminazione, trattamento equo, giustizia, non può passare attraverso una giustificazione.
Con il “born this way argument” si assumono delle sfumature davvero irrispettose verso chi sceglie l’autenticità e si trova a vivere nel corso della propria esistenza una o più di una delle possibilità sull’identità di genere, l’orientamento sessuale, l’espressione di genere.
Non sarebbe decisamente meglio il “we are awesome argument”?
IMPORTANTE!
I risultati di questi studi, secondo l’espressa volontà de* studios*, non devono essere interpretati sostenendo che l’orientamento sessuale è determinabile, cioè che è possibile “curare” l’omosessualità determinando la sua cessazione.
Tutte le ricerche sulle terapie di cura di questi casi ne hanno dimostrato l’inefficacia e i danni psicologici per le persone coinvolte nel 100% dei casi.
Non dovremmo mai smettere di interrogarci e di ascoltarci su questioni come “chi sentiamo di essere”, “come vogliamo esprimerci”, “da chi siamo attratt*”.
Sebbene possa sembrare che avere un’identità definita ci aiuti a sentirci stabili nell’età adulta, lasciare spazio a ciò che ci succede e a ciò che l’ambiente in cui viviamo fa succedere in noi, rende molto più facile la nostra realizzazione e il nostro benessere personale.
FONTI
“Female bisexuality from adolescence to adulthood: results from a 10 year study” (2008), Diamond L.M.,
“Sexual Fluidity in Male and Females”, Curr Sex Health Rep 8, 249-256 (2016), Diamond L.M.,
“Scrutinizing “immutability”: Research on sexual orientation and its role in legal advoacacy for the rights of sexual minorities rights?”, Journal of Sex Research, 53, 363–391 (2016), Diamond, L.M., & Rosky, C.,