TW: violenza
La Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne è stata istituita nel 1999, in seguito all’omicidio delle tre sorelle Mirabal nel 1960.
Queste donne si opposero al regime dittatoriale di Trujillo nella Repubblica Dominicana.
Patria, Minerva e María Teresa Mirabal facevano parte del gruppo “14 Giugno” e si facevano chiamare “las mariposas”, le farfalle.
Furono arrestate nel Gennaio del 1960 e assassinate il 25 Novembre successivo.
Le tre donne stavano facendo visita ai loro mariti, anch’essi militanti oppositori del regime, quando vennero fermate dalla polizia.
I militari torturarono, strangolarono e uccisero a bastonate le tre donne.
Per evitare polemiche, i corpi furono ricaricati in auto e gettati in un burrone per simulare un incidente. La loro morte fece insorgere il popolo Dominicano, portando alla morte del dittatore e alla fine del regime di Trujillo. Le tre donne avevano 36 anni.
La commemorazione delle sorelle fu portata avanti dal primo Incontro Internazionale Femminista, celebrato in Colombia nel 1980.
Ogni anno il 25 Novembre ricorre la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne. Dobbiamo ricordarci che questa violenza viene agita ogni giorno, ad ogni ora e in ogni parte del mondo.
Non dobbiamo dimenticare che è nostra responsabilità riconoscerla e fare di tutto per interromperla, anche a partire da piccoli gesti quotidiani come il non ridere a una battuta sessista e l’opporsi di fronte a insulti misogini. Perché la violenza non è isolata, ma è costruita su dei mattoncini ben solidi, che sono appunto
- insulti
- umiliazioni
- battute
- linguaggio non inclusivo
- pubblicità di donne senza volto o stereotipate
- visioni delle donne solo come madri, mogli e prive di una propria capacità di autodeterminazione
La giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne è stata istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1999.
Ad oggi è ricordata da molte Istituzioni ma rischia di venire meno il significato di lotta e indignazione.
Perché serve una giornata specifica contro la violenza sulle donne?
Ancora oggi la violenza maschile contro le donne è nascosta e se ne parla solo in termini emergenziali.
Spesso viene pensata come un problema “delle donne”.
La data serve a ricordare di informarsi. Su cos’è (davvero) il femminismo, cosa significa chiedere la parità, l’equità e perché è importante prendere posizione in situazioni in cui le donne sono discriminate o uccise.
Quello che le donne subiscono è pandemico. In ogni parte del mondo, con modalità diverse, le donne subiscono angherie da parte del genere maschile.
Violenza sessuale, economica, psicologica, MGF, fisica, stalking, catcalling, molestie, discriminazioni sul lavoro, lavoro di cura non retribuito, victim blaming e minacce sono solo alcune delle forme di violenza che vengono esercitate contro le donne. Agita dagli uomini e legata soprattutto all’aderenza agli stereotipi.
Più un uomo si sente “vero uomo”, capofamiglia, forte, aggressivo, competitivo e invincibile, più è probabile che possa esercitare violenza.
Il fattore di rischio violenza per le donne è, semplicemente, l’essere donna
Cosa si fa durante questa giornata?
Le diverse associazioni che lavorano sul tema organizzano manifestazioni oceaniche. Nel 2019 “Non una di meno” aveva portato in piazza migliaia di persone (100.000 secondo l* organizzator*, 10.000 secondo la Questura).
Quest’anno, causa pandemia, non sarà possibile organizzare un corteo in movimento.
Gli eventi si terranno principalmente online e saranno momenti di discussione sul tema, per capire a che punto siamo e che cosa possiamo fare, ancora, per contrastarla.
Perché parliamo di violenza “maschile” contro le donne?
Quando parliamo di violenza mettiamo sempre in evidenza chi la subisce. Il protagonista, un uomo, non viene mai nominato.
Le donne sono l’oggetto della violenza, ma nei racconti manca il soggetto. In tutto il mondo i soprusi portati avanti dal genere maschile discriminano le donne e spesso le portano ad essere a rischio di violenze enormi, oltre che a rischio della propria vita.
Una tipica obiezione: “Si, ma non tutti!”
Vero, ma statisticamente chi agisce violenza sono gli uomini.
Non stiamo incolpando te, stiamo dicendo che il problema deve essere considerato e risolto anche dagli uomini.
Perché se la maggioranza dei reati violenti è agita da uomini, significa che probabilmente è necessaria una riflessione sul maschile e sull’aderenza all’idea della mascolinità.
Perché la violenza si agisce anche stando in silenzio e non prendendo posizione.
Stare in silenzio corrisponde a scegliere di stare dalla parte dell’oppressore. Prendersi le proprie responsabilità è un atto dovuto che non prevede premi.
La violenza contro le donne è considerata una violazione dei diritti umani.
Il 25 novembre segna l’inizio di 16 giorni di attivismo contro la violenza basata sul genere.
FONTI
Giornata internazionale contro la violenza alle donne. Ecco quando è nata e perché:
https://tg24.sky.it/cronaca/approfondimenti/giornata-contro-violenza-donne
Il significato del 25 Novembre:
https://unaltrogeneredirispettoblog.wordpress.com/2016/01/28/il-significato-del-25-novembre/
16 days awareness:
https://16dayscampaign.org/
Le foto della manifestazione di sabato a Roma contro la violenza maschile sulle donne:
https://www.ilpost.it/2019/11/24/manifestazione-roma-violenza-donne-2/
C. Volpato – psicosociologia del maschilismo