Le rivolte di Minneapolis dopo l’uccisione di George Floyd

Dopo l’uccisione del 46enne George Floyd, moltissime proteste inizialmente pacifiche sono scoppiate a Minneapolis, ma anche in molte altre città statunitensi. 

Le proteste sono iniziate come pacifiche.

Molte persone sono scese in strada armate di mascherine e cartelli con lo slogan “Black lives matter” e con le ultime parole di George Floyd “I can’t breathe”.

Durante la marcia qualche manifestante ha scritto un simbolico graffito con la scritta “ACAB” (All Cops Are Ba*****s).

La risposta della polizia è stata immediata. Centinaia di agenti si sono riversati nelle strade e la rabbia de* manifestanti ha iniziato a crescere sempre di più, fino a quando la tensione è sfociata in attacchi diretti della polizia.

La polizia ha poi sparato proiettili di gomma e spray al peperoncino sulla folla.

Da violenza viene solo altra violenza. I/l* manifestanti per cercare del latte per pulire gli occhi di chi aveva subito direttamente i getti dello spray al peperoncino, sono entrat* prepotentemente in un supermercato, che poi ha perso il controllo ed è stato completamente vandalizzato.

Moltissime vetrine di negozi sono state ridotte in frantumi, altrettanti edifici sono stati dati alle fiamme

Questa mattina, dopo le rivolte che ormai vanno avanti da tre giorni, i/l* manifestanti sono entrat* alla stazione di polizia del terzo distretto e le hanno dato fuoco distruggendola.

Su Twitter l’account ufficiale della città di Minneapolis ha informato sul rischio di esplosioni causato dalla manomissione delle condutture del gas

«Se siete vicini, per la vostra sicurezza, allontanatevi, in caso l’edificio esploda».

Con riferimento agli atti di vandalismo, Trump ha concluso

«Quando iniziano i saccheggi, si inizia anche a sparare». 

Le immagini che ci arrivano da Minneapolis sono di una violenza disarmante. Quando in una società le persone non si fidano più di chi dovrebbe proteggerle si sentono tradite. La violenza porta solo ad altra violenza, fino a che tutto non scoppia. 

Le proteste continuano negli Stati Uniti e gli scontri tra i/l* manifestanti e la polizia si fanno sempre più violenti.

La polizia ha rilasciato il referto ufficiale dell’autopsia di George Floyd. Nel referto viene dichiarato che l’uomo non è morto né per asfissia né per soffocamento ma, secondo quanto si legge nel referto

“gli effetti combinati dell’essere bloccato dalla polizia, le sue preesistenti condizioni di salute (ipertensione arteriosa e problemi coronarici) e potenziali sostanze tossiche hanno contribuito alla sua morte”.

La famiglia protesta e chiede un’autopsia indipendente dalle forze dell’ordine.


Mentre a Minneapolis arrivano 170.000 agenti per tentare di contenere le rivolte, le proteste arrivano anche davanti alla Casa Bianca a Washington DC.

Per la residenza presidenziale Usa è scattato il lockdown totale. I servizi segreti che hanno deciso di impedire l’accesso anche alla stampa dotata di ‘hard pass’.

Momenti di tensione si sono verificati quando alcun* de* manifestanti hanno tentato di rimuovere una della barriere protettive che separavano la folla dalle decine di agenti schierati.


Violenti scontri si sono verificati anche ad Atlanta, in Georgia, dove il governatore Brian Kemp ha dichiarato lo stato di emergenza, dopo che nella notte i/l* manifestanti hanno attaccato il quartier generale della Cnn, lanciando oggetti contro gli/l* agenti di polizia disposti all’ingresso della sede dell’emittente.

A Louisville, in Kentucky, invece, un’altra giornalista è stata attaccata dalla polizia mentre raccontava le rivolte.

Si tratta di una reporter che, assieme al suo cameraman, è stata presa di mira da un poliziotto che stava sparando proiettili con all’interno gas urticante al peperoncino. 

Si registra anche la prima vittima degli scontri. Un ragazzo di 19 anni muore ucciso da uno sparo uscito da un SUV a Detroit. Le proteste si sono fatte ancora più aspre portando a 40 arresti in un giorno. 


Il clima negli Stati Uniti è ora pesantissimo e il presidente Trump non sembra preparato a questo tipo di emergenza. Se la politica e le forze dell’ordine non riusciranno a contenere le rivolte cosa succederà?

Anche l’Europa ha voluto far sentire la propria voce protestando contro la brutalità della polizia statunitense, l’ingiusta morte di George Floyd e soprattutto contro il razzismo.

Molt* italian* sono sces* in piazza a manifestare da Nord a Sud, con cartelli, flash mob e sit in.

Le forze dell’ordine però non hanno gradito molto le manifestazioni dato che, fresca dell’8 giugno, arriva una comunicazione della Digos dove afferma che

“procederà a sanzionare amministrativamente – la multa parte da 400 euro – le persone che ieri, nella piazza della Stazione Centrale di Milano, hanno preso parte senza rispettare le regole del distanziamento e della mascherina alla manifestazione di solidarietà alla comunità afro-americana per l’omicidio di George Floyd a Minneapolis”.

Partendo da* organizzator* della manifestazione, fino ad arrivare al* manifestanti già conosciut* dalle forze dell’ordine, tutt* coloro che verranno riconosciut* essere stat* senza mascherina dovranno pagare la multa da 400 euro.

Anche la manifestazione del 2 giugno organizzata dal centrodestra aveva suscitato molte polemiche per aver violato il divieto di assembramento infatti, anche in questo caso, la Digos aveva già annunciato di star visionando le telecamere delle strade di Roma per provvedere a somministrare eventuali sanzioni.

D’altronde la manifestazione doveva essere solo simbolica, con poch* partecipanti. Ma le persone sono accorse comunque in piazza e la manifestazione statica è diventata un vero e proprio corteo, peraltro vietato dalle disposizioni vigenti.

Giorgia Meloni dichiara

“Le multe sono arrivate ai commercianti, rei di protestare contro il governo. E probabilmente arriveranno a noi, perché siamo scomodi al regime. E come tutti i regimi, anche questo pensa di poter utilizzare la polizia per intimorirci.” 


Fonti

Il Fatto quotidiano, Fanpage, Fox news.com, Corriere.it esteri, Il Post.it, Wikipedia

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