Che cosa si intende per identità di genere? È la percezione intima che una persona ha del proprio genere.
Essa viene acquisita tramite l’esperienza personale e collettiva, in quanto concetto fortemente legato a variabili psicologiche e socioculturali.
Secondo convenzioni sociali binarie circa l’identità di genere vengono riconosciuti solo due generi: maschile e femminile.
Questi vengono associati all’aspetto dei genitali, che invece sono espressione del sesso biologico delle persone.
Da questo viaggio attorno al globo scopriremo che in quasi tutti i continenti, e per tutta la storia conosciuta, diverse culture hanno sradicato tale concetto fortemente binario.
Gli/l* antich* scrivevano di persone che non erano né uomini né donne e gli/l* intellettual* hanno dibattuto ferocemente sulla connessione tra il corpo e il sé.
Centinaia di società in tutto il mondo, con proprie tradizioni, riconoscono l’esistenza di un terzo, un quarto o un quinto genere.
Il binarismo di genere è penetrato a causa del colonialismo, costringendo le persone a sottomettervisi perché altrimenti discriminate, addirittura attraverso leggi apposite.
Questo accadde ad esempio nel caso dei coloni spagnoli, che arrivarono per la prima volta nelle Americhe ed etichettarono tali sfumature, erroneamente, come omosessualità, creando discriminazioni.
Tali discriminazioni peggiorarono ulteriormente con l’arrivo dei missionari cristiani all’inizio del XX secolo e che portarono al suicidio di molt* “two spirit”.
Ancora, nel caso “Hijra”, i coloni britannici approvarono una legge che l* classificava come criminal*, nel 1897.
Generalmente, appartenendo alle classi più povere della società, tali persone non hanno possibilità di accedere alle cure mediche adeguate, vengono molestat* dalle autorità ed esclus* dalla maggior parte delle professioni.
Ciò ha portato ad un severo impoverimento ed emarginazione e le ha costrette a lavorare nell’industria del sesso o a mendicare nelle strade.
Sono comunque considerate, spesso, figure rilevanti nelle comunità religiose.
- WARIA
In Indonesia si definiscono Waria coloro che hanno “l’anima di una donna nel corpo di un uomo”, combinando così due generi. Il termine, è un ibrido tra le parole “wanita” (donna) e “pria” (uomo).
Si pensa che abbiano poteri spirituali e spesso divengono sacerdot* o sciaman*
- SISTERGIRLS AND BROTHERBOYS
Termini usati per descrivere le persone transgender e non binary in alcune comunità aborigene o nelle isole dello Stretto di Torres, che comprendono sia l’identità di genere che l’identità culturale.
Vi sono spiriti maschili o femminili con ruoli culturali che si allineano con il sesso assegnato alla nascita, ma vi sono anche altri casi in cui questo non accade.
Una persona avente -spirito femminile- ma con sesso assegnato alla nascita opposto, si potrebbe identificare come “Sistergirl”. Ciò significa che potrebbe collocarsi ovunque nello spettro di genere,
Ad esempio potrebbe essere un uomo gay con espressione di genere più femminile, ma anche una persona non binaria, o ad una donna transgender (e viceversa).
Un Brotherboy può avere uno -spirito maschile- e quindi identificarsi come “Brotherboy”, ma non come uomo.
- TWO SPIRIT
Un termine catch-all, per indicare l’intersessualità nella cultura dei nativi americani.
Più specificamente sta ad indicare una persona avente uno spirito sia maschile che femminile. Nella maggior parte delle tribù, non erano considerati né uomini né donne ed occupavano uno status di genere distinto e alternativo.
Il termine è stato creato nel 1990 durante il raduno internazionale della comunità lgbtqia+ indigena, scelto per distinguerei i nativi americani dai popoli non nativi, incoraggiando la sostituzione del termine antropologico “berdache”, antiquato e considerato offensivo.
In generale, nella visione dell’identità di genere chiunque appartenga ad un genere ma si ritiene che abbia le caratteristiche dell’altro genere è considerato un doppio spirito
Tale identità è ritenuta il risultato di un intervento soprannaturale e in molte tribù, questi individui, sono guaritor*, sciaman* e leader cerimoniali.
- HIJRA
Riconosciut* legalmente come terzo genere, grazie ad una sentenza della Corte Suprema indiana del 2014 (conferendo loro diritto al welfare e ad altri benefici).
Fanno parte della cultura indiana da migliaia di anni e sono spesso menzionat* nelle sacre scritture indù.
Tradizionalmente lavoravano come cantant* e ballerin*.
Considerat* ver* e propri* dispensator* di fertilità, di conseguenza sempre presenti a diverse celebrazioni (come matrimoni e baby shower).
Riconoscersi come Hijra comporta il dover lasciare la propria casa – o essere costrett* – e sottoporsi all’iniziazione in un clan a schema piramidale, guidato da un* anzian* not* come “nayak” o guru (rappresenta una guida spirituale, madrina e spesso protettrice di chi può essere considerato sex worker).
- MUXES
Il popolo zapoteca, in Messico, riconosce l’esistenza di un terzo genere.
Sebbene siano generalmente uomini che si identificano come donne, non esistono regole per classificare una persona come Muxe: vi è totale libertà di determinare i propri standard personali.
Muxe possono essere “vestidas” (indossano abiti femminili quotidianamente o solo in alcune occasioni) o “pintadas” (indossano generalmente abiti maschili e utilizzano il make-up) oppure niente di tutto questo.
Il nome, si pensa, derivi da “mujer”, che significa “donna” in spagnolo, ma le loro origini sono sicuramente pre-coloniali e si riscontrano nel fatto che sacerdot* e ministr* di culto precolombian* si vestissero con abiti sia femminili che maschili.
Esiste un festival a loro dedicato Vela de las Intrepidas (Veglia degli Intrepidi)
Il festival dura tre giorni poiché, tradizionalmente, sono considerat* portatori di buona fortuna.
- FA’ AFAFINE
In Samoa si riconosce un terzo genere.
Il termine si riferisce ai ragazzi cresciuti come ragazze.
“Fa’a” significa “alla maniera di” mentre “fafine” significa “donna”.
Uno studio ha dimostrato che solo una minoranza di genitori (il 20%) ha cercato di impedire ai propri figli “fa’afafine” di assumere espressioni di genere femminili.
Ma non è insolito che nelle grandi famiglie con prevalenza di figli biologicamente maschi e nessuna femmina i genitori crescano i propri figli come bambine, con conseguenti abusi e traumi.
FONTI
https://www.washingtonpost.com/news/worldviews/wp/2016/04/23/why-terms-like-transgender-dont-work-for-indias-third-gender-communities/
https://listverse.com/2018/10/03/10-societies-that-recognize-more-than-two-genders/
https://www.ihs.gov/lgbt/health/twospirit/
https://www.pbs.org/independentlens/content/two-spirits_map-html/
https://theculturetrip.com/asia/indonesia/articles/waria-lives-indonesias-transgender-community/
https://junkee.com/brotherboy-sistergirl-decolonise-gender/262222