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Il rispetto delle differenze di genere nel testo unico dei doveri del giornalista

Grazie all’impegno del Gruppo di lavoro sulle pari opportunità, il 19 novembre il Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti ha approvato all’unanimità un articolo aggiuntivo del Testo Unico dei doveri de* giornalista, il quale prevede il rispetto delle differenze di genere.

Entrerà in vigore l’1 gennaio 2021.

Esso specifica cosa è lecito raccontare e mostrare (e cosa no) quando si trattano argomenti delicati.

Con argomenti delicati intendiamo ad esempio la violenza nei confronti delle donne o di qualsiasi persona, indipendentemente dalla sua identità e orientamento sessuale.

Si tratta di poche righe, che sono però fondamentali per non rimettere alla sensibilità personale de* singol*. Sono principi inderogabili di rispetto e dignità nei confronti delle donne e di tutte le persone coinvolte in casi di violenza. 

La modifica del Testo Unico introduce anche sanzioni più pesanti nei confronti di giornalist* sanzionat* più volte per una stessa infrazione del codice deontologico nell’arco di un quinquennio, con provvedimenti che vanno dalla sospensione alla radiazione dall’Ordine stesso. 

Si tratta di un passo importante che riconosce la grande responsabilità dell’informazione nei confronti della società, delle donne e di tutte le vittime di violenza.

Le parole, se usate nel modo sbagliato, sono armi.

Mettiamole al servizio della verità, usiamole per dare voce ai/le survivor, e non ai/le carnefici.

Dall’1 gennaio 2021 entreranno in vigore modifiche al Testo Unico dei doveri de* giornalista per il rispetto di genere e della dignità delle donne.

Il riferimento specifico è ai casi di cronaca, ai femminicidi e al come le testate giornalistiche ne riportano i fatti.

Il Testo unico dei doveri de* giornalista è il documento che unifica e armonizza tutte le regole e le carte deontologiche che i/le giornalist* sono tenut* a rispettare per garantire un’informazione libera e imparziale, che rispetti la verità dei fatti e la dignità delle persone coinvolte. 

Dall’1 gennaio sarà aggiunto un articolo al Testo Unico, il 5-bis, che introduce il rispetto delle differenze di genere nella trattazione dei casi di cronaca. Questo significa che

“nei casi di femminicidio, violenza, molestie, discriminazioni e fatti di cronaca, che coinvolgono aspetti legati all’orientamento e all’identità sessuale” il/la giornalista ha specifici doveri deontologici. Vediamo quali.

Il/la giornalista

“presta attenzione a evitare stereotipi di genere, espressioni e immagini lesive della dignità della persona”. Inoltre “si attiene a un linguaggio rispettoso, corretto e consapevole” e “all’essenzialità della notizia e alla continenza”. Infine “presta attenzione a non alimentare la spettacolarizzazione della violenza”.

Ciò significa che non sono ammessi luoghi comuni o pregiudizi (come il sottinteso “se l’è cercata” nei casi di stupro).

Non sonno ammessi nemmeno i dettagli scabrosi che possano distogliere l’attenzione dai fatti o distorcerli per ottenere più lettor* o più click.

Un esempio è il caso di stupro avvenuto sul lungomare di Rimini nel 2017. Numerose testate cartacee riportarono il caso con i dettagli più intimi e brutali della violenza, non indispensabili per la narrazione dei fatti.

L’articolo 5-bis obbliga anche il/la giornalista a

“non usare espressioni, termini e immagini che sminuiscano la gravità del fatto commesso”, assicurando “valutato l’interesse pubblico alla notizia, una narrazione rispettosa anche de* familiari delle persone coinvolte”.

Emblematico, in questo senso, è il caso del femminicidio transfobico di Maria Paola Gaglione. Al suo compagno Ciro infatti, è stato più volte attribuito il genere sbagliato (misgender) in numerosi articoli di stampa.

Il nuovo articolo 5-bis ha l’obiettivo di interrompere la narrazione tossica troppo spesso usata dalla stampa per raccontare casi di violenza, stupro o femminicidio. Pensiamo ad esempio al caso della maestra di Torino, dove un atto di revenge porn che è costato il lavoro alla vittima, è stato riportato su varie testate come “una goliardata” del suo ex.

Oppure ricordiamo i tanti casi di femminicidio dove il carnefice è stato dipinto come “un gigante buono”, “vittima” delle circostanze, di un “amore malato” o eccessivo, o persino di un raptus di follia.

La lotta contro la violenza di genere passa anche e soprattutto dalle parole utilizzate per descriverla e raccontarla.

In questo senso le modifiche al Testo Unico dei doveri de* giornalista, rappresentano un fondamentale passo avanti verso il cambiamento culturale e sociale che sta alla base di ogni azione e intervento sul tema.

Fonti: 

GiULiA Giornaliste: https://giulia.globalist.it/documenti/2020/11/21/il-rispetto-di-genere-adesso-e-una-regola-dell-ordine-dei-giornalisti-2068623.html 

Ordine dei Giornalisti – “Testo unico dei doveri del giornalista, sì al rispetto delle differenze di genere”: https://www.odg.it/testo-unico-dei-doveri-del-giornalista-si-al-rispetto-delle-differenze-di-genere-alla-recidiva-e-ai-principi-sullinformazione-scientifica-e-sanitaria/38641  

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