Il silenzio sulla violenza contro gli uomini è stato da sempre associato all’inesistenza totale di tale fenomeno. Questa convinzione si è rafforzata grazie ai preesistenti stereotipi connessi all’idea di uomo macho e virile, soprattutto nei casi (di percentuale inferiore) in cui l’abusante in suo danno potesse essere una donna.
Nei luoghi comuni ampiamente diffusi nel nostro paese, infatti, la donna angelicata non possiede la forza fisica necessaria per poter esercitare violenza su un uomo. Studi stranieri dimostrano invece come le percentuali di violenza fisica perpetrate da una donna nei confronti del compagno possano avere una fenomenologia e un’attitudine a provocare lesioni fisiche non del tutto dissimile da quella a parti inverse. Ciò che muta non è l’intensità della violenza ma la modalità di violenza prescelta (es. graffi, morsi, capelli strappati, lancio di oggetti, calci e pugni, spinte le scale, investimenti con auto, ecc.).
La violenza psicologica ed economica poi, rappresenta il tipo di violenza più diffusamente subita dagli uomini. In particolare, si fa riferimento ad attacchi verbali, danni o distruzione di proprietà personali della vittima, isolamento (sociale ed economico), manipolazione emotiva, minacce verbali di provocare danni, abusi, torture, minaccia di separazione e cessazione di convivenza, minaccia di privare della casa, di risorse, di portare via i figli o di impedire definitivamente ogni contatto con loro, paternità imposta con l’inganno.
Risulta evidente, infine, come la difficoltà maschile nel riconoscere di aver subito una violenza sessuale si ricolleghi alla malsana idea per cui un uomo non potrebbe non desiderare di avere un rapporto sessuale con una donna. In realtà né l’eventuale erezione, né l’eiaculazione sono di per sé sinonimo di consenso in quanto possono verificarsi anche a prescindere da questo o in situazioni di forte stress.
Negli ultimi anni sono stati fatti molti progressi nell’ambito della conoscenza, diffusione e divulgazione del fenomeno della violenza contro le donne.
Al contrario è stato completamente ignorato il fenomeno inverso, ossia il caso in cui sia l’uomo ad essere vittima di abusi. Tra l’altro, dei pochi studi condotti in merito, la maggior parte risulta essere molto arretrata e circoscritta agli ultimi decenni del ‘900.
Questa tendenza tuttavia sembra essersi invertita nell’ultimissimo periodo: grazie ad una crescente attenzione a tutti e ai diversi tipi di violenza si è evidenziato come, in realtà, il fenomeno della violenza contro gli uomini esiste, è reale e rappresenta un importante problema di salute e sicurezza.
Dati Istat (2015-2016)
Per quanto i numeri siano sempre inferiori a quelli che vedono interessate le donne (8 milioni 816 mila hanno subito almeno una molestia nel corso della vita), le rilevazioni Istat dimostrano che sono 3 milioni 574 mila gli uomini (18,8 % della popolazione maschile italiana) che hanno subito molestie almeno una volta nella vita, 1 milione 274 mila negli ultimi 3 anni. Gli autori di tali molestie a sfondo sessuale risultano uomini per l’85,4%, donne per il restante 23,7%.
Al contrario dei risultati degli studi sulle molestie contro le donne (subite soprattutto sui mezzi di trasporto pubblico), quelle contro gli uomini risulterebbero verificarsi più spesso in luoghi come pub o discoteche. La percentuale di molestie è, invece, sostanzialmente uniforme per genere sui social network.
L’8.2 % degli uomini ha subito molestie verbali, il 6.8 % è stato pedinato, il 3.6 % ha subito contatto fisico indesiderato. L’ISTAT stima inoltre, che gli uomini vittime di una forma di molestia sessuale prima dei 18 anni siano 435.000, pari al 2.2 %. Tuttavia, dall’indagine emerge che il 17.4 % delle molestie subite da uomini fosse ritenuta dagli stessi “per nulla grave” e il 35.3% “poco grave”, con percentuali molto diverse rispetto alla controparte femminile.
Tali dati tuttavia, risultano necessariamente ancora incompleti e parziali. Infatti da un lato le ricerche italiane sono poche, settoriali e spesso non ufficiali, dall’altro è ancora radicato nel nostro paese lo stigma sociale, connesso all’idea di mascolinità tossica, che impedisce alle stesse vittime di riconoscersi come tali sottostimando la pericolosità di tale violenza.
Nonostante questo, per quanto si tratti di percentuali e caratteristiche diverse da quelle della violenza contro le donne, non può prescindersi dal trattare con altrettanta attenzione e premura quella sulle controparti maschili, perché la violenza in ogni sua forma sia condannata e abolita.
FONTI
- Istat, https://www.istat.it/it/archivio/209107
- “Effetti psicologici del maltrattamento in ambito domestico a danno degli uomini: un’area di ricerca trascurata” – Denise A. Hines and Kathleen Malley-Morrison, Boston University
- “La violenza Indicibile. L’aggressività femminile nelle relazioni interpersonali” – Alessandra Salerno e Sebastiana Giuliano
- “Indagine conoscitiva sulla violenza verso il maschile” – Rivista di Criminologia, Vittimologia e Sicurezza – Vol. VI – N. 3 – Settembre-Dicembre 2012
- “L’abuso sessuale sugli uomini” – Istituto A.T. Beck