Negli ultimi anni si sta diffondendo una sempre più marcata narrazione giornalistica delle violenze che utilizza termini ed espressioni legati alla cultura dello stupro. Si parla di narrazioni tosiche.
I/le giornalist* si trovano a dover raccontare fatti ed episodi di cronaca scrivendo articoli che, per esigenze di pubblico e di stampa, sono sempre più corti, sempre più legati a titoli clickbait. E che raramente aderiscono ai principi deontologici e di correttezza dell’informazione. Benedetta Geddo (@beegeddo) ne ha recentemente parlato nel podcast #palinsestofemminista. Evidenziando come l’informazione tradizionale stia attraversando una crisi (che non è la prima e non sarà l’ultima) legata alle nuove tecnologie.
Le informazioni su carta, e anche quella digitale, arrivano sempre più in ritardo sulle notizi. Ad oggi, infatti, viaggiano ancora più velocemente grazie a dirette instagram, stories, post e tweet. Non è più necessario attendere il quotidiano per le breaking news.
È molto probabile, pertanto, che di alcuni temi si sia già parlato sui social, soprattutto grazie a influencer che in tempo reale condividono e commentano notizie.
Questo porta inesorabilmente ad una stesura poco attenta e poco aderente alla realtà dei fatti.
Molto spesso si confondono articoli di opinione con articoli di cronaca. Ad oggi, l’utilizzo della terminologia corretta non è quasi mai rispettata e si creano narrazioni tossiche.
I temi di narrazioni tossiche, in cui i media tradizionali sembrano avere maggiore difficoltà sono quelli legati agli stupri, alle violenze contro ragazze (soprattutto se minorenni), alla realtà LGBTQIA+ e ancora, alle dinamiche di oppressione.
La responsabilità dei media ad oggi è enorme, poiché veicoli di informazione primaria, che ancora arrivano a moltissime persone e contribuiscono a plasmarne la loro realtà.
Qui sotto sono riportati alcuni esempi eclatanti degli ultimi mesi, ma cercando online si può notare come le fake news, i titoli acchiappaclick e il lavorìo semantico siano sempre più presenti, al netto di un’informazione che ormai poche volte viene considerata corretta e che raramente rispetta le convenzioni nazionali e internazionali quali la Carta di Venezia.
“Per diventare ‘narrazione tossica’, una storia deve essere raccontata sempre dallo stesso punto di vista, nello stesso modo e con le stesse parole, omettendo sempre gli stessi dettagli, rimuovendo gli stessi elementi di contesto e complessità”
B. Geddo, “Palinsesto Femminista“
Riportiamo alcuni esempi di narrazioni tossiche.
Ve ne sono molti altri, che riguardano notizie di razzismo, violenza e, in generale, situazioni in cui si racconta sempre e solo il punto di vista degli oppressori e non degli oppressi
- TITOLO: LA VITA SEGRETA DEL RAGAZZO CHE NON SAPEVA SORRIDERE
Cosa era successo:
Un ragazzo ha ucciso un altro ragazzo e la sua compagna. La ragazza lo aveva respinto
- TITOLO: LEZIONI DI SESSO AL FIGLIO: IN CARCER
Cosa era successo?
Un uomo ha abusato di una ragazza di 14 anni, fidanzata di suo figlio. Guardava i due ragazzi avere rapporti e occasionalmente abusava della ragazza di fronte al figlio;
E ancora…
- TITOLO: IL GIGANTE BUONO E QUELL’AMORE NON CORRIPOSTO
Nel testo si parla di “sorriso sempre pronto”, della donna che “lo illudeva”, di “uomo brutto ma buono con la passione per i boschi e per la natura”.
Cosa era successo: un uomo ha ucciso una donna, lesbica (elemento mai nominato), che non aveva interesse nei suoi confronti
- PORTA A PORTA – BRUNO VESPA
Cosa è successo:
Vespa intervista Lucia Panigalli, sotto scorta perché il suo ex aveva provato ad ucciderla con coltellate e calci. L’uomo è stato assolto perché “le intenzioni, se rimangono tali, non sono punibili” (art. 115 Codice Penale).
Narrazioni tossiche? presentatore conduce l’intervista utilizzando espressioni come
- “se avesse voluto ucciderla l’avrebbe fatto”
- “secondo la Giustizia, l’uomo è innocente”
- “beh signora, 18 mesi sono un bel flirtino”
- “amore folle
Il tutto condito di risolini e sorrisi. Panigalli ha criticato fortemente il modo in cui la sua intervista è stata condotta da Vespa. L’intervista è andata in onda su Rai1, servizio pubblico. Si parla di narrazioni tossiche, quindi
L’Ordine dei giornalisti ha avviato un procedimento disciplinare
- TITOLO: RAPTUS DI GELOSIA, UCCIDE LA MOGLIE E SI SPARA
Nel testo si riporta che l’uomo
“si è seduto in terra accanto alla moglie […] ha premuto di nuovo il grilletto. Contro se stesso. Ha scelto di finire così, nel peggiore dei modi, il suo secondo matrimonio”.
Si parla di “caso da manuale” e di un uomo che “non avrebbe sopportato un secondo divorzio”
“le loro strade del cuore si erano divise”
La donna è descritta come “bella, avvenente” che “è scivolata giù come un sacco vuoto”.
Cosa è successo: un uomo ha ucciso la moglie, poi si è suicidato. Il figlio di 16 anni ha ritrovato i corpi.
Tutte narrazioni tossiche.
TITOLO: IL SESSO DI CIRA? MEGLIO PARLARE DI MARIAPAOLA
Cosa è successo: Maria Paola Gaglione è stata uccisa dal fratello, che non accettava la sua relazione con Ciro, un ragazzo transgender
Il Tg1 chiama Ciro “CirA”, non rispettando il genere del ragazzo e storpiando il nome con un cambio della lettera finale.
I giornali parlano di “compagna della ragazza” e “relazione gay”. Non era una relazione omosessuale perché le persone erano una ragazza e un ragazzo.
Si confonde il sesso con l’identità di genere
Viene negata l’identità del ragazzo, Ciro.
Non è rispettato l’amore tra Maria Paola e il suo fidanzato
L’omicidio viene chiamato “tragedia”, ma il movente era la non accettazione della relazione (e quindi femminicidio)
QUALI SONO I PROBLEMI?
- Si empatizza con l’omicida/oppressore
- Si giustifica il gesto
- Si romanticizza la violenza e l’omicidio
- Il punto di vista della vittima è assente
- Manca un linguaggio appropriato: sesso e stupro sono diversi; amore e omicidio non possono stare insieme; raptus e follia non devono essere usati
- Si dà la responsabilità alla vittima per ciò che le è successo
- Non si conoscono le differenze basilari tra sesso e genere
LA CARTA DI VENEZIA
I giornalisti e le giornaliste firmatari/e hanno ritenuto prioritario (tra le altre che non riportiamo in elenco)
EVITARE:
a) espressioni che anche involontariamente risultino irrispettose, denigratorie, lesive o svalutative dell’identità e della dignità femminili;
b) termini fuorvianti come “amore” “raptus” “follia” “gelosia” “passione”
[…]
c) di suggerire attenuanti e giustificazioni all’omicida, anche involontariamente, motivando la violenza con “perdita del lavoro”, “difficoltà economiche”, “depressione”, “tradimento” e così via.
d) di raccontare il femminicidio sempre dal punto di vista del colpevole, partendo invece da chi subisce la violenza, nel rispetto della sua persona
FONTI
L’omicidio di Lecce: la vita segreta di un ragazzo che non sapeva sorridere – La Repubblica: https://rep.repubblica.it/pwa/generale/2020/09/29/news/l_omicidio_di_lecce_l_odio_nascosto_del_ragazzo_che_non_sapeva_sorridere-268934630/?rss&ref=twhr
La narrazione tossica dei giornali sui femminicidi supera ogni limite e arriva a fare apologia della violenza: la denuncia di Non Una di Meno con le parole del piano femminista contro la violenza:
https://nonunadimenomilanoblog.files.wordpress.com/2019/09/lettera_denuncia-1.pdf
Manifesto delle giornaliste e dei giornalisti per il rispetto e la parita’ di genere nell’informazione: https://nonunadimenomilanoblog.files.wordpress.com/2019/09/manifesto-di-venezia.pdf
Duplice omicidio Lecce, il 21enne reo confesso: «Una delusione amorosa ha contribuito alla mia rabbia – La gazzetta del Mezzogiorno:
https://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/news/lecce/1253324/duplice-omicidio-lecce-il-21enne-reo-confesso-una-delusione-amorosa-ha-contribuito-alla-mia-rabbia.html
Narrazione Tossica – Alberto Puliafito: https://www.albertopuliafito.it/narrazione-tossica/
Vespa ha raccontato un tentato femminicidio nel peggior modo possibile, e non basta esser schifati – Vice: https://www.vice.com/it/article/gyzjvm/vespa-tentato-femminicidio-porta-a-porta
Vespa, la Rai dedichi una puntata per spiegare l’assurda intervista a Lucia Panigalli – Wired: https://www.wired.it/attualita/media/2019/09/20/vespa-rai-intervista-lucia-panigalli/?refresh_ce=
Raptus di gelosia, spara alla moglie e si uccide – Il Tirreno: https://iltirreno.gelocal.it/regione/2010/10/01/news/raptus-di-gelosia-uccide-la-moglie-e-si-spara-1.2091991
Il Tg1 chiama “Cira” il ragazzo trans di Maria Paola Gaglione: https://www.today.it/attualita/tg1-cira-ciro.html
Il sesso di Cira? Meglio parlare di Maria Paola – https://www.quotidiano.net/cronaca/il-sesso-di-cira-meglio-parlare-di-maria-paola-1.5523601