Più di tre settimane fa un uomo con passaporto diplomatico russo è atterrato all’aeroporto di Praga con una valigetta piena di ricina, un potente veleno.
Dopo essere uscito dall’aeroporto, l’uomo con la valigetta è stato prelevato e portato all’ambasciata russa.
Il settimanale ceco Respekt accusa Mosca. Sostiene che probabilmente quel veleno era destinato a tre persone. Al sindaco di Praga Zdenek Hrib, al sindaco del sesto municipio Ondrej Kolár e al sindaco di Reporyje Pavel Novotný.
Una caratteristica che hanno in comune questi tre uomini è l’aver pubblicamente preso posizioni anti russe.
Tutti e tre gli uomini sono sotto scorta ormai da Pasqua, e Kolar è addirittura stato spostato in una casa sicura, in una posizione segreta separato da moglie e figl*.
Il sindaco Hrib ha dichiarato alla stampa
«Per me la priorità è difendere le cose in cui credo anche se potrebbe significare un rischio per la mia sicurezza, la Repubblica ceca è un Paese democratico ed è mio dovere come politico eletto proteggere la libertà di espressione».
Le sue azioni anti russe sarebbero state molteplici. Ad esempio, Hrib recentemente ha cambiato il nome alla piazza dove siede l’ambasciata russa. Questa è stata intitolata a Boris Nemtsov, ex vice primo ministro russo poi diventato pubblicamente critico nei confronti di Putin, assassinato non lontano dal Cremlino nel 2015.
Purtroppo si sospetta che la Russia, anche dopo molti anni dalla fine della guerra fredda, non abbia mai smesso di controllare la Repubblica Ceca che un tempo era sotto la loro influenza.
L’autore dell’articolo originale sul settimanale ceco racconta
«La sede diplomatica di Mosca qui è una delle più grandi d’Europa: conta 120 impiegati, quella di Londra una ottantina. Secondo l’intelligence ceca almeno un terzo di loro ha qualche tipo di legame con i servizi. C’è una lunga e oscura tradizione di spie nascoste qui, sin dai tempi della primavera di Praga quando Andropov, che era allora capo del Kgb, ritenne che uno dei modi più efficaci di controllare e combattere i movimenti democratici a Est fosse di inviare spie che si nascondevano in ambasciata, le cosiddette residentura».