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La lingua italiana dei segni

La LIS è una lingua con proprie regole grammaticali, sintattiche, morfologiche e lessicali. Si è evoluta naturalmente, come tutte le lingue, ma con una struttura molto diversa, che utilizza sia componenti manuali (es. la configurazione, la posizione, il movimento delle mani) che non-manuali, quali l’espressione facciale, la postura,  la velocità, ecc.

Ha meccanismi di dinamica evolutiva e di variazione geografica (i “dialetti”), e rappresenta un importante strumento di trasmissione culturale.

È una lingua che viaggia sul canale visivo-gestuale, integro nelle persone sorde, e ciò consente loro pari opportunità di accesso alla comunicazione.

Non sappiamo quando siano nate le lingue dei segni, ma sicuramente esistono da quando è sorta la prima comunicazione umana; linguisti e ricercatori affermano che testimonianze lingue segnate erano presenti già nelle antiche civiltà in Cina, India, Mesopotamia, Egitto, Maya.

In alcune comunità, per una forte presenza di persone sorde, la lingua dei segni è stata la modalità di comunicazione primaria tra persone sorde e udenti, ad esempio nell’isola “Martha’s Vineyard”.

Per un* bambin* nat* sord* o con una sordità acquisita nei primi anni di vita (in Italia sono uno su mille ogni anno) apprendere la lingua parlata/scritta è un processo complesso e che richiede anni di terapia logopedica ed un lungo e faticoso percorso educativo, per il/la bimbin* e per la sua famiglia. Infatti il non sentire i suoni, soprattutto le frequenze su cui viaggia il linguaggio parlato, impedisce l’acquisizione spontanea della lingua vocale, così come avviene nel* bambin* udente, che al contrario impara a parlare in modo  spontaneo.

Molti studi dimostrano che il successo scolastico è maggiore nei/nelle ragazz* sord* che acquisiscono la lingua dei segni come prima lingua.

Per il/la bambin* sord*, infatti, è fondamentale innanzitutto far propri gli strumenti della comunicazione, per garantire il suo sereno e completo sviluppo socio-affettivo e cognitivo. La lingua dei segni consente al/la bambin* di acquisire rapidamente e naturalmente una lingua con cui comunicare con l’ambiente circostante, a partire dai genitor*, ed uno strumento primario di apprendimento di contenuti.

Non è una lingua universale.

Come avviene per le lingue vocali ogni comunità ha la propria lingua dei segni. Ad esempio, in Italia troviamo la Lingua dei Segni Italiana (LIS), negli USA l’American Sign Language (ASL), in Gran Bretagna il British Sign Language (BSL), etc., ciascuna ha  proprie specifiche varianti territoriali ed un forte legame con le rispettive culture di appartenenza.

Anche le lingue dei segni possono presentare somiglianze tra loro (come ad esempio le lingue neo latine) ma seguono meccanismi differenti da quelle esistenti nelle lingue orali – ad es., per ragioni storico-educative, la Langue des Signes Française e l’American Sign Language sono molto simili – nonostante le lingue verbali in uso nelle comunità udenti siano molto diverse fra loro.

L’alfabeto manuale, o dattilologia, è la rappresentazione manuale delle lettere utilizzate nella scrittura.

Viene in genere utilizzato per “scrivere nello spazio” parole della lingua parlata o scritta, ad esempio per vocaboli stranieri, nomi (di città, di persone,…) o termini che non possiedono un corrispettivo in segni.

Possiamo scomporre ogni segno nei quattro parametri seguenti:

  • la configurazione, cioè la forma che prende la mano
  • il luogo dove viene eseguito il segno,
  • il movimento della mano
  • l’orientamento che il palmo della mano prenderà durante l’esecuzione del segno.

Oltre alle componenti manuali esistono altre componenti del segno dette non-manuali: l’espressione facciale, la postura del corpo, i movimenti delle spalle, degli occhi delle labbra e della testa.

La lingua dei segni consente al/la bambin* sord* di sviluppare abilità linguistiche e intellettive prima dell’acquisizione della lingua parlata, consente all’adult* sord* di acquisire una maggiore consapevolezza della lingua vocale e dei valori della cultura di appartenenza; inoltre la lingua dei segni consente alle persone sorde di comunicare anche in quei luoghi dove le condizioni esterne (ad esempio luce soffusa) non permettono un altro tipo di comunicazione: discoteche, clubs, bar,etc.

Superando progressivamente pregiudizi e paure in molti paesi la lingua dei segni ha ottenuto o sta ottenendo un riconoscimento ufficiale, a livello costituzionale o con legislazione specifica.

Nel rispetto di quanto sancito dalle risoluzioni del Parlamento Europeo del 1988 e del 1998, e dalla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, che in più articoli invita gli Stati a “promuovere e diffondere la lingua dei segni”, ci auguriamo che l’Italia si adegui al più presto a tale direttiva internazionale.

Fonti

https://www.ens.it/la-lingua-italiana-dei-segni

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