Il Reddito Universale di Base è una forma di sussidio monetario distribuito ad ogni persona sulla sola base della cittadinanza. Ad intervalli regolari, e a priori rispetto al reddito e al salario di ogni individuo.
Si parlava di Reddito di Base Universale già nel XVI secolo nelle opere del filosofo Thomas More. Ma il concetto rimase per lo più inesplorato fino alla metà del ‘900 quando lo si iniziò a trattare a livello politico. Soprattutto in Europa, anche se non è mai stato realizzato.
Perché sarebbe necessario il Reddito Universale di Base?
Già nel 1930 l’economista J. M. Keynes predisse che nel lungo termine, a seguito delle scoperte scientifiche, si sarebbe necessariamente creata una disoccupazione tecnologica. Questa predizione sta diventando realtà. Grazie alla quarta rivoluzione industriale che, con l’automazione e l’intelligenza artificiale, sta sostituendo molti posti di lavoro. Inoltre, secondo il World Economic Forum entro il 2025 il 52% delle ore di lavoro sarà effettuato da macchine.
Ci sono anche altre tesi a favore del Reddito Universale di base
In alcune sue forme potrebbe costituire un sussidio omnicomprensivo, riducendo il costo burocratico risultante da disparate forme di previdenza sociale.
Ridurrebbe la dipendenza degli individui dal lavoro, creando una società “meno alienata”, stimolandola anche alla creatività.
Avrebbe effetti benefici sulla salute mentale.
Le argomentazioni contrarie al Reddito Universale di base
La fattibilità economica di tali programmi. Infatti, le sperimentazioni compiute fino ad ora hanno riguardato solamente aree limitate di alcuni paesi o di settori specifici della popolazione.
Le persone risulterebbero più “pigre”, in quanto per sopravvivere non sarebbe più necessario lavorare.
Bisogna tuttavia sottolineare che questa tesi è stata smentita nella maggior parte delle sperimentazioni di questa misura.
Basic Universal Income e Reddito di cittadinanza sono la stessa cosa?
No. Infatti, per il Reddito di Base l’unico requisito richiesto è la cittadinanza in uno Stato.
Per il Reddito di cittadinanza, invece, questa è solo uno dei requisiti richiesti. E va accompagnata ad altri requisiti da ricoprire nello stesso momento. Ad esempio la ricerca attiva del lavoro, lo svolgimento di un percorso di formazione, etc.
In entrambi i casi, si rivela problematico il procedimento di ottenimento della cittadinanza. Che può impedire fin dall’inizio di candidarsi per una forma di reddito.
Esperimento 1 / La Finlandia
Tra il 2017 e il 2019 in Finlandia è stata condotta una simulazione di Reddito di Base che ha incluso 2000 persone selezionate casualmente tra la popolazione disoccupata (motivo per cui non è “universale”). L’esperimento è stato tenuto per trovare nuove soluzioni al sistema previdenziale finlandese. Che risulta essere molto abbondante ma anche molto complicato. Dall’esperimento è risultato che oltre a un generale aumento del benessere mentale, le persone che percepivano questo reddito hanno lavorato di più di quelle riceventi il reddito di disoccupazione.
Quest’anno come non mai il sistema economico in cui viviamo è stato messo alla prova. Una pandemia ha messo piede nella società umana, rendendo evidente la contraddizione salute e lavoro. E necessaria una digitalizzazione obbligata. Sono state portate alla luce le disuguaglianze del sistema. Nel mondo che risulterà al termine di questa crisi, il Reddito Universale di Base potrebbe rappresentare una soluzione ai nuovi problemi sociali che dovremo affrontare?
Entro il 2025 secondo il World Economic Forum il 52% delle ore di lavoro sarà svolto da macchine
La quarta rivoluzione industriale porterà alla digitalizzazione e all’automazione. Per questi motivi in qualche decennio la maggior parte della ricchezza sarà prodotta da macchine. Per rendere sostenibile uno scenario del genere i vari paesi potrebbero dover ricorrere a misure nuove di previdenza sociale. Come ad esempio il Reddito Universale di Base.
Il Reddito Universale di Base è una forma di sussidio monetario distribuita ad ogni cittadin*, con cadenza regolare, sulla sola base della cittadinanza. Questa forma di previdenza sociale venne teorizzata già nel XVI secolo, dal filosofo Thomas More in Utopia. Ma solo da qualche decennio è rientrata nel dibattito politico, e pure in qualche sperimentazione. Proprio alla luce di ciò, vi segnaliamo che da settembre è iniziata una “iniziativa de cittadin* europe*”. Per una proposta di legge al Parlamento europeo su questo tema (potete trovarla cercando “Avviare redditi di base incondizionati (RBI) in tutta l’UE”).
FONTI
https://www.liberation.fr/france/2020/05/21/le-revenu-universel-panacee-du-monde-d-apres_1789068
www.telegraph.co.uk/news/2018/04/23/finland-ends-universal-basic-income-experiment/amp/
https://en.wikipedia.org/wiki/Universal_basic_income
https://www.investopedia.com/terms/b/basic-income.asp
https://eci.ec.europa.eu/014/public/#/screen/home
Autor*: Miriam Viscusi e Riccardo Fruggeri