L’utilizzo del make-up in Corea del Nord è un gesto di ribellione verso una forma di controllo che riguarda anche l’estetica. Esiste infatti una guida statale approvata dal Leader supremo della Repubblica, contenente le linee guida da seguire in materia di make-up, abbigliamento, acconciature e lunghezza dei capelli.
Il rischio, per chi vìola le linee guida di apparizione, consiste nel pagamento di multe e nell’essere sottopost* all’umiliazione pubblica o all’arresto.
Alcune persone si occupano del contrabbando di cosmetici all’interno della Nord Corea, facendo parte di una specie di resistenza nascosta.
All’interno del regime nordcoreano la richiesta di prodotti di contrabbando è molto alta, soprattutto di quelli sudcoreani tra cui gli eye-liner e le maschere facciali.
Gli/l* abitanti della Corea del Nord conoscono i prodotti di bellezza tramite la “korean wave”, quella parte di cultura sudcoreana che si sta diffondendo in tutto il mondo tramite le boy/girl band, i “K-dramas” e la “K-beauty”.
La “korean wave” arriva alla Corea del Nord via mare, all’interno di chiavette usb molto diffuse e passate da persona a persona.
La grossa domanda di prodotti di bellezza e il loro contrabbando costituiscono una minaccia al regime dittatoriale di Kim Jong-un, di conseguenza il Leader supremo ha lanciato una linea di cosmetici in Nord Corea, la quale è comunque molto limitata e non ha nulla a che vedere con le solite linee cosmetiche che conosciamo nel resto del mondo. Anche per questo, la curiosità de* cittadin* nordcorean* verso il mondo esterno (e tutte quelle cose che il regime proibisce loro di fare), non si fermerà qui. Ma non si parla solo di make-up, esso è un punto di partenza soprattutto per le nuove generazioni, ormai coscienti di ciò che esiste al di fuori dalla Corea del Nord e che hanno sempre più voglia di scoprire il mondo e sentirsi liber*.
Fonti: CNN, Refinery29