Spesso riceviamo notizie e informazioni mediatiche da persone che ricoprono una figura professionale.
Ma siamo sicur* che ciò che dicono deriva da dati oggettivi presi da ricerche scientifiche? O magari, ogni tanto, ci scappa qualche parere personale.. non richiesto?
In questo articolo spiegherò cos’è una figura professionale. In particolar modo verrà approfondita la figura sanitaria. Vedremo quali doveri e responsabilità si ha ricoprendo un ruolo professionale, seguendo un codice deontologico.
Si ritiene professionist* della salute tutte quelle figure sanitarie che, nell’ ordinamento italiano, possiedono un titolo abilitante rilasciato/riconosciuto dalla Repubblica italiana, e lavorano in campo sanitario (per elenco completo vedi referenza del sito del Ministero della salute).
Ogni figura professionale assume un impegno pubblico. Deve seguire valori condivisi, secondo precise modalità che agevolano le conoscenze e le abilità verso l’utenza interessata.
Per fare questo, ogni figura sanitaria risponde a un CODICE DEONTOLOGICO
Il codice deontologico è l’insieme di norme e regole della condotta professionale.
Il dovere del* professionista implica un’obbligatorietà morale.
Deve quindi agire avendo come scopo il benessere e/o la cura della persona.
Se tali princìpi non sono rispettati il/l* professionist* può incorrere in provvedimenti disciplinari.
Autonomia, competenza, fiducia e trasparenza sono pilastri fondanti dei codici deontologici.
Il/l* professionista agisce nell’interesse della persona/gruppo/società fornendo competenze e nozioni al servizio del pubblico rispettando il codice deontologico.
Per esempio, l’articolo 54 del Codice Deontologico dei Medici delinea le caratteristiche che deve assumere una informazione sanitaria.
Questa deve rispondere all’intento di realizzare la tutela della collettività e della salute.
L’informazione dovrà quindi rispondere a princìpi di veridicità. Dovrà essere certificata con dati oggettivi e controllabili.
Prendiamo il caso ipotetico di Mario Rossi un medico, psichiatra e psicoterapeuta.
Quando Mario Rossi è al bar con i suoi amici può tranquillamente affermare e dibattere.
Ad esempio, può discutere di quanto siano fastidiose le auto di colore giallo e di quanto, secondo la sua opinione, siano inappropriate per un adulto, e magari anche pericolose.
In un contesto professionale e di diffusione di informazione, dove Mario Rossi è chiamato a parlare di auto di colore giallo, il nostro Mario avrà il dovere di fornire informazioni scientifiche riguardanti le auto gialle e dovrà essere neutrale nel fornire un servizio educativo ed informativo.
In quell’occasione, Mario non potrà affermare che le auto di colore giallo sono fastidiose, inappropriate e forse pericolose.
Questo, a meno che non ci siano evidenze scientifiche a riguardo.
Professionist* della salute più comuni
- Medic*
- Psicolog*
- Psichiatr*
- Infermier*
- Logopedist* etc
Per fare un esempio, prendiamo l’art.54 del Codice Deontologico dei Medici:
“[…]Il medico che partecipi a iniziative di educazione alla salute, su temi corrispondenti alle sue conoscenze e competenze, deve garantire, indipendentemente dal mezzo impiegato, informazioni scientificamente rigorose, obbiettive, prudenti (che non producano timori infondati, spinte consumistiche o illusorie attese nella pubblica opinione) ed evitare, anche indirettamente, qualsiasi forma pubblicitaria personale o della struttura nella quale opera.”
L’informazione dovrà quindi rispondere a principi di veridicità.
Dovrà essere certificata con dati oggettivi e controllabili e non derivanti da credenze o pareri personali.
“Ti viene in mente qualche esempio in cui un* professionista ha espresso mediaticamente pareri personali e non professionali?”
fonti