DSA è un acronimo che sta per “Disturbi (evolutivi) Specifici dell’Apprendimento“, ovvero una serie di disturbi di origine neurobiologica che interferiscono con il normale apprendimento di discipline scolastiche come la lettura, la scrittura o il calcolo, così come l’organizzazione, la gestione del tempo, la percezione spazio-temporale e molto altro.
Le persone con DSA – e non “i DSA”, ricordiamoci che il linguaggio è importante per ridurre lo stigma e un individuo non corrisponde alla sua malattia o al suo disturbo – spesso non hanno alcun deficit cognitivo e anzi tendono a sviluppare tipologie di pensiero divergente che permettono di trovare soluzioni più creative rispetto a quelle “standard”, decise ad esempio da un sistema scolastico rigido e poco incline ai cambiamenti. Leggere, scrivere e calcolare sembrano atti così semplici ed automatici che risulta difficile comprendere le difficoltà riscontrate in bimb* o ragazz* con DSA, erroneamente considerat* svogliat* o dotat* di scarsa intelligenza – termine ombrello che racchiude svariate tipologie di cui spesso viene considerato solo il Quoziente Intellettivo.
Risulta necessario combattere discriminazioni e pregiudizi con maggiore informazione e con individuazioni precoci, necessarie per contenere le manifestazioni disfunzionali: secondo i dati epidemiologici più recenti, la prevalenza stimata dei DSA rilevata su una popolazione scolastica del quarto anno della scuola primaria oscilla tra il 3,1% e il 3,2%; ciò significa che è possibile aspettarsi almeno un* bambin* in ogni classe con difficoltà significative ad esempio nell’apprendimento della letto-scrittura. Purtroppo solo all’1% di quest* alunn* viene riconosciuta una certificazione diagnostica, nonostante si pensi spesso ad una fantomatica “sovradiagnosi eccessiva” i dati statistici parlano chiaro e anzi, spesso le segnalazioni arrivano ben dopo i 18 anni, quando la scuola dell’obbligo è già terminata – anche se la diagnosi conserva la sua utilità considerate le possibili problematiche che dalla vita scolastica sfociano in età adulta.
Cos’hanno in comune Ludwig van Beethoven, Napoleone Bonaparte, Michelangelo Buonarroti, Giulio Cesare, Agatha Christie, Leonardo Da Vinci, Walt Disney e Albert Einstein?
Sono tutte persone e personaggi ricordati nella storia per meriti in svariate discipline, e le fonti storiche ci dicono che un altro sorprendente denominatore comune è la presenza nella loro vita di almeno un Disturbo Specifico dell’Apprendimento.
DISLESSIA
Il DSA maggiormente conosciuto è la dislessia, ovvero un disturbo della lettura che si esprime a livello base della decodifica del testo; i problemi possono includere difficoltà nella pronuncia delle parole, nella lettura ad alta voce, nella comprensione del testo e così via. In caso di compromissione totale delle capacità di lettura viene utilizzato il termine “alessia”.
COMBATTERE LO STIGMA
È frequente che le difficoltà specifiche di apprendimento non vengano individuate precocemente e che un* bambin* sia costrett* a vivere una serie di insuccessi a catena senza che se ne riesca a comprendere il motivo: quest* alunn*, oltre a sostenere il peso della propria incapacità, se ne sentono anche responsabili e colpevoli.
L’insuccesso prolungato genera scarsa autostima e dalla mancanza di fiducia nelle proprie possibilità può scaturire un disagio psicologico che, nel tempo, può strutturarsi e dare origine a un’elevata demotivazione all’apprendimento e a manifestazioni emotivo-affettive particolari quali la forte inibizione, l’aggressività, gli atteggiamenti istrionici di disturbo alla classe e, in alcuni casi, episodi depressivi.
Questo post esce nella Settimana Nazionale della Dislessia, purtroppo molto sottovalutata e anzi utilizzata spesso per insulti abilisti: è molto importante sensibilizzare più gente possibile e ricordare che esistono altri disturbi ancora più sconosciuti. Vediamoli insieme.
DISGRAFIA E DISORTOGRAFIA
Per disgrafia si intende un disturbo della scrittura che si esprime a livello della grafia, quindi puramente nella difficoltà nel riprodurre segni alfabetici e numerici in una grafia – spesso chiamata impropriamente “calligrafia” – correttamente leggibile, anche dalla persona stessa.
Va distinta dalla disortografia che invece coinvolge la compitazione del testo, ovvero la traduzione corretta dei suoni che compongono le parole in simboli grafici; essa si presenta con errori sistematici come la confusione tra fonemi e grafemi simili, omissioni e inversioni. Ad esempio: “pala”/”palla”, “sefamoro” al posto di “semaforo”, “pote” al posto di “ponte” e così via.
DISCALCULIA
La discalculia riguarda difficoltà legate alla matematica come comprendere, riconoscere e manipolare i numeri. Spesso alla base ci sono difficoltà di orientamento spaziale e di organizzazione sequenziale che si evidenziano sia nella lettura che nella scrittura dei numeri, ad esempio il 9 viene confuso con il 6 o il 21 con il 12. Si sfocia anche nella quotidianità più adulta con problemi come dare un resto o comporre un numero di telefono.
Secondo Brian Butterworth, un ricercatore leader nel settore, l’essere discalculic* è come essere daltonic*: così come alcune persone nascono con una cecità rispetto ai colori, altre nascono con la cecità numerica e questa mancanza rende difficile capire la differenza tra le diverse quantità numeriche, ad esempio non capisco che 5 biscotti sono quantitativamente uguali a 5 mele o 5 arance.
DISPRASSIA
La disprassia è un disturbo dell’esecuzione di gesti o azioni volontarie che comporta incapacità o ridotta capacità di programmare, controllare e coordinare gli atti motori. I sintomi sono molto evidenti anche all’esterno dell’ambito scolastico: difficoltà con i disegni o i giochi di costruzione, salita o discesa di scale, iperattività, incapacità di allacciarsi le scarpe o abbottonarsi e così via.
Su di essa va fatto un discorso a parte perché il DSM-V non la include nei DSA, limitandosi a considerarla come sintomo associato, anche se numerosi testi universitari la classificano come tale; la soluzione più corretta sarebbe quella di citare il fatto che sia in corso un dibattito sulla sua inclusione, ricordandoci che le persone disprassiche devono essere tutelate ed aiutate.
INTERVENTO
La Legge n. 170 del 2010, avente ad oggetto la normativa dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento, assegna al Sistema Nazionale di Istruzione e agli atenei il compito di individuare le forme didattiche e le modalità di valutazione più adeguate affinché alunn* con DSA possano raggiungere il successo formativo.
Per poter programmare un intervento contenitivo/riabilitativo è necessaria prima di tutto una valutazione clinica fatta da un* specialista come un* neuropsichiatra infantile, a cui deve necessariamente seguire la richiesta in ambiente scolastico di un PDP, Piano Didattico Personalizzato, un documento che implica l’adozione di misure dispensative e compensative appropriate all’entità e al profilo delle difficoltà, specifiche per ogni alunn*: quelli più comuni sono mappe concettuali, schemi, tabelle, sintesi vocale, calcolatrici, computer, font specifici.
– curiosità: pare che il Comic Sans sia particolarmente leggibile per chi ha dislessia!
– libri digitali o esenzioni da particolari compiti.
È importante mettere a proprio agio senza considerare le misure compensative come favoreggiamenti o vantaggi per evitare la facile stigmatizzazione.
CONCLUSIONE
Possedere un DSA condiziona molti ambiti della vita anche al di fuori di quello scolastico, e ci si sforza di trovare soluzioni più creative e congeniali a se stess* per adattarsi a situazioni spesso fatte a misura di alcune persone, ma non di tutte. Il cambiamento dovrebbe essere sistemico, ad esempio chi lavora nell’educazione e nell’istruzione dovrebbe cercare di cambiare l’ottica con cui osservare le difficoltà.
In questi casi ci è utile tenere presente il concetto di intersezionalità e di profondo rispetto e sostegno per tutt*, a prescindere da qualsiasi aspetto, ricordando che non si può giudicare l’importanza di un individuo da ciò in cui ha difficoltà. Ci viene un aiuto una frase fatta ricondurre ad Einstein: “Everybody is a genius. But if you judge a fish by its ability to climb a tree, it will live its whole life believing that it is stupid.”
FONTI ED APPROFONDIMENTI
https://www.erickson.it/it/mondo-erickson/articoli/dsa-cosa-sono/
International Academy for Research in Learning Disabilities
-“DSA e strumenti compensativi. Una guida critica”, Carocci Faber, Luciana Ventriglia, Franca Storace e Annapaola Capuano
-“Il manuale per i tutor dell’apprendimento” a cura di Enrico Rialti
-“L’arte di sbagliare alla grande” di Enrico Galiano
-DSM-V
-“serecanie.rivendell” su Instagram