Cimiteri per feti abortiti

Qualche giorno fa, il 28 settembre, una donna ha utilizzato il suo profilo Facebook per far partire una denuncia dopo aver trovato il proprio nome inciso su una croce, associata alla tomba del feto abortito mesi prima e seppellito presso il cimitero Flaminio di Roma. Il tutto senza averne dato il proprio consenso. L’accaduto ha da subito ottenuto grande rilevanza, gettando luce sull’ennesimo atto di violenza e di attacco all’autodeterminazione delle donne e portando il Garante della Privacy ad aprire un’inchiesta per verificare le modalità e la conformità dei comportamenti adottati. 

Questa storia non è affatto nuova. L’associazione “Difendere la vita con Maria” (Advm) opera dal 1999 e ad oggi ha compiuto oltre 200mila sepolture andando contro la volontà delle donne. Ma non è l’unica. Troviamo, infatti, anche le associazioni di volontariato “Papa Giovanni XXIII” e “Armata Bianca della Madonna”.

Jennifer Guerra, giornalista e autrice femminista, ha realizzato una mappa dell’Italia in cui sono censiti questi “cimiteri dei bambini mai nati”. Al momento sono circa 50, ma è in continuo aggiornamento e ci sono i presupposti per pensare che nella realtà siano molti di più.

È stato lanciato un hashtag #innomeditutte per raccogliere storie di violenze e di aborti negati, per fare in modo che nessuna donna si senta sola in questo e per alzare la voce tutte insieme.

La sepoltura dei feti è normata dall’ art.7 del Regolamento di polizia mortuaria del 1990, che distingue tra tre casi possibili di aborto:

-“bambini nati morti” (oltre le 28 settimane). In questo caso vi è l’obbligo di dichiararli tali e di procedere con la sepoltura. 

-“prodotti abortivi” (tra le 20 e le 28 settimane di gestazione). In questo caso spetta l’interramento in campo comune dopo aver ricevuto i permessi necessari da parte dell’unità sanitaria locale.

-“prodotti del concepimento” (sotto le 20 settimane). Considerati “rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo”, non sono destinati alla sepoltura ma alla termodistruzione. 

Negli ultimi due casi, se i genitori vogliono procedere con la sepoltura, sono tenuti a farne richiesta entro 24 ore all’Asl. Alcune cliniche, però, hanno stipulato accordi con associazioni pro-vita di stampo religioso, come “Difendere la vita con Maria”, che si occupano di organizzare i funerali e la sepoltura dei feti anche senza la volontà e il consenso dei genitori. 

Nella pratica, il feto viene prelevato dall’ospedale, trasportato fino al cimitero con un carro funebre e una processione al seguito, mentre vengono letti passaggi delle Sacre Scritture, benedizioni e preghiere. A questi funerali partecipano il prete,  volontar* dell’associazione e credenti. Successivamente, il feto viene seppellito e sulla croce vengono indicati il nome e il cognome della madre e la data dell’aborto.

La maggior parte delle donne reduci da un aborto terapeutico, spontaneo o da un’interruzione volontaria di gravidanza non è adeguatamente informata, non sa cosa accadrà al feto e soprattutto non è consapevole del fatto che ci sarà una tomba in un cimitero cattolico che riporti il suo nome e il suo cognome. 

Ci troviamo a dover assistere ad un patto segreto e silenzioso fra sanità pubblica e associazioni religiose che, puntando su sentimenti di pietà, trovano ancora un altro modo per imporsi sui corpi delle donne, sulla nostra indipendenza e sulla nostra volontà.

Il diritto all’aborto in Italia è un calvario, ha dei tempi di attesa inaccettabili, comprende spesso una serie di violenze fisiche e psicologiche e, come se non bastasse, più del 70% del personale ospedaliero è obiettore.  

Quello che ci troviamo ad affrontare tutti i giorni è, ancora una volta, retaggio di una cultura patriarcale, di una società estremamente sessista e di uno Stato che per quanto si ritenga laico non lo è mai del tutto.

Fonti

Italia Anti-Choice, Jennifer Guerra

https://giulia.globalist.it/attualita/2020/10/02/la-mappa-dei-cimiteri-dei-feti-la-violazione-della-privacy-e-altri-misteri-2065444.html

https://espresso.repubblica.it/attualita/2020/10/01/news/il-cimitero-dei-feti-storia-di-una-vergogna-che-dura-da-piu-di-vent-anni-1.353804

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